Gli psicofarmaci sono sostanze che agiscono influenzando l’attività psichica. Attualmente, la classificazione maggiormente utilizzata in psicofarmacologia è quella che distingue gli psicofarmaci in quattro grandi categorie:
- ansiolitici
- antidepressivi
- neurolettici (antipsicotici)
- stabilizzatori dell’umore.
Ansiolitici e antidepressivi hanno un uso (spesso un abuso) così ampio nella farmacologia da essere considerate categorie farmacologiche a sé stanti, in quanto, a differenza delle altre due categorie, vengono usati anche su soggetti psichiatricamente “normali”.
I neurolettici (noti anche come antipsicotici) sono farmaci che esplicano una notevole azione sedativa del sistema nervoso centrale; agiscono regolando i livelli di diverse sostanze che sono presenti a livello cerebrale (dopamina, noradrenalina, serotonina ecc.).
Si è soliti classificare questa categoria di psicofarmaci in antipsicotici di prima generazione (antipsicotici tipici), antipsicotici di seconda generazione (antipsicotici atipici) e antipsicotici di terza generazione (antipsicotici atipici di terza generazione); i primi (aloperidolo, clorpromazina, ecc.) sono stati scoperti più di mezzo secolo fa, mentre i secondi e i terzi sono stati scoperti a partire dai primi anni ’90 del XX secolo (tranne la clozapina scoperta circa vent’anni prima).
Gli antipsicotici non sono scevri da numerosi e importanti effetti collaterali e, a tutt’oggi, è ancora particolarmente acceso il dibattito se gli antipsicotici di nuova generazione siano da considerarsi maggiormente efficaci e sicuri rispetto agli altri.
Gli stabilizzatori dell’umore sono psicofarmaci che vengono somministrati in quanto ritenuti in grado di controllare determinate condizioni mentali patologiche che sono caratterizzate da notevoli oscillazioni dell’umore (disturbo affettivo bipolare, disturbo dell’umore bipolare, disturbo maniaco-depressivo ecc.). I principi attivi di questa categoria che sono utilizzati maggiormente sono i sali di litio, la carbamazepina e il valproato di sodio. Molti di questi farmaci appartengono alla categoria dei farmaci antiepilettici. Anche gli stabilizzatori dell’umore, come del resto tutti gli altri psicofarmaci, possono essere causa di importanti effetti collaterali.
Purtroppo, negli Stati Uniti, una statistica ha dimostrato che il 50% delle persone trattate con psicofarmaci non ha alcun disturbo mentale. La prescrizione di psicofarmaci in soggetti “sani” viene definita anche uso estetico del farmaco e denota una necessità della società moderna di voler a tutti i costi “stare meglio” senza affrontare eventuali problemi, ma assopendoli.

Le benzodiazepine sono i farmaci più diffusi nella categoria degli ansiolitici
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