Da informatico so quanto sia importante la velocità di clock di un processore; in informatica, il clock (letteralmente “orologio”) indica il dispositivo interno all’unità di elaborazione centrale del computer (il suo cervello) che scandisce il tempo e la frequenza con cui sono fatte le operazioni (aritmetiche, logiche ecc.); più la velocità di clock è alta, meno tempo il computer impiegherà per eseguire un dato compito.
Analogamente, tutti quelli che navigano in Rete sanno che la velocità di connessione è fondamentale per la qualità della navigazione. Quello che mi sfugge è la scarsa importanza che le persone danno alla “loro” velocità di clock, forse non capendo che è un parametro fondamentale per la qualità della vita e per la gestione del tempo. Per traslazione, in riferimento agli “umani”,
la velocità di clock indica la propensione alla velocità con cui siamo in grado di compiere un’azione.
Questa velocità, a differenza che per i computer, non è espressa in un’unità di misura, ma indica la propensione a essere veloci, che tradotto poi nell’esecuzione delle azioni, ha un effetto dirompente sulla nostra efficienza. Infatti
una bassa velocità di clock è una delle cause più comuni di scarsa efficienza.

La velocità di clock indica la propensione alla velocità con cui siamo in grado di compiere un’azione (per esempio gestire una spedizione)
Come si valuta la propria velocità di clock?
Innanzitutto, è più corretto valutare la velocità di clock in riferimento a una determinata azione. Potremmo scoprire infatti che per fare alcune cose abbiamo una velocità di clock molto alta, mentre per altre è più bassa. Come si può capire se abbiamo una bassa/alta capacità di clock? Occorre confrontarsi con gli atri, in particolare con le persone molto capaci ed efficienti che ci superano in un dato campo. Se per scrivere un articolo ci mettiamo un mese e un nostro collega ci mette due giorni, con una qualità del risultato confrontabile alla nostra, chiediamoci come mai ci mettiamo così tanto e lui/lei così poco. Ovviamente ci si deve confrontare sempre con il meglio! Questo può essere vero non solo nel lavoro, ma anche nelle attività di gestione. Se per pulire la casa Tizia ci impiega in media tre ore al giorno e l’amica invece ci mette un’ora al giorno (ovviamente a risultati confrontabili), Tizia dovrebbe chiedersi perché e cercare di scoprire come sia possibile aumentare la sua velocità di clock.
Come si migliora la velocità di clock?
Nel confrontarci con gli altri che vanno più veloci, potremmo scoprire due cose: la nostra bassa velocità di clock potrebbe essere dovuta a problemi intrinseci alla nostra personalità (in quel caso probabilmente la bassa velocità di clock è tipica della maggior parte delle nostre attività), oppure commettiamo qualche errore specifico dell’attività che si impedisce di andare più veloci.
Velocità di clock e personalità – Approssimativamente, nella popolazione possiamo distinguere quattro velocità.
Cominciamo con i depressi, soggetti in cui la velocità di clock (o di connessione) è talmente lenta che anche a loro sono chiari i problemi che una tale situazione crea. Psicologicamente parlando, le personalità più a rischio sono quelle dei vecchi e degli svogliati, ma, ovviamente, persone superlente le troviamo trasversalmente nella popolazione: pochissimi interessi, noia, nessuna capacità o voglia di far bene quello che fanno ecc.
Arriviamo poi ai lenti, che sono il vero soggetto di questa descrizione. I lenti (in inglese slow) sono persone che pensano che la vita vada vissuta lentamente; dietro questa strategia, di cui si vantano come di una grande genialata, in genere c’è una grande insofferenza a ogni stress (dimenticando che lo stress non sempre è il negativo distress, ma esiste anche il positivo eustress) e la scelta della lentezza è una fuga da esso. I lenti non hanno veri oggetti d’amore (che necessariamente comportano un’adesione spesso troppo impegnativa), ma preferiscono hobby, magari anche numerosi, più o meno facili da gestire. Il risultato è che la vita può essere serena, persino piacevole, ma solo in presenza di ottime condizioni facilitanti, altrimenti ci si sposta verso la noia e la sopravvivenza.
Più veloci dei lenti sono i loro bersagli preferiti, gli stressati, persone che hanno un’alta velocità di clock, sempre di corsa, ma incapaci di controllare il loro ritmo. Che siano sopravviventi (deboli, svogliati con voglia comunque di riscatto ecc.) che si lanciano in imprese che li sovrastano o apparenti che per mantenere un per loro impossibile tenore di vita lavorano 10 ore al giorno, poco importa: in genere sono soggetti la cui personalità non ha ancora raggiunto un pieno equilibrio. Sono come un computer con l’hardware messo bene, ma con il software pieno di bachi.
Infine, troviamo i veloci, soggetti sconosciuti ai lenti (per loro ogni persona che viva “velocemente” deve essere stressata), persone equilibrate che riescono ad agire in molti campi (personali e professionali) perché con calma ed equilibrio ottimizzano il loro tempo e le loro risorse.
Strumenti e metodi – Se abbiamo superato il test sulla personalità, ma, confrontandoci con i migliori, i “più veloci”, scopriamo che ci mettono meno tempo, spesso troveremo che sanno usare meglio gli strumenti a disposizione o usano un metodo diverso. Per esempio, saper impiegare bene la tecnologia può essere un notevole vantaggio: si pensi all’uso degli strumenti informatici di produttività personale, come i traduttori automatici o le interfacce vocali, che permettono di risparmiare tempo alla tastiera del computer o del cellulare.
A volte invece i più veloci usano metodi diversi per analizzare un problema e scomporlo in tante azioni da intraprendere, con un approccio top-down, senza perdersi quindi nei dettagli e nei particolari.
Il corso di gestione del tempo – Lezione precedente: Attività quotidiane – Lezione successiva: Capacità di switch