Il trading fai da te è una delle situazioni cui escono tutti i difetti dell’investitore che normalmente non è un professionista. Secondo un’analisi de Il Sole 24 ore il 90% dei trader finisce per perdere soldi sui mercati finanziari. Questo articolo vuole spiegare perché.
Personalità non razionale
Iniziamo proprio con le caratteristiche psicologiche del soggetto che spesso non solo non è razionalmente preparato, ma non conosce nemmeno i problemi a cui può andare incontro agendo emotivamente. Per il trading fai da te questa situazione è molto grave. Se un professionista conosce tutte le insidie che lo possono portare lontano da decisioni corrette, il trader fai da te non pone sufficiente attenzione alle sue emozioni; tralasciamo il caso in cui il trading fai da te è una vera e propria dipendenza, un gioco d’azzardo in cui il soggetto si butta “convinto” di farcela. Anche un soggetto equilibrato può cadere vittima di errori psicologici grossolani. Per sapere se siete pronti per il trading fai da te, provate a superare questo test (le soluzioni alla fine dell’articolo).
Il test di abilitazione psicologica al trading fai da te
Il test si compone di 8 domande. Può darsi che alcune siano già conosciute perché si tratta di quesiti classici, ognuno dei quali tende a sondare la vulnerabilità rispetto a un determinato parametro.
1) Hai giocato (e perso) 50 euro; ne puoi giocare ancora 150 con la probabilità del 30% di vincerne 250, guadagnando quindi alla fine 50 euro. Che fai?
- Ti fermi e accetti la perdita di 50 euro.
- Vai avanti.
2) Un’azienda decide di progettare un sistema di rilevamento dei consumi metabolici di una persona, decidendo di investire un milione di euro. Arrivati all’80% del progetto, esce sul mercato un dispositivo della concorrenza più preciso ed economico. Conviene continuare il progetto o arrestarsi risparmiando gli ultimi 200.000 euro, dirottandoli su una nuova idea?
3) Ordinare le cause di morte più probabili in Italia:
- Incidente sul lavoro
- Cancro
- Incidente d’auto
- Infarto.
4) Un foglio di carta viene piegato a metà, poi ancora a metà e così via per 100 volte. Quale sarà il suo spessore?
5) Il QI (quoziente d’intelligenza) di una popolazione di studenti delle medie di una città è di 100. Selezionato a caso un campione di 50 studenti, il primo ragazzo testato ha QI=150; qual è la media del nostro campione?
6) In 5 secondi, leggere l’operazione e, istintivamente, fornire il prodotto di questa moltiplicazione:
8x7x6x5x4x3x2x1.
7) Cosa scegliere fra:
- Un guadagno sicuro di 280 euro.
- Una probabilità del 30% di guadagnare 1.000 euro e una del 70% di non guadagnare nulla?
8) Una moneta non truccata è stata lanciata per tre volte e tutte e tre le volte è uscito testa. Su cosa conviene scommettere al prossimo lancio:
- Testa
- Croce
- Nessuna preferenza?
Se non avete superato il test (sbagliando una o più domande), leggete, riflettete e studiate l’articolo sulla finanza comportamentale.
Trading fai da te – Preparazione
Superato lo scoglio psicologico, per essere abilitati al trading fai da te resta quello culturale. Si è preparati al trading fai da te? Non basta certo
- avere un’ottima autostima (a volte si trasforma in una sicumera, in una supervalutazione delle proprie capacità)
- studiare da autodidatti, ma non avere praticamente esperienza (si è al più nelle condizioni di uno studente in medicina appena laureato con ottimi voti).
Molti sono consci dei propri limiti e “si fanno dire le cose”: da un consulente (a cui cercano di carpire i segreti), da articoli letti su giornali finanziari o in Rete, da piattaforme di trading. Anche questa soluzione porta poi a risultati decisamente peggiori rispetto all’affidarsi completamente a un serio professionista. Prima di sottoporre il test per la preparazione ricordiamo che
i guadagni reali si ottengono sottraendo dal guadagno lordo i costi del tempo e delle risorse impiegate.
In altri termini, se mi dedico al trading fai da te due ore al giorno e guadagno in un anno (su un’allocazione di 50.000 euro) il 5%, cioè 2.500 euro, è come se svolgessi un lavoro di otto ore che mi dà 10.000 euro l’anno. Quanti sarebbero soddisfatti?
Il test di abilitazione culturale al trading fai da te
Il test culturale per il trading fai da te lo trovate qui: Sai gestire i tuoi soldi?
