La ragione per cui lo scambio monetario è decisamente più comune del baratto va ricercata nelle condizioni che caratterizzano quest’ultimo:
- nel caso di due soggetti, Tizio e Caio, è necessario che vi sia una reciprocità del bisogno dei prodotti che i due soggetti possono offrire;
- il reciproco bisogno che Tizio e Caio hanno dei prodotti a loro appartenenti deve essere contemporaneo o quasi;
- i prodotti devono essere facilmente divisibili, cosa che non è sempre possibile (l’esempio più semplice da fare è quello degli animali vivi).
In modo molto pratico, è possibile descrivere lo scambio monetario nel modo seguente.
Tizio vuole vendere il prodotto T; ciò che ricaverà potrà essere usato, se vuole, per acquistare altri prodotti. Per vendere T, Tizio deve attribuirgli un valore monetario, che viene denominato prezzo (p). Caio ha bisogno del prodotto T e lo acquista pagando a Tizio una somma di denaro che corrisponde a p.
Quando tutta l’operazione è iniziata, Tizio possedeva un prodotto, mentre Caio possedeva moneta; dopo che lo scambio è terminato, ci ritroviamo nella situazione inversa: Caio possiede il prodotto, mentre Tizio possiede moneta. Vi sono state quindi due movimentazioni: una di moneta (movimentazione originaria) e una di prodotti (movimentazione originata); la movimentazione di moneta comporta un’entrata e un’uscita di denaro; il valore della movimentazione di prodotti è economico (e viene denominato ricavo nel caso di chi vende e costo nel caso di chi compra) e viene misurato da un valore monetario (il prezzo).

Con l’utilizzo della moneta il valore di scambio dei beni è rappresentato dal prezzo.
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