La mancanza di liquidità è un problema che assilla molte aziende tanto che ci sono consulenti che si occupano proprio della gestione di questo problema; in questo articolo vogliamo invece affrontare la mancanza di liquidità personale.
La pandemia Covid (2020-2022) ha messo in crisi molte aziende, ma molte attività autonome (soprattutto quelle non gravate da ingenti spese fisse) sono andate in difficoltà perché a livello personale non si aveva sufficiente liquidità per gestire uno o due anni di stop.
È fondamentale avere sempre a disposizione l’ammontare di liquidità necessaria per fare fronte a necessità improvvise.
Un investimento profittevole diventa un problema se un’inaspettata carenza di denaro contante si scontra con la difficoltà di liquidarlo. Per tale motivo è necessario disporre di una riserva di liquidità subito disponibile nell’evenienza di spese non programmate, come la necessità di sostituire un bene (automobile, macchinari, impianti) fondamentale per l’esercizio della propria attività lavorativa o il pagamento di spese sanitarie improvvise. Né la stipula di un’assicurazione rappresenta una protezione efficace nell’immediato, dati i normali tempi di liquidazione dei rimborsi.

È fondamentale avere sempre a disposizione l’ammontare di liquidità necessaria per fare fronte a necessità improvvise
Quale riserva per evitare la mancanza di liquidità?
Quale dimensione deve avere la riserva di liquidità? Dipende dai rischi individuali. Che sono bassi, per esempio, nel caso di un lavoratore dipendente che disponga, per contratto, di una buona copertura sanitaria (è per esempio il caso del personale bancario e assicurativo). In tal caso la riserva di liquidità deve far fronte alla necessità di sostituzione improvvisa dell’automobile, di un elettrodomestico, o di effettuare riparazioni all’abitazione. Al peggio, alla necessità di fronteggiare un breve periodo di disoccupazione.
Si può calcolare la dimensione corretta della riserva di liquidità utilizzando come unità di misura lo stipendio netto mensile.
Per un lavoratore dipendente deve equivalere a una cifra compresa tra i tre e i sei stipendi netti mensili. Più complesso il caso di un lavoratore autonomo. In tal caso va messa in conto non soltanto l’eventualità di sostituire un bene strumentale, ma anche quella che un infortunio possa comportare un periodo di inattività e di interruzione del reddito. Per un professionista è opportuno mantenere una riserva di liquidità equivalente a un anno di reddito netto.