Se ve la siete cavata bene, complimenti, non rientrate, infatti, in quella stragrande maggioranza di persone che hanno fallito miseramente il test, un test che sembra banale, ma che ha visto fallire (non si è cioè saputo rispondere correttamente a tutte e tre le domande) in Russia il 96% di chi lo ha effettuato; negli Stati Uniti è andata “meglio”, ma solo il 30% degli intervistati ha risposto correttamente a tutti e tre i quesiti. Male anche gli italiani (il 75% delle persone non ha superato il test), gli svedesi (79%), i francesi (69%) e i giapponesi (73%).
Il sopracitato test, evidentemente molto “arduo”, fa parte di uno studio che indagava sulle conoscenze finanziarie della popolazione mondiale; i risultati dell’indagine, condotta dalle economiste Annamaria Lusardi e Olivia Mitchell, hanno mostrato un’incredibile “analfabetismo finanziario” (e non ci riferiamo soltanto alle allarmanti risposte alle tre domande del test).
Lo studio condotto da Lusardi e Mitchell ha destato un notevole interesse nella stampa finanziaria perché ha messo a nudo una realtà che forse molti non vedevano o preferivano non vedere.
Uno dei grossi problemi che l’indagine ha impietosamente messo in evidenza è che l’in
teresse verso l’educazione finanziaria è molto scarso; questo perché le persone tendono a considerarsi molto più competenti in materia di gestione dei soldi di quanto poi non lo siano in realtà.
Basti pensare che quando è stato chiesto al campione di statunitensi di indicare il proprio livello di competenza finanziaria considerando una scala da 1 (competenza finanziaria molto bassa) a 7 (competenza finanziaria molto alta), la grande maggioranza (70% degli intervistati) ha risposto indicando un livello minimo di 5, risposta che mal si concilia con il fatto che dei cittadini USA, soltanto il 30% ha saputo rispondere correttamente alle tre domande del test; sembra del tutto evidente, quindi, che in moltissime persone c’è una notevole sopravvalutazione delle proprie capacità finanziarie; per inciso, lo stesso tipo di risultato si è verificato anche con gli intervistati di Germania e Olanda.
Lo studio di Lusardi e Mitchell ha evidenziato anche che le categorie di persone che hanno un più basso livello di competenza in materia finanziaria sono le persone anziane, le donne e coloro che, in base al loro reddito, vengono considerati poveri.
Altri dati interessanti sono relativi alla differenza di competenze relativamente al genere; indipendentemente dal livello della propria istruzione e dall’età, gli uomini sembrano, infatti, avere superiori conoscenze rispetto alle donne, ma queste ultime risultano più consapevoli della loro ignoranza finanziaria (molte donne rispondevano “Non so” piuttosto che lanciarsi in “avventurose” risposte); secondo gli autori ciò potrebbe indicare che le donne sembrerebbero più inclini degli uomini a migliorare le proprie competenze in materia di soldi.
Migliorare il proprio livello di istruzione sarebbe fondamentale; le due economiste hanno infatti rilevato che il fornire conoscenze finanziarie alle persone che hanno un basso livello di istruzione porta un notevole miglioramento della loro situazione economica, ovvero, in soldoni, di un importo pari all’82% della loro ricchezza iniziale.
Insomma, alla fine della fiera, ce n’è abbastanza per riflettere sul fatto che avere migliori competenze finanziarie potrebbe portare a un deciso miglioramento della propria qualità di vita; del resto, è vero che la ricchezza non è condizione sufficiente alla felicità, ma è sicuramente una condizione facilitante per la stessa.

Avere migliori competenze finanziarie potrebbe portare a un deciso miglioramento della propria qualità di vita
Trading fai da te – Le reali possibilità di guadagno
Una battuta che circola negli ambienti economici è che, in una classifica basata sul minor grado di scientificità, l’economia è seconda solo all’astrologia. Forse la frase è troppo forte, ma qualcosa di vero c’è.
l’economia degli investimenti è molto simile al gioco d’azzardo.
Le affinità sono:
- la possibilità di una trattazione matematico-statistica dei dati;
- l’illusione della vittoria;
- l’effetto risultato.
L’unica differenza che sembrerebbe penalizzare alcuni giochi d’azzardo è che non sono equi, mentre il mercato finanziario potrebbe esserlo (cioè si potrebbe avere la possibilità teorica di guadagnare), anche se già Keynes metteva in guardia sul fatto che “i mercati rimangono irrazionali molto più a lungo di essere solventi”.
Questa frase ricorda molto la faciloneria di chi spera di vincere a rosso/nero alla roulette giocando sui ritardi, salvo, a un certo punto, accorgersi che non ha più capitali per continuare a sostenere la strategia di puntare sul colore ritardatario.
