Le figure retoriche di significato sono figure che attengono all’aspetto semantico delle parole; la loro funzione principale è quella di intensificarne il significato figurato (connotativo) in modo da conferire loro un significato che non corrisponda più a quello letterale (denotativo).
Figure retoriche di significato – Elenco
Nel sottostante elenco riportiamo le principali figure retoriche di significato:
- allegoria
- analogia
- antifrasi
- antitesi
- antonomasia
- eufemismo
- iperbole
- litote
- metafora
- metonimia
- ossimoro
- perifrasi
- personificazione
- similitudine
- sineddoche
- sinestesia.
Figure retoriche di significato – Esempi
Allegoria – È una delle figure retoriche di significato più comuni; con essa si attribuisce a un discorso un significato nascosto, differente da quello letterale; con l’allegoria si racconta un’azione la cui interpretazione deve differire da quello che è il suo apparente significato. Per esempi e approfondimenti si veda la scheda Allegoria.
Analogia – Si tratta di un procedimento che mette in relazione due termini dal significato differente eliminando i nessi logici e lasciando all’intuizione del lettore l’interpretazione del legame creato tra i due elementi. Comune il ricorso a questa figura da parte dei poeti decadentisti, simbolisti ed ermetici. Per approfondimenti si veda la scheda Analogia.
Antifrasi – Figura retorica in base alla quale un termine o una combinazione di due o più elementi linguistici oppure un’intera frase assumono un significato opposto a quello che avrebbero normalmente; è una delle figure retoriche più comuni nel linguaggio parlato. Per approfondire si veda la scheda specifica: Antifrasi.
Antitesi – Anche l’antitesi è una delle figure retoriche di significato più utilizzate; consiste nell’accostare termini o frasi dall’opposto significato. Per approfondimenti ed esempi si consulti la scheda specifica, Antitesi.
Antonomasia – Figura retorica di uso ordinario; consiste nel sostituire un nome comune a un nome proprio o viceversa; serve a indicare una caratteristica di una persona o di una cosa. Per approfondire si veda la scheda Antonomasia.
Eufemismo – È una delle figure retoriche di significato più comunemente usate, sia nel linguaggio scritto che in quello parlato; consiste nel sostituire parole o espressioni con altre che hanno un tono più tenue, meno marcato, talvolta più dolce; per esempio, si utilizza un eufemismo se diciamo “passare a miglior vita” invece di “morire”. Per altri esempi e approfondimenti si consulti la scheda specifica: Eufemismo.
Iperbole – Fra le figure retoriche di significato è sicuramente una delle più impiegate nel parlare quotidiano; è comunque frequente anche nella letteratura, sia antica che moderna; si tratta, in sostanza, di un’esagerazione (in eccesso o in difetto) del significato di un’espressione; il fine ultimo è quello di aumentarne, per contrasto, la sua credibilità. Per approfondimenti si consulti la scheda specifica (Iperbole).
Litote – Consiste nella “negazione del contrario”; con essa si possono ottenere effetti di vario tipo, eufemistici (attenua l’asprezza di un termine o di un’espressione), enfatici, ironici ecc. Per approfondimenti ed esempi si consulti la scheda specifica (Litote).
Metafora – Figura paragonabile alla similitudine (dalla quale differisce per l’assenza di avverbi di paragone o di locuzioni avverbiali); si realizza sostituendo una terminologia propria con una terminologia figurata, in seguito a una simbolica trasposizione di immagini. Per esempi e approfondimenti si consulti la scheda specifica: Metafora.
Metonimia – Concettualmente molto simile alla metafora, è una delle figure retoriche di significato più comunemente utilizzate nel linguaggio comune; consiste sostanzialmente nella sostituzione di un termine con un altro che abbia con il primo una relazione di contiguità. Per i vari esempi si veda la scheda Metonimia.
Ossimoro – Tra le figure retoriche di significato è forse quella che desta maggiore curiosità; si realizza accostando, nella medesima espressione, termini che hanno un opposto significato; il fine è quello di creare un paradosso apparente (un paio di esempi, ghiaccio bollente, silenzio assordante, morto vivente). Si veda la scheda specifica (Ossimoro) per approfondimenti.
Perifrasi – Giro di parole o circonlocuzione usata per indicare una cosa, una persona, o un concetto. Si veda la scheda specifica (Perifrasi) per approfondimenti ed esempi.
Personificazione – Consiste nell’attribuire qualità, caratteristiche e sentimenti tipicamente umani a cose inanimate o astratte o ad animali. Per approfondire si veda la scheda Personificazione e prosopopea.
Similitudine – È il confronto fra due identità, in una delle quali si ravvisano proprietà che sono simili e sostanzialmente paragonabili a quelle dell’altra; tale confronto è fatto ricorrendo a espressioni quali “come”, “similmente a”, “così come” ecc. Per approfondimenti ed esempi si consulti la scheda Similitudine.
Sineddoche – Figura retorica consistente nell’impiegare, figuratamente, un termine al posto di un altro che ha con il primo un rapporto di estensione. Esempi e approfondimenti nella scheda Sineddoche.
Sinestesia – Tra le varie figure retoriche di significato, la sinestesia è una delle più interessanti; è una particolare forma di metafora (è altresì nota come metafora sinestetica); si realizza associando due elementi appartenenti a campi sensoriali diversi (dolce suono, fredde luci, voce calda, urlo nero ecc.). Esempi e approfondimenti nella scheda specifica: Sinestesia.

L’eufemismo è una delle figure retoriche di significato più ricorrenti in assoluto