Le spese pubbliche sono le spese sostenute dallo Stato e dai vari enti pubblici per far fronte alle esigenze della collettività.
Tali spese possono essere suddivise basandosi su vari criteri; in base alla loro destinazione si distinguono spese correnti e spese di investimento; le prime sono necessarie al funzionamento della pubblica amministrazione e sono pertanto ricorrenti; ne sono esempi i costi sostenuti per il reperimento dei materiali necessari alle varie attività pubbliche, i pagamenti degli stipendi dei dipendenti statali, gli interessi maturati sui titoli di Stato ecc.; le seconde, invece, sono riferite ai pagamenti che lo Stato deve sostenere per la costruzione o il mantenimento delle opere pubbliche e delle varie infrastrutture (ospedali, strade, edilizia popolare), per la costruzione di macchinari, per le sovvenzioni a fondo perduto alle imprese ecc. Le spese di investimento sono anche definite spese in conto capitale.
A seconda della loro frequenza si distinguono spese ordinarie e spese straordinarie; le prime sono quelle che lo Stato sostiene in modo continuativo nel tempo (pagamento degli stipendi, erogazione delle pensioni ecc.), le seconde sono invece sostenute una tantum oppure in modo non regolare tempo; le spese straordinarie possono essere previste, ancorché occasionali (realizzazione di un’opera di pubblica utilità) oppure impreviste (il classico caso è quello delle spese che si devono sostenere in seguito a una calamità naturale). In linea di principio, le spese ordinarie dovrebbero essere coperte con le entrate ordinarie, mentre quelle straordinarie con entrate straordinarie, cosa che non sempre è possibile realizzare.
Si distinguono poi, in base all’ente che le effettua, spese statali e spese locali; esempi delle prime sono le spese per la difesa e per la giustizia, esempi delle seconde sono le spese sostenute per la sanità pubblica che, come noto, sono di competenza regionale.
A seconda delle norme giuridiche che le regolano, si distinguono spese obbligatorie e spese facoltative; le prime, imposte dalla legge, devono essere obbligatoriamente sostenute; il classico caso è rappresentato dal pagamento degli stipendi dei dipendenti del pubblico impiego; quelle facoltative sono invece le spese che sono decise dal Governo che è attualmente in carica (per esempio, i costi da sostenere per realizzare la costruzione di una ferrovia).
Un’altra distinzione è quella relativa allo scopo; in base a questo criterio si hanno spese di governo e spese di esercizio; le prime sono quelle necessarie al soddisfacimento dei bisogni collettivi (per esempio, l’erogazione delle pensioni) e per il conseguimento di altre finalità statali; le seconde sono quelle che lo Stato sostiene per procurarsi delle entrate (spese per gli accertamenti fiscali, interessi sui titoli di Stato ecc.).

Le spese pubbliche sono le spese che lo Stato e i vari enti pubblici sostengono allo scopo di far fronte all’esigenze della collettività.
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