Il finanziamento a tasso zero (tasso 0) è una delle forme di prestito che più allettano la maggior parte di coloro che non hanno una “coscienza economica”.
Tasso zero è ormai un’espressione diventata ricorrente nei messaggi promozionali della grande e media distribuzione (si pensi a grandi catene come Euronics, MediaWorld, Trony, Expert ecc. fino ad arrivare a brand decisamente meno famosi) e nei contratti che prevedono finanziamenti rateali (ricordiamo che i finanziamenti rateali sono operazioni che consistono nell’erogazione di un prestito da parte di un operatore economico, istituto di credito o società finanziaria, a un soggetto (che può un privato oppure un’azienda).
Dal momento che il meccanismo di applicazione dei tassi di interesse può essere non sempre immediatamente comprensibile, il legislatore ha imposto agli istituti eroganti di specificare con chiarezza le reali condizioni del prestito, in particolare il TAN e il TAEG ovvero, rispettivamente, il tasso annuo nominale e il tasso annuo effettivo globale. È comunque opportuno cercare di capire meglio il significato di espressioni come tasso zero e sigle come TAN e TAEG perché molte persone non hanno le idee molto chiare in proposito e corrono il rischio di andare incontro a esborsi che non avevano previsto al momento in cui hanno deciso di effettuare un determinato acquisto. In particolare, in questo articolo tratteremo del cosiddetto tasso zero.
Con tasso zero si fa riferimento a un tasso nominale annuo (vedasi voce corrispondente TAN che i rivenditori che hanno stabilito con una finanziaria propongono ai clienti per convincerli “a fare l’affare”.
Nei finanziamenti a tasso zero (uno strumento che la perdurante crisi economica e finanziaria ha reso sempre più utilizzato), gli interessi vengono pagati dal rivenditore o dalla finanziaria (o da entrambi).
Si deve tenere sempre ben presente che il tasso zero è una forma di promozione pubblicitaria e, come tale, deve essere attentamente valutata; come vedremo, se è vero che gli interessi relativi a questa forma di finanziamento sono pari a zero, così non è per quanto riguarda altri oneri e spese che il contratto di finanziamento prevede.
Il tasso zero è un ottimo affare?
Molti si chiedono se il tasso zero sia o no un ottimo affare. Ecco due “scoperte”:
La prima scoperta – Apparentemente il tasso zero potrebbe sembrare un ottimo affare, ma ovviamente nessuno regala nulla, per cui, per esempio, a fronte dell’acquisto a tasso zero di un’autovettura da 25.000 euro, si ottiene sicuramente uno sconto minore (diciamo del 2%). Quindi, anche ammesso che non ci siano veramente oneri aggiuntivi, scegliere il tasso zero significa rinunciare a uno sconto che dal punto di vista finanziario è comunque molto significativo.
La seconda scoperta – In genere (vale a dire quasi sempre) si trova sempre un rimando a note a piè di pagina che specificano che sì, il TAN è lo 0%, ma il TAEG (tasso annuo effettivo globale, vedasi la voce corrispondente, TAEG) è variabile, con costi di attivazione della pratica variabili e non compresi nel prezzo.
Ricordiamo brevemente che il TAEG, come spiegato nell’articolo specifico, esprime il costo complessivo del finanziamento. Nel TAEG sono compresi gli oneri accessori obbligatori quali spese di istruttoria, spese di incasso delle rate, assicurazione obbligatoria ecc.. L’onere espresso dal TAEG è tanto maggiore quanto più gli importi sono piccoli, ma può essere, per importi attorno ai 10.000 euro, anche dell’ordine di qualche punto percentuale.
L’ultima scoperta – Micidiale poi il caso in cui si abbini alla formula tasso zero quella del “compri oggi, paghi fra un anno”. Il trucco consiste nel fatto che quando si cominciano a pagare le rate, l’importo per ogni rata sarà maggiore (per gli interessi maturati nel periodo di non pagamento, magari a un tasso dell’8%).
Il tasso zero esiste veramente?
Per conquistarsi anche qualcuno fra i clienti più smaliziati della media, è possibile mischiare diverse forme di assistenza finanziaria.
Per esempio, per spingere un “mini-finanziamento + assicurazione omnicomprensiva” per l’acquisto di una vettura, è possibile far credere al cliente che a fronte di un finanziamento di una quota minima dell’auto si possano ottenere incredibili prezzi assicurativi.
Esempio: con un mini-finanziamento di 4.000 euro per l’acquisto di un’auto del valore di 30.000 in tre anni si devono rendere 8.622 euro, cioè il finanziamento costa 4.622 euro, circa 1.540 euro all’anno. Poiché la polizza è furto/incendio/atti vandalici/Kasko con franchigie basse e tutto sommato risulta apparentemente interessante, il cliente non cerca alternative (anche perché quelle mostrate dal venditore sono medio-alte). Peccato che con un minimo di ricerca sarebbe possibile trovare una polizza equivalente al costo di 1.030 euro. In altri termini, il finanziamento di 4.000 euro costa 510 euro all’anno.
Insomma, nel caso in cui ci venga proposto un tasso zero è opportuno valutare la reale logica che c’è dietro la campagna promozionale; se è vero che in certi casi determinate proposte hanno prezzi che comunque possono essere considerati ragionevoli, in molti altri nascondono tutta una serie di costi che riducono di molto (o addirittura azzerano) la convenienza dell’offerta.
Del resto un finanziamento a tasso zero reale (vale a dire TAN 0%, TAEG 0%) non avrebbe alcun senso, nessuna finanziaria o nessun istituto di credito potrebbe erogare un prestito senza applicare un minimo tasso di interesse. Le promozioni con TAN 0% e TAEG 0%, questo lo si può dare per certo, si avvalgono di listini maggiorati in partenza.
Soltanto lo Stato (oppure una fondazione senza scopo di lucro) ha la facoltà di offrire dei finanziamenti a tasso zero reale oppure con particolari agevolazioni; è per esempio il caso dei prestiti d’onore (prestiti che sono generalmente destinati a finanziare determinate attività imprenditoriali; il finanziamento viene concesso a condizioni molto favorevoli; di solito consiste in un contributo a fondo perduto e un prestito concesso a condizioni particolarmente agevolate e rimborsabile nel giro di alcuni anni) o dei finanziamenti a fondo perduto; si tratta però di strategie particolari che hanno scopi ben precisi, non commerciali, come quelli, per esempio, di favorire lo stato occupazionale dei cittadini oppure di agevolare l’imprenditoria giovanile.

Un finanziamento a tasso zero reale (vale a dire TAN 0%, TAEG 0%) non avrebbe alcun senso, nessuna finanziaria o nessun istituto di credito potrebbe erogare un prestito senza applicare un minimo tasso di interesse. Le promozioni con TAN 0% e TAEG 0%, questo lo si può dare per certo, si avvalgono di listini maggiorati in partenza.