Per far fronte alle spese pubbliche (le spese sostenute dallo Stato e dai vari enti pubblici per far fronte alle esigenze della collettività) sono necessarie delle entrate pubbliche, che sono identificabili con tutte le differenti risorse che lo Stato e i vari enti incassano attraverso diverse modalità:
- entrate tributarie: imposte, tasse e contributi
- entrate provenienti dal patrimonio statale e locale (sia per la fruizione che il cittadino ha di questi beni sia per l’alienazione di una parte di essi)
- entrate provenienti dalle attività delle imprese pubbliche
- entrate per il rimborso di crediti.
Merita un cenno la distinzione fra imposte, tasse e contributi. Le prime sono tributi che consistono in un prelievo coattivo di ricchezza dal contribuente; servono a finanziare i vari servizi pubblici; l’imposta è espressione del potere d’imperio (sovranità) dello Stato che preleva una parte della ricchezza del cittadino allo scopo di fornire alla collettività i cosiddetti servizi indivisibili (l’istruzione, la difesa, la costruzione di strade ecc.).
Erroneamente, il termine imposte viene comunemente considerato quale sinonimo di tasse; in realtà, queste ultime si distinguono dalle prime in quanto rappresentano il corrispettivo per un servizio pubblico che viene richiesto in forma individuale (ne sono esempi le tasse aeroportuali, le concessioni, le licenze ecc.).
I contributi sono prelievi di ricchezza effettuati da enti pubblici i quali, con le loro opere, arrecano un vantaggio al singolo contribuente senza che questi avesse fatto una richiesta di qualsivoglia prestazione (si pensi, per esempio, ai contributi che devono essere versati per le bonifiche pubbliche). Si tratta di una categoria di tributo sulla quale la dottrina economica non è unanimemente concorde; alcuni autori ritengono che si tratti di tasse (sono dovuti per uno specifico servizio, per esempio i contributi che si versano per le utenze stradali), altri li considerano come imposte (per esempio, i contributi che vengono versati al Servizio Sanitario Nazionale).
Tutte le entrate sopraccitate sono comunque definibili come “entrate fiscali”; vanno poi ricordate le cosiddette entrate “parafiscali”, i tipici esempi sono rappresentati dai pagamenti che i cittadini e le imprese effettuano a enti previdenziali e assistenziali quali INPS, INAIL ecc.
Come nel caso delle spese pubbliche, anche le entrate pubbliche possono essere suddivise in base a vari criteri.
A seconda della fonte di derivazione si hanno entrate originarie ed entrate derivate; le prime sono rappresentate dagli introiti che derivano dai beni che fanno parte del patrimonio dello Stato e dall’esercizio delle imprese pubbliche, industriali o commerciali che siano; le seconde sono invece costituite dalle entrate che derivano da tributi e pene pecuniarie, che sono prelievi effettuati nei confronti di cittadini e imprese in virtù della sovranità di Stato ed enti pubblici.
Vale la pena ricordare che, nel corso degli anni, le entrate originarie sono diminuite in modo considerevole a causa delle privatizzazioni; molte aziende pubbliche sono state trasformate in enti privati (si pensi all’ENEL, all’INA e all’ENI, che hanno acquisito la veste giuridica di S.p.A. -Società per Azioni-, le cui azioni possono essere acquistate dai risparmiatori privati) e ciò ha portato a un notevole decremento delle entrate originarie; lo scopo delle privatizzazioni è duplice: l’entrata finanziaria derivante dalla vendita e l’evitare che lo Stato sia costretto a intervenire nel caso di aziende con bilancio in passivo.
Altro criterio di distinzione è la natura delle entrate; si avranno quindi entrate tributarie (imposte, tasse, contributi) ed extra-tributarie (tutto ciò che non è riconducibile ai tributi).
Le entrate possono essere ordinarie o straordinarie; le prime si ripetono di anno in anno; le seconde non hanno una periodicità regolare (ne sono esempio le imposte una tantum oppure le entrate derivanti dall’alienazione di un bene del patrimonio pubblico).

Si definiscono entrate pubbliche i mezzi finanziari che lo Stato e gli altri enti pubblici si procurano, attraverso varie modalità, per far fronte alle spese pubbliche.
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