L’illusione della vittoria – Questa locuzione definisce la convinzione che l’investitore matura dentro di sé guardando ciò che è successo in passato. Chiunque di noi, guardando la curva delle azioni degli ultimi dieci anni (ved. Il senno di poi), è in grado di elaborare geniali strategie che avrebbero portato a guadagni stratosferici. Tale superficialità è simile a quella di chi è convinto di aver elaborato strategie vincenti al gioco del lotto senza sapere nulla di statistica: “ho notato che escono spesso due numeri su cinque con lo stesso numero finale, è facile vincere, basta giocare gli ambi che ritardano e che hanno la stessa cifra come finale!”.
Sull’illusione della vittoria si basano molte truffe: “con soli 50 euro al mese il nostro sistema ha garantito negli ultimi cinque anni dieci 5 al Superenalotto”. Vero: basta analizzare i dati e trovare una “regola” per selezionare proprio i numeri che sono usciti! Ovviamente tale regola in futuro non funzionerà, coerentemente con le leggi generali della statistica.
L’illusione della vittoria contrasta nettamente con la constatazione che
ciò che è successo in passato è solo debolmente correlato con quanto accadrà in futuro.
Certo, dopo un picco negativo della Borsa possiamo attenderci una risalita, ma cosa accade se, proprio quando abbiamo deciso di comprare, la Borsa va ancora più giù per una guerra improvvisa o per altri avvenimenti non strettamente legati all’economia?
Effetto risultato – Si tratta dell’errore razionale di considerare solo i risultati positivi di un esperimento.
In campo economico, è abbastanza evidente che i risultati positivi sono sbandierati a tutti (l’anno scorso ho guadagnato il 15% in Borsa), quelli negativi sono rivelati solo in caso di fallimento globale, mentre quelli debolmente negativi sono spesso taciuti, proprio perché il soggetto vuole evitare la figuraccia di aver avuto un comportamento poco efficiente.
Ricordo un mio amico che anni fa non faceva altro che parlarmi di quanto guadagnasse in Borsa. Quando la Borsa iniziò a crollare, i suoi discorsi cambiarono argomento finché un giorno ammise a denti stretti che avrebbe fatto meglio a tenere i propri soldi sotto al materasso.
Le società d’investimento sono poi molto abili ad amplificare l’effetto risultato. Le tecniche più usate sono l’errore di additività e l’azzeramento delle perdite.
Nell’errore di additività il promotore sfrutta il fatto che la gran parte delle persone non è capace di “comporre” i numeri, sa solo sommarli. Pertanto userà frasi del tipo “le perdite del 50% dell’anno scorso sono state compensate dai guadagni del 50% di quest’anno”. Ciò è evidentemente assurdo: se due anni fa avevo 100, dopo un anno avevo 50 (ho perso il 50%), ora ho recuperato il 50% (di 50), quindi alla fine ho 75 con una perdita in due anni del 25%, non sono affatto in pari!
L’azzeramento delle perdite è una variante più sofisticata dell’errore di additività; mentre quest’ultimo non può essere matematicamente contestato (e quindi non funzionerebbe con l’utente smaliziato), l’azzeramento delle perdite è una tecnica squisitamente psicologica. La variante che riguarda un solo investimento consiste nello scegliere periodi temporali favorevoli. L’ultimo anno si è perso? Bene mostro i risultati degli ultimi 3 anni. Nel caso in cui non sia possibile negare l’evidenza trovando un periodo favorevole, si passa alla variante a più investimenti. Tale variante consiste nel proporre un nuovo investimento quando il precedente non è stato positivo. Se il secondo funziona (altrimenti se ne propone un terzo, un quarto ecc.), le perdite associate al primo vengono “dimenticate”.
La conclusione
(1) non esiste nessuna strategia che possa garantire un guadagno reale.
L’economista classico non nega la (1), ma si affretta a dire che i guadagni sono inversamente proporzionali ai rischi, che, se vogliamo stare sul sicuro, possiamo accontentarci di guadagnare poco, avendo un alto grado di certezza. In realtà anche questa posizione è stata smontata dai vari periodi di crisi che si sono succeduti a diversi decenni di distanza. Anche il concetto di basso rischio è molto relativo come sanno piccoli risparmiatori andati in rovina per aver acquistato obbligazioni “sicure”.
La previsione in campo economico è di poco più razionale di quella dell’astrologo o del mago e quindi è solo di poco più affidabile. Illusione della vittoria ed effetto risultato sono i due fattori che possono illudere circa la reale possibilità di smentire la (1). A essi si somma la considerazione che
non è possibile creare ricchezza dal nulla
(una sorta di principio di termodinamica economica); l’illusione di chi pensa di riuscirci è banalmente contraddetta dal fatto che se fosse possibile guadagnare fortune immense applicando semplice formulette, la ricchezza dei singoli crescerebbe all’infinito, visto che queste formulette sono note a molti. Ammesso infine che una società o un singolo trovino la strategia rivoluzionaria per capire il mercato, varrebbe l’analogia del mago: visto che saprebbero prevedere il futuro, che senso avrebbe avere dei clienti? Non sarebbe più semplice e opportuno arricchirsi direttamente impiegando le proprie capacità divinatorie?
