Il climax è una figura retorica che consiste nell’utilizzo di due o più elementi del discorso disponendoli secondo un ordine che si basa sull’intensità crescente del loro significato; il climax è noto anche come gradazione ascendente (o anche solo gradazione; dal latino gradatio); quando la disposizione degli elementi utilizzati segue un ordine basato su un’intensità decrescente si parla (non del tutto correttamente) di climax discendente o, più esattamente, di anticlimax.
Il ricorso al climax può essere relativo al passaggio graduale da un concetto all’altro oppure riferirsi a un unico concetto con termini o locuzioni il cui significato è sempre più forte, più intenso (o meno, nel caso dell’anticlimax). Si tratta di una figura retorica di cui esistono moltissimi esempi nella nostra letteratura; scopo principale del suo utilizzo è la creazione una progressione di intensità che serve a potenziare il pathos di ciò che si sta raccontando.
Il termine climax è maschile, tuttavia non è infrequente riscontrare un utilizzo al femminile (come in latino e in greco).
Significato del termine
Il termine climax deriva dal greco klímax (κλῖμαξ) il cui significato letterale è scala. Oltre che nell’ambito della retorica, il termine climax è utilizzato, ovviamente con diverso significato, anche in medicina (è sinonimo di acme), in sessuologia (è sinonimo di orgasmo) e in ecologia (stadio finale dell’evoluzione di un ecosistema).
Climax – Esempi nell’ambito della retorica
Come accennato nel primo paragrafo, il ricorso al climax è frequente nell’ambito della letteratura; di seguito alcuni esempi.
Nella poesia L’assiuolo di Giovanni Pascoli, il «pianto di morte» del v. 23 produce un climax rispetto a «singulto» (v. 15) e «voce» (v.7).
Sempre in Pascoli (Poemi italici, Rossini, Canto II) troviamo un notevolissimo esempio di climax:
- Fermava il volo sopra la sua tomba,
- tremulo; appiè, gli accordi avea del mare
- che sciacqua, stride, squilla, urla, rimbomba.
Nella poesia La sera del dì di festa di Giacomo Leopardi possiamo ravvisare due esempi di climax ascendente: al v. 23 («mi getto e grido e fremo») e ai versi e 33-36 («suono […] grido […] fragorio»). Per inciso, oltre ai climax sono presenti diverse altre figure retoriche fra cui molti enjambement, l’apostrofe al v. 4 («O donna mia»), le anafore ai vv. 7 e 11 («tu dormi […] tu dormi») e ai vv. 33-34 («or dov’è […] or dov’è»), la prosopopea della Natura ai vv. 14-16 («A te la speme / Nego, mi disse, anche la speme; e d’altro / Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto»), la metafora al v. 24 per indicare la giovinezza («In così verde etate»), la sineddoche al v. 43 («piume» per cuscino o letto.
Sempre in Leopardi (ne La quiete dopo la tempesta) troviamo un altro esempio di climax:
- …
- Piacer figlio d’affanno;
- Gioia vana, ch’è frutto
- Del passato timore, onde si scosse
- E paventò la morte
- Chi la vita abborria;
- Onde in lungo tormento,
- Fredde, tacite, smorte,
- Sudàr le genti e palpitàr, vedendo
- Mossi alle nostre offese
- Folgori, nembi e vento.
- …
Altro esempio, tratto dalla Divina Commedia di Dante Alighieri è il seguente:
- “Ahi quanto a dir qual era è cosa dura / esta selva selvaggia e aspra e forte / che nel pensier rinova la paura!”.
Per inciso, si noti, oltre al climax anche la presenza di una figura etimologica (selva selvaggia), figura retorica che si realizza allorquando si accostano due o più termini che condividono la medesima radice etimologica.
Altro esempio dantesco tratto dall’Inferno è il seguente:
- …
- sospiri, pianti e alti guai
- risonavan per l’aere
- …
Anche nei primi versi de Il lampo di Giovanni Pascoli si possono trovare chiari esempi di climax:
- E cielo e terra si mostrò qual era:
- la terra ansante, livida, in sussulto;
- il cielo ingombro, tragico, disfatto:
- bianca bianca nel tacito tumulto
- una casa apparì sparì d’un tratto;
- come un occhio, che, largo, esterrefatto,
- s’aprì si chiuse, nella notte nera.
Si noti anche la presenza di anadiplosi (bianca bianca), di ossimoro e di allitterazione (tacito tumulto), di asindeto (apparì sparì) e di similitudine (come un occhio).
Si analizzi adesso la primam strofa del bel componimento poetico di Ungaretti, Sono una creatura:
- Come questa pietra
- del S. Michele
- così fredda
- così dura
- così prosciugata
- così refrattaria
- così totalmente
- disanimata
dove non si può notare il climax degli aggettivi riferiti alla pietra (fredda, dura, prosciugata, refrattaria, disanimata); per inciso, questa prima strofa della poesia è caratterizzata anche dall’anafora di «così» (vv. 4-7) e dall’allitterazione delle dentali /d/ e /t/.
In Giovanni Parini troviamo un chiaro esempio di climax nella prima strofa della sua ode più celebre La caduta:
- Quando Orion dal cielo
- declinando imperversa
- e pioggia e nevi e gelo
- sopra la terra ottenebrata versa
L’esempio seguente è tratto dall’Orlando furioso:
- Ecco sono a gli oltraggi, al grido, all’ire

La definizione di climax è “figura retorica che consiste nell’utilizzo di due o più elementi del discorso disponendoli secondo un ordine che si basa sull’intensità crescente del loro significato”
Di seguito, tratto da Pascoli (La mia sera), un classico esempio di anticlimax (climax discendente):
- E mi dicono, Dormi!
- mi cantano, Dormi! sussurrano,
- Dormi! bisbigliano, Dormi!
L’esempio seguente è invece tratto dalla Gerusalemme liberata (Torquato Tasso):
- …
- brama assai, poco spera e nulla chiede
- …