Il concetto di pensione entra a far parte di ogni piano esistenziale a medio-lungo termine. Se una volta la pensione era l’obiettivo ultimo della propria vita lavorativa, oggi l’argomento presenta una maggiore varietà di interpretazioni, soluzioni, strategie.
Non è questo l’ambito per una discussione dettagliata del problema; vogliamo solo dare alcuni consigli pratici che possono orientare al meglio.
La pensione ottimale
Lavoro e qualità della vita sono spesso legati in modo indissolubile ed è pertanto fondamentale chiedersi quale sia la strategia pensionistica ottimale. Sicuramente non lo è lavorare come matti per andare in pensione con un buon vitalizio e poi morire il giorno dopo che abbiamo smesso di lavorare. Per cui l’aspettativa di vita diventa fondamentale: chi sente, purtroppo, di non avere una lunga aspettativa di vita (chi è veramente in forma a 60 anni può aspirare tranquillamente al secolo d’età) dovrebbe privilegiare la strategia che assicuri almeno una quindicina d’anni di pensione.
Altro fattore fondamentale è il tenore di vita prima della pensione. Occorre distinguere chi ha scelto la strategia della libertà da chi ha scelto la strategia del traguardo (per la definizione dei termini si veda l’articolo sul lavoro.
Per chi ha un lavoro che lascia molta libertà, ma non è altamente retribuito, è corretto cercare il pensionamento il più tardi possibile (ammesso che sia soddisfatto il vincolo sull’aspettativa di vita: almeno 15 anni di pensione), tanto gode già di una certa libertà.
Chi ha seguito la strategia del traguardo (e c’è arrivato!) è opportuno invece che raggiunga sì il minimo pensionabile (far parte di un insieme come quello dei pensionati fa sempre comodo), ma non si danni l’anima più di tanto, visto che ha già una cospicua rendita.
Purtroppo la gran parte della popolazione non segue nessuna delle due strategie: non riesce a costruire una fortuna che gli assicuri di vivere di rendita, ma non ha nemmeno molta libertà dal proprio lavoro.
Per tutti costoro, oltre al consiglio di rivedere la loro strategia lavorativa (soprattutto se l’indice di qualità del lavoro è basso), è opportuno capire che spesso è meglio anticipare di qualche anno la pensione, magari pagando in proprio i contributi, piuttosto che continuare un lavoro che, in tarda età, diventa un macigno che ci fa invecchiare anzitempo. Ovviamente deve esserci un minimo di disponibilità economica per vivere senza il reddito del lavoro i pochi anni che ci separano dalla pensione.

Lavoro e qualità della vita sono spesso legati in modo indissolubile ed è pertanto fondamentale chiedersi quale sia la strategia pensionistica ottimale.
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