La figura etimologica è una figura retorica che si realizza nel momento in cui si accostano due o più termini che condividono la medesima radice etimologica; è considerata una forma particolare di paronomasia (altra figura retorica che consiste nell’accostamento di due o più termini che hanno significato diverso, ma un suono molto simile). Ricordiamo che l’etimologia è quella disciplina che studia la storia delle parole e ne indaga origini, evoluzione fonetica, morfologica e semantica. L’uso della figura etimologica ha lo scopo di evidenziare con forza un determinato concetto; il suo utilizzo riesce generalmente ad attirare l’attenzione dell’ascoltatore o del lettore. Il classico esempio che molti fanno per spiegare la figura etimologica è il seguente:
- «Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,
- prese costui de la bella persona
- che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.
- Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
- mi prese del costui piacer sì forte,
- che, come vedi, ancor non m’abbandona.
- Amor condusse noi ad una morte.
- Caina attende chi a vita ci spense».
Amor, amato e amar condividono la medesima radice etimologica. I versi citati sono tratti dalla Divina Commedia di Dante Alighieri; per inciso, vale la pena di notare, oltre alla figura etimologica, anche la triplice anafora (la ripetizione, a inizio verso, di una o più parole all’inizio di frasi o di versi successivi) della parola «amor».

Nella figura etimologica si ha l’accostamento tra due o più termini che condividono la medesima radice etimologica
Figura etimologica – Esempi
L’utilizzo della figura etimologica è piuttosto comune, sia nel linguaggio parlato che in quello scritto; nel primo caso, l’uso di tale figura retorica è spesso inconsapevole. Di seguito alcuni esempi.
(“la moltitudine innumerabile de’ beati, che vestiti di vesti candide…”; Opere di monsignor Francesco Gaetano Incontri)
(“«Quello che gli anziani temono di più è l’impossibilità di vivere la vita degnamente insieme alle difficoltà che l’invecchiamento comporta e alla disabilità ad esso associate», spiega Francesca Merzagora, Presidente Onda”; La Stampa, 8 febbraio 2018).
(“Ahi quanto a dir qual era è cosa dura / esta selva selvaggia e aspra e forte / che nel pensier rinova la paura!”; Divina Commedia, Dante Alighieri).
Si ricordano poi i “morti di morte violenta” di cui si parla nel canto V del Purgatorio.
Particolarmente curiosa risulta questa frase di Giorgio Manganelli (1922-1990), scrittore e giornalista italiano:
“E se, come ora, la distanza si distanzia, la lontananza si allontana, e la perdita si perde, si assenta l’assenza”.
Come si vede, la frase presenta ben quattro ricorrenze di figura etimologica (distanza/distanzia; lontananza/allontana; perdita/perde; assenta/assenza).