I farmaci antinfiammatori (o farmaci antiflogistici) sono una categoria di farmaci che agiscono riducendo l’entità di un processo infiammatorio localizzato in una determinata zona dell’organismo. L’infiammazione è un processo fisiopatologico che si instaura nei tessuti nel momento in cui questi ultimi entrano in contatto con agenti lesivi di vario tipo. Oltre all’azione antiflogistica, i farmaci antinfiammatori possono avere anche azione antalgica (analgesica) e antipiretica (antifebbrile).
Esistono due grandi categorie di farmaci antinfiammatori:
- farmaci antinfiammatori steroidei
- farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).
I farmaci antinfiammatori steroidei, più noti come cortisonici (corticosteroidi), sono farmaci costituiti da molecole che, da un punto di vista strutturale, sono analoghe al cortisolo, un ormone prodotto dalla zona fascicolata della porzione corticale delle ghiandole surrenali.
I farmaci antinfiammatori non steroidei, comunemente noti come FANS, sono i farmaci più utilizzati in assoluto; il più noto di essi è sicuramente l’acido acetilsalicilico (aspirina).
Essi agiscono bloccando la produzione di prostaglandine (sostanze ormonosimili che agiscono quali mediatori dell’infiammazione) attraverso l’inibizione dell’enzima ciclossigenasi; di questo enzima sono note tre isoforme:
- ciclossigenasi 1 (COX-1)
- ciclossigenasi 2 (COX-2)
- ciclossigenasi 3 (COX-3).
La COX-1 è una proteina particolarmente presente a livello della mucosa gastrica e che agisce stimolando la produzione di prostaglandine coinvolte nei processi di tipo fisiologico; una sua inattivazione interrompe la produzione del muco gastrico che protegge lo stomaco.
La COX-2, proteina assente nei tessuti sani, viene prodotta in seguito a processi di tipo infiammatorio.
La COX-3, proteina presente in particolar modo a livello del sistema nervoso centrale; essa è coinvolta sia nella genesi del dolore che in quella della febbre.
I primi farmaci antinfiammatori non steroidei che sono stati sintetizzati (e che tuttora vengono commercializzati) non distinguono tra le forme enzimatiche COX-1 e COX-2 e agiscono inibendole entrambe. Quelli che agiscono solo sulla COX-2, dopo gli entusiasmi iniziali, sono stati molto ridimensionati soprattutto per i pesanti effetti collaterali.
Oltre il 60% dei soggetti risponde alla terapia con antinfiammatori, ma la risposta è individuale nei confronti dei singoli farmaci. Nella scelta dell’antinfiammatorio si deve considerare il principio attivo (non il nome commerciale!) e il suo dosaggio. Fondamentale comprendere che il dosaggio non è lo stesso per tutti gli antinfiammatori, per esempio l’ibuprofene da 400 mg non è 4 volte più forte del diclofenac da 100 mg.
Poiché il problema maggiore è la gastrolesività, gli antinfiammatori dovrebbero essere assunti sempre a stomaco pieno, anche se recentemente sono stati introdotti prodotti che utilizzano principi attivi (dexketoprofene) oppure soluzioni (combinazione di un FANS e un protettore gastrico, per esempio ketoprofene+sucralfato) che permettono l’assunzione anche a stomaco vuoto.

Formula e struttura dell’ibuprofene, un noto farmaco antinfiammatorio non steroideo
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