Perché non trovo lavoro? Visto che il 10% della popolazione e circa il 30% dei giovani possono porsi questa domanda, è giusto dare risposte concrete e velocemente operative.
I più volenterosi li rimando alla guida al lavoro; per gli impazienti, in questo articolo vedrò di sintetizzare i punti chiave della guida (ma vi consiglio, non solo di leggerla, ma di rifletterci sopra e di studiarla), rispondendo alla domanda del titolo.
Prima però devo mettere in guardia che i miracoli non esistono. In Rete c’è chi cerca la stringa “preghiera per chi cerca lavoro” oppure “lavoro per chi non sa fare niente”. Ovvio che queste sono posizioni che già di per sé rappresentano il principale handicap di chi, invece di calarsi nella realtà, cerca improbabili soluzioni.
Incominciamo con il dire che la preparazione è fondamentale. Ci si deve chiedere “cosa so realmente fare?”. Notate l’indicativo (so), non il futuro (saprò). Il neolaureato che si accorge che la scuola non gli ha dato una preparazione sufficiente non può pretendere che il datore di lavoro si sobbarchi il carico della formazione. A volte accade, ma non si può “pretendere”. Quindi, in questo caso, il neolaureato dovrà ritagliarsi un posto iniziale meno ambizioso (la classica “gavetta”).
Il secondo punto è il mercato. Come si può sperare di trovare lavoro se ci si offre in un mercato in crisi o addirittura praticamente non esistente?
Un punto simile al mercato è la richiesta, la domanda di lavoratori. Si pensi, per esempio, a chi si propone alle palestre (un buon mercato nella zona del nostro aspirante lavoratore) come “insegnante di kung fu”: il mercato in questione (la palestra) richiede figure professionali diverse, molto più orientate alle preferenze della popolazione.
La staticità è un problema che riguarda soprattutto gli over 40 che hanno perso il lavoro (si spera che prima abbiano lavorato!). I lavori evolvono e cambiano, se si ha poca propensione all’aggiornamento prima o poi la nostra “vetustà” ci presenterà il conto.
Può sembrare un dato poco importante, ma lo stato psico-fisico del soggetto è fondamentale. Molti pensano che per un colloquio di lavoro basti “vestirsi bene”. In realtà, l’esaminatore valuta anche ogni aspetto che possa rivelarsi “perdente” per il lavoro in questione. Tutti capiscono che se sono mingherlino e mi presento in un’impresa di traslochi come uomo di fatica ho ben poche possibilità; pochi invece capiscono che se mi presento come segretaria in un’azienda molto dinamica e parlo lentamente, ho una stretta di mano da ottuagenaria e appaio poco dinamica… beh, non devo stupirmi se non mi assumono.
La flessibilità è un fattore fondamentale per trovare facilmente lavoro. Spesso chi chiede “perché non trovo lavoro?” è una persona, magari capace, ma veramente poco flessibile: non sa adattarsi a lavori diversi da quello che ha in testa.
Una variante molto comune della mancanza di flessibilità è la ricerca del posto fisso (se non è fisso non lo voglio!). Oggi, praticamente, sono pochissimi i “posti fissi”. Anche quelli a tempo indeterminato, per tanti motivi, possono diventare molto precari (l’azienda chiude, si trasferisce in un posto troppo distante per accettare il trasferimento, cambia i propri obiettivi e quindi cambiano anche le mansioni del lavoratore ecc.).
Se si leggono con attenzione i paragrafi sopra riportati (e magari si approfondiscono i punti non chiari con l’articolo più dettagliato della guida al lavoro), il primo nemico della risposta alla domanda “perché non trovo lavoro?” è proprio chi lo cerca. Quindi, rimboccatevi le maniche e cambiate quegli atteggiamenti che vi penalizzano come macigni.

Spesso chi chiede “perché non trovo lavoro?” è una persona, magari capace, ma veramente poco flessibile: non sa adattarsi a lavori diversi da quello che ha in testa