L’antonomasia è una figura retorica di utilizzo molto comune; il termine deriva dal greco e ha il significato di “cambiare nome”, “chiamare con un nome diverso”. Si utilizza la figura dell’antonomasia per indicare una caratteristica di una persona o di una cosa. In sostanza, il processo di antonomasia consiste nella sostituzione di nome con un altro; sostanzialmente si possono distinguere quattro modalità:
- sostituzione di un nome proprio con un nome comune o una perifrasi (circonlocuzione)
- sostituzione di un nome comune con un nome proprio
- sostituzione di un nome proprio con un aggettivo
- sostituzione di un nome proprio a un altro nome proprio
Alcuni esempi potranno chiarire meglio il concetto.
Caso 1
Il 10 per cento rincuora il Cavaliere. “Dai primi risultati di queste elezioni emerge un dato incontrovertibile: Forza Italia rimane centrale e determinante per la costituzione di una maggioranza di centrodestra alternativa al governo giallo-verde. (fonte: la Repubblica).
In questo caso il nome comune “Cavaliere” sta per “Silvio Berlusconi”.
Caso 2
Ritenuto da alcuni un novello Einstein, da altri uno scaltro dilettante, Lynds ha già diviso la comunità scientifica in merito alla decisione di pubblicare o meno il suo articolo controverso.
In questo caso il nome proprio “Einstein” sta per “genio”, “individuo geniale”.
Caso 3
È forse il caso più complesso; in questo caso il processo di antonomasia si realizza con la trasformazione di un nome proprio in aggettivo che porta con sé la caratteristica associata al primo. Gli esempi seguenti possono chiarire meglio questo concetto: afrodisiaco (da Afrodite), dionisiaco (da Dionisio), draconiano (da Dracone), erculeo (da Ercole) ecc.
Caso 4
Come accade con i campioni, Pinturicchio rese semplice e naturale un gesto tecnico che di semplice e naturale non aveva proprio nulla. (fonte: eurosport.com).
Il riferimento in questo caso è al calciatore italiano Alessandro Del Piero.
Antonomasia – Esempi classici
Altri classici esempi di antonomasia sono i seguenti:
- casanova per riferirsi a un donnaiolo, a un playboy (Giacomo Girolamo Casanova è stato un artista avventuriero vissuto nel XVIII sec.);
- Poverello di Assisi per riferirsi a San Francesco (Francesco d’Assisi scelse di spogliarsi di ogni bene materiale e fece voto di totale povertà evangelica);
- mecenate per riferirsi a un generoso sostenitore delle arti, degli studi e delle scienze (la fama di Mecenate, consigliere dell’imperatore Augusto, è dovuta alla sua grande generosità economica verso gli artisti, in particolar modo scrittori e poeti);
- creso per indicare una persona ricchissima (Creso fu un ricchissimo sovrano della Lidia vissuto nel VI sec. a.C.);
- il Poeta (o il Sommo Poeta) per riferirsi a Dante Alighieri;
- il Salvatore per fare riferimento a Gesù Cristo (nel caso dei cristiani);
- perpetua per riferirsi alla donna di servizio di un prete (Perpetua era il nome della governante di Don Abbondio; entrambi personaggi del romanzo manzoniano I promessi sposi);
- marcantonio per designare una persona dall’aspetto imponente, robusto (deriva da Marco Antonio, triumviro dell’antica Roma);
- adone per indicare un giovane di notevole bellezza, sia nel volto che nel corpo (frequente l’uso in frasi negative o ironiche; Adone è il nome di una figura mitologica greca; era un dio che, a causa della sua straordinaria bellezza fu conteso da Afrodite e Persefone);
- matusalemme per indicare una persona molto in avanti con gli anni (in questo caso l’antonomasia è in riferimento alla figura biblica di Matusalemme, patriarca antidiluviano che secondo la tradizione sarebbe vissuto 969 anni);
- giuda, termine utilizzato come sinonimo di traditore (secondo i racconti evangelici Giuda Iscariota tradì Gesù per trenta denari).

L’antonomasia è una figura retorica di utilizzo molto comune; il termine deriva dal greco e ha il significato di “cambiare nome”, “chiamare con un nome diverso”. Si utilizza la figura dell’antonomasia per indicare una caratteristica di una persona o di una cosa (nell’immagine Dante, il Poeta per antonomasia).
Per antonomasia – Significato della locuzione avverbiale
Per antonomasia è una locuzione avverbiale il cui significato è “per figura d’antonomasia“; ne troviamo un esempio in Manzoni (I promessi sposi): Gertrude, appena entrata nel monastero, fu chiamata per antonomasia la signorina; posto distinto a tavola, nel dormitorio; la sua condotta proposta all’altre per esemplare; chicche e carezze senza fine, e condite con quella famigliarità un po’ rispettosa, che tanto adesca i fanciulli, quando la trovano in coloro che vedon trattare gli altri fanciulli con un contegno abituale di superiorità.
L’espressione è spesso utilizzata con il significato di “per eccellenza”.