La strategia del traguardo è la scelta lavorativa più affascinante promossa dal Personalismo.
Diciamo prima cosa non è. Non vuol dire “pretendere” di arrivare a 30-40 anni e vivere di rendita! Questo è un errore molto comune fra i giovani che avvertono la pesantezza del lavoro e si angosciano per il fatto che per loro il traguardo non arriverà mai o arriverà troppo tardi.
Strategia del traguardo vuol dire fare scelte di vita (sia lavorative sia no) che consentano di andare in pensione decisamente prima dell’età pensionabile.
Decisamente prima non vuol dire andarci a 30 anni (si devono avere enormi condizioni facilitanti), ma magari a 40, a 50 o a 55. L’obiettivo è quello di godersi poi la vita: ora che la vita media si è allungata è molto diverso andare per esempio in pensione a 65 anni o a 55. Se la vita media è 80 anni, vuol dire godersi la vita solo per 15 anni o per 25, oltre un 60% in più. Figuriamoci poi se si va a 50 o a 40…
Come si attua la strategia del traguardo?

“Strategia del traguardo” vuol dire fare scelte di vita che consentano di andare in pensione decisamente prima dell’età pensionabile
Il meccanismo è abbastanza facile: il traguardo è rappresentato dalla disponibilità economica che, sommata alla pensione (e all’eventuale liquidazione), consente di avere un tenore di vita accettabile fino alla fine dei propri giorni. Senza un dato numerico, il discorso resta abbastanza fumoso. I conti ognuno può farseli da sé (nel caso dei lavoratori dipendenti si devono conteggiare nel patrimonio le eventuali liquidazioni), ma, per dare una traccia, è ovvio che, se possiede un patrimonio di 400.000 euro una coppia, può tranquillamente andare in pensione a 50 anni (per un single ne bastano 250.000), vedasi l’articolo Come smettere di lavorare. Euro più euro meno, chi contesta questa affermazione probabilmente non ha una vita abbastanza semplice.
Quali sono i requisiti per avere tale patrimonio?
- Avere una propensione alla semplicità di vita.
- Avere propensione al risparmio.
- Avere un’attività lavorativa sufficientemente redditizia; il titolo di studio aiuta perché è evidente che un professionista ha maggiori possibilità di un semplice operaio. Nel caso di lavoro dipendente il titolo di studio aiuta maggiormente (è una condizione facilitante); nel caso di lavoro autonomo il titolo di studio aiuta sempre, ma è meno facilitante perché anche chi non ne ha uno eccelso può guadagnare bene se, nel suo lavoro, diventa molto bravo (pensiamo a un artigiano, a un cuoco o a un commerciante con un grande senso degli affari). Si deve notare che il concetto di “redditizia” può implicare una crescita professionale che può durare anche una decina d’anni.
- Mettere da parte, diciamo, 20.000 euro all’anno; tale somma può essere inferiore nella fase di “gavetta” e superiore quando l’attività va a gonfie vele.
- Fare scelte di vita che consentano il punto 4. Ovvio che se noi o il coniuge pretendiamo un alto tenore di vita, se si fanno 3-4 figli ecc. il punto 4 diventa molto difficile da realizzare (portare un figlio alla laurea costa 250.000 euro circa; fra l’altro, avere figli in tarda età e quindi ancora non autosufficienti quando c’è in vista il traguardo di fatto differisce la meta).
Il punto 3 è fondamentale: chi pensa di vivacchiare al lavoro e arrivare al traguardo, o di fatto è già molto facoltoso o non ha possibilità. Il massimo impegno nel lavoro è quello che massimizza gli utili e quindi gli accantonamenti.
Perché molti si astengono dal cercare il traguardo
Il motivo è che la stragrande maggioranza della popolazione sceglie la strategia del carcerato. Il soggetto:
Non è una persona semplice e preferisce spendere tutti i soldi che gli arrivano nelle tasche (se è un apparente spesso vivrà anche di mutui e di debiti) pur di avere un tenore di vita che gli consenta di gareggiare con gli altri (“me lo posso permettere“).
Non ha una propensione al risparmio; la pandemia 2020 ha mostrato che molte persone, anche abbienti, sono state messe in crisi perché non avevano risorse economiche tali da gestire un anno di mancati guadagni!
Non sa scegliersi un lavoro redditizio; in genere si tratta di persone che vorrebbero “amare il proprio lavoro al 100%” (che quindi più che un lavoro è un’attività economica come per un artista o per un calciatore); spesso questo è il problema di molti giovani.
Non ha la propensione al massimo impegno nel lavoro; ovvio che se non si eccelle in quello che si fa è difficile guadagnare tanto!
A causa dei condizionamenti, ha fatto scelte di vita in controtendenza con il traguardo, condannandosi alla strategia del carcerato.
I fattori invalidanti
Concentriamoci su quei fattori che la maggior parte delle persone giudica positivamente, ma di fatto sono un limite alla strategia del traguardo (a favore di quella del carcerato).
Casa – Troppe persone scelgono una casa più grande, più bella, s’impegnano in mutui che altro non sono che un allungamento della pena da scontare. Chi vive in una casa da 250.000 euro potrebbe tranquillamente vivere in una da 180.000. Analogamente, i rifacimenti estetici delle case sono un prezzo che abbatte la strategia del traguardo con la facilità con cui un cecchino abbatte un bersaglio a pochi metri di distanza.
Auto – Permettersi una bella auto dà grandi soddisfazioni a chi semplice non è; nella propria vita lavorativa si cambiano in media 5-6 auto; se si scelgono auto da 35.000 euro anziché da 20.000 è ovvio che si buttano nel corso della propria vita almeno 75.000 euro.
Viaggi – Le vacanze sono spesso l’evasione preferita del carcerato. Come spiegato nell’articolo sulla vacanza, un conto sono “vacanze indimenticabili” o motivate da oggetti d’amore e un conto sono vacanze per staccare dalla routine quotidiana: il soggetto per qualche giorno non si sente schiavo, ma padrone (vedasi la strategia del servito)! Così come l’uscita settimanale con tutta la famiglia in costosi ristoranti (e che diamine, vogliamo non permettercela con il bel lavoro che abbiamo!) che diventa una mazzata alla strategia del traguardo.
Abbigliamento e accessori – Qui comprendiamo tutto ciò che è firmato e che costa sopra le righe. Una borsa o un orologio da 500 euro è una spesa semplicemente da apparente; analogamente l’ultimo cellulare, cambiato ogni anno per essere al top di gamma. Anche in questo caso risparmiare 3-5.000 euro l’anno non è certo impossibile.
Una famiglia numerosa – Va da sé che in condizioni normali avere una famiglia numerosa penalizza moltissimo (come detto, il costo per portare un figlio alla laurea è di circa 250.000 euro).
Si deve notare che i fattori sopraccitati non sono di per sé negativi: lo diventano quando hanno la priorità rispetto alla strategia del traguardo. Ovvio che se una persona guadagna 100.000 euro netti all’anno, può decidere di allocarne 50.000 al traguardo e gli altri 50.000 al tenore di vita.
I numeri sono stati evidenziati per mostrare che la strategia del traguardo è possibile; per molte persone la strategia del carcerato è una necessità: non hanno i mezzi né le capacità per mettere da parte qualcosa e preferiscono passare bene la vita in carcere permettendosi questo o quello. Però, da un’analisi della ricchezza individuale, circa il 25% della popolazione, rispettando i punti sopraccitati potrebbe scegliere la strategia del traguardo a 50 anni o meno; in realtà solo il 2-3% lo fa.
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