Trading fai da te – Le soluzioni al test psicologico
1) Avversione alle perdite
La risposta corretta è A, ma, per un particolare fastidio per la prima perdita, molti avranno risposto B (in questo caso la perdita attesa globale è di 125 euro contro i 50 di A, un disastro); è il meccanismo con cui molta gente si rovina senza capire che è meglio fermarsi e accettare la perdita piuttosto che rischiare ancora in condizioni sfavorevoli.
Ricordiamo che il guadagno atteso è dato dalla somma dei prodotti delle probabilità per gli importi previsti: 250*0,30+0*0,70=75 euro; contro i 150 giocati + i 50 euro persi prima danno una perdita attesa di 125 euro!
2) La percezione selettiva e la definizione degli stop loss
Conviene sospendere il progetto attuale.
3) Euristica della disponibilità
Un parente morto per un tumore o la notizia di un grave incidente sul lavoro alterano la nostra percezione della realtà. L’ordine esatto è:
- Infarto
- Cancro
- Incidente d’auto
- Incidente sul lavoro.
4) Ancoraggio
Poiché un foglio ha uno spessore irrisorio (supponiamo un decimo di millimetro), rimaniamo ancorati a valori bassi. Alla prima piega lo spessore diventa 2 volte, alla seconda 4 volte, alla terza 8 volte ecc. In realtà il numero di strati è quindi 2^100 che dà una distanza pari a circa 845 bilioni di volte la distanza fra la Terra e il Sole.
Un esempio analogo è rappresentato da questo curioso aneddoto sul gioco degli scacchi.
Un importante personaggio (per alcuni un ambasciatore, per altri un ricco mercante, ma poco importa), giunto in terra d’Egitto, si presentò al cospetto di un alquanto annoiato faraone. L’ospite straniero gli propose, con lo scopo di distrarlo e vincere la sua noia, una sfida a un gioco da lui inventato. Il faraone accettò e il suo ospite tirò fuori l’occorrente, un pezzo di legno diviso in 64 caselle colorate alternativamente in bianco e nero e i 32 pezzi che rappresentavano i vari personaggi. Il faraone apprezzò moltissimo il nuovo gioco e, terminata la sfida, in segno di ringraziamento, disse al suo ospite di esprimere un qualsiasi desiderio, promettendogli che avrebbe dato ordine di eseguirlo prontamente. L’ospite non ci pensò su due volte e disse al faraone che avrebbe desiderato ricevere in dono del grano; la quantità l’avrebbe stabilità la scacchiera: un chicco di grano sulla prima casella, due sulla seconda ecc. raddoppiando il numero dei chicchi fino ad arrivare all’ultima casella, la sessantaquattresima. “Un ben misero premio” disse il faraone, molto sorpreso dall’insignificante richiesta del suo ospite e dette immediate disposizioni a un suo funzionario affinché provvedesse a esaudire la richiesta dello straniero.
Passarono alcuni giorni dopodiché uno sconsolato funzionario si presento al faraone spiegandogli che per esaudire il desiderio dello straniero non solo non sarebbe stato sufficiente il raccolto annuale del Paese, ma non sarebbero bastati neppure i raccolti decennali di grano del mondo intero…
5) Falsa cultura (ignoranza del calcolo delle probabilità)
La maggior parte delle persone ritiene che la media sia ancora 100, ma sbaglia. Se il primo ragazzo ha un QI di 150, gli altri 49 ragazzi avranno un QI medio atteso pari a 100, quindi la media del campione è [(49×100)+150]/50=101.
L’esempio mostra la differenza fra risultati su un campione e su una popolazione.
6) Ancoraggio
Il risultato corretto è 40.320, ma la maggior parte delle risposte in genere dà un numero nettamente inferiore poiché scatta l’ancoraggio ai piccoli numeri in gioco. Si deve notare che il risultato cambia se la domanda è posta come risultato di 1x2x3x4x5x6x7x8: poiché in 5 secondi si valutano solo i primi 4 o 5 numeri, se si inizia da 1 (anziché da 8), nonostante sia a tutti chiaro che la moltiplicazione gode della proprietà commutativa, il risultato stimato è mediamente inferiore.
7) Utilità attesa
La risposta corretta è B poiché l’utilità attesa (ved. risposta 1) è di 300 euro contro i 280 di A.
8) Falsa cultura (ignoranza del calcolo delle probabilità)
I vari lanci sono eventi indipendenti (cioè l’esito di un lancio non dipende dalla storia passata), per cui la risposta giusta è C.