La metonimia (dal greco metonymìa, il cui significato è “scambio di nome”) è una figura retorica che consiste nella sostituzione di un termine con un altro che ha con il primo un rapporto logico e qualitativo. La metonimia è classificata tra le figure retoriche di significato. Per quanto riguarda la pronuncia, è corretta sia quella alla latina (metonìmia) che quella alla greca (metonimìa).
Differenza con la sineddoche
La metonimia è spesso confusa con la sineddoche; in effetti le due figure retoriche sono abbastanza simili, ma mentre nella prima, come detto, esiste tra i termini un rapporto logico e qualitativo, nella seconda la relazione è di tipo quantitativo. Se scriviamo “il fiume oggi è pieno di vele”, intendiamo dire che il fiume è pieno di imbarcazioni (si indica cioè una parte – la vela – per il tutto – l’imbarcazione – , il rapporto è quindi quantitativo, non qualitativo).
Va precisato che il confine fra sineddoche e metonimia è talvolta piuttosto sottile; ne abbiamo un esempio in questa frase di Gadda: “Il soldo comanda e la spada lavora”; il termine soldo è sicuramente una metonimia perché in questo caso sta a indicare delle persone ricche (che comandano in quanto tali), ma può essere considerato anche sineddoche (si usa il singolare soldo per riferirsi al plurale, soldi); lo stesso può dirsi del termina spada (metonimia, perché sta a indicare persone prezzolate che combattono, e anche sineddoche perché usa il singolare al posto del plurale).
Metonimia – Esempi
Vediamo esempi letterari di questa figura retorica in base ai principali rapporti che intercorrono tra il termine scelto e quello che si vuole indicare:
- la causa per l’effetto: «ma ne l’orecchie mi percosse un duolo» (Inferno, VIII, Dante Alighieri, v. 65), dove il poeta indica la causa (il «duolo») anziché l’effetto da essa provocato (i lamenti che sente);
- l’effetto per la causa: «Io gli studi leggiadri / Talor lasciando e le sudate carte» (A Silvia, Giacomo Leopardi, vv. 15-16), dove il poeta indica l’effetto (il sudore) anziché la sua causa (la fatica); le carte sono infatti «sudate» perché gli studi gli sono costati estrema fatica;
- l’autore per l’opera: nel linguaggio comune, quando diciamo “ho letto tutto Dante”, intendiamo dire “ho letto l’intera opera di Dante”;
- il contenitore/contenente per il contenuto: «là sola una casa bisbiglia. / Sotto l’ali dormono i nidi» (Il gelsomino notturno, Giovanni Pascoli, vv. 6-7, dove in entrambi i versi ciò che contiene (la casa, il nido) sostituisce ciò che è contenuto (gli uomini, gli uccellini);
- il contenuto per il contenitore/contenente: «e come là tra li Tedeschi lurchi / lo bivero s’assetta a far sua guerra» (Inferno, XVII, Dante Alighieri, vv. 21-22), che significa “e come nelle regioni dei Tedeschi ghiottoni / il castoro si prepara a fare la sua pesca” e che indica gli abitanti (i «Tedeschi») per riferirsi ai luoghi (l’elemento contenitore/contenente) in cui essi abitano;
- l’astratto per il concreto: «da un nero di nubi laggiù» (L’assiuolo, Giovanni Pascoli, v. 6), dove il concetto astratto («un nero») sostituisce quello concreto (le nubi scure perché l’atmosfera è temporalesca);
- il concreto per l’astratto: «E come a messagger, che porta ulivo» (Purgatorio, II, Dante Alighieri, v. 70), dove il concetto concreto (il ramoscello d’ulivo) sostituisce quello astratto (il ramoscello d’ulivo è infatti segno di pace).

La definizione di metonimia è: figura retorica che consiste nella sostituzione di un termine con un altro che ha con il primo un rapporto logico e qualitativo
Altri esempi di metonimia, più colloquiali, sono i seguenti.
- della causa per quello dell’effetto (ho una bella voce invece di canto bene)
- dell’effetto per quello della causa (mi sono sbiancati tutti i capelli invece di mi sono spaventato)
- del contenente per il contenuto (bevo un bicchiere di vino invece di bevo il vino contenuto nel bicchiere)
- dell’autore per l’opera (sto leggendo Clancy invece di sto leggendo le opere di Clancy)
- della materia per l’oggetto (mi piacciono i marmi del Partenone invece di mi piacciono le statue del Partenone)
- astratto per quello concreto (spera nell’amicizia invece di spera negli amici)
- concreto per quello astratto (ascolterò il mio cuore invece di ascolterò i miei sentimenti)
- del simbolo per la cosa designata (ha tradito la sua bandiera invece di ha tradito la sua nazione).