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Come affrontare un colloquio di lavoro

Come affrontare un colloquio di lavoro? Adesso che il mercato del lavoro, seppur molto timidamente, sembra essersi rimesso in moto, sempre più persone, soprattutto quelle più giovani, si fanno questa domanda. Ed è giusto porsela perché l’offerta è ancora molto limitata, mentre la domanda abbonda. È quindi opportuno evitare di commettere passi falsi quando ci presentiamo di fronte a uno o più selezionatori. Di seguito affronteremo quindi le problematiche più comuni cercando di offrire le migliori soluzioni.

Il curriculum vitae

Nel caso si sia arrivati al colloquio di selezione, vuol dire che il nostro curriculum vitae è stato ritenuto interessante e che l’azienda vuole conoscerci meglio. Se invece ancora aspiriamo al primo colloquio, è consigliabile presentare un curriculum ben stilato. Una pagina sarà sufficiente; dovrà essere ordinata, pulita e di facile lettura. L’inserimento di una fotografia è facoltativo, ma nel caso in cui si preferisca inserirla, è necessario evitare foto non adatte alla circostanza (quelle per esempio in cui si è ritratti in compagnia di qualcuno oppure in situazioni di svago, vacanza ecc.).

La sera prima

Facciamo un passo indietro. La sera prima del colloquio di lavoro è consigliabile cenare leggeri, andare a riposare abbastanza presto e caricare la sveglia con un certo anticipo rispetto all’orario dell’appuntamento.

Come vestirsi per un colloquio di lavoro

L’igiene personale deve essere perfetta. Sembra un consiglio scontato, ma molte persone non danno alla questione il peso che merita. Via la forfora dai capelli, via i rimasugli di cibo di denti, igiene orale scrupolosa.

L’abbigliamento è importante, anzi importantissimo. Quando ci si presenta a un colloquio di lavoro si deve essere vestiti in modo consono; non è obbligatorio indossare giacca e cravatta (uomini) o tailleur (donne), ma l’abbigliamento deve essere molto curato; i vestiti devono essere puliti e ben stirati. La scelta comunque dipende molto dal tipo di azienda; in ambienti che si sanno particolarmente formali è consigliabile scegliere un abito in linea (in questi casi giacca e cravatta, e tailleur per le donne, sono quasi d’obbligo); se si sa che il colloquio sarà meno formale, ci si può presentare anche con un abbigliamento più sportivo. L’importante è non esagerare, né in un senso, né nell’altro; in altri termini: non si deve essere eccessivamente eleganti né tantomeno trasandati (orecchini, piercing, amuleti vari non sono consigliabili). Nel caso di candidati di sesso femminile, è opportuno evitare un trucco eccessivo e gioielli troppo vistosi).

Come affrontare un colloquio di lavoro

Anche se l’azienda avrà già il nostro curriculum, è consigliabile portarsi dietro una copia; vanno portati anche tutti i documenti necessari. Per non andare incontro a dimenticanze è opportuno stilare una lista del necessario qualche giorno prima preparando il tutto per tempo.

Ci si annoti il nome della persona con la quale si effettuerà il colloquio, memorizzando nome e cognome (non è il massimo presentarsi affermando di avere un colloquio con qualcuno di cui non si ricorda il nome).

Si pianifichi con cura il percorso che si dovrà fare per arrivare dalla propria abitazione sino alla sede del colloquio. Vanno considerati anche eventuali imprevisti ed è quindi importante partire con un certo anticipo. Se cause di forza maggiore costringono a un ritardo, si avvisi per tempo l’azienda prima dell’orario stabilito per l’incontro.

È opportuno andare da soli al colloquio; non è professionale farsi accompagnare da amici, fidanzati/e e/o parenti.

È bene arrivare all’appuntamento con alcuni minuti di anticipo; una volta arrivati ci si faccia annunciare mostrando gentilezza con l’addetto all’accoglienza. Ci si metta poi comodi ad attendere la chiamata (vedremo più avanti come comportarsi prima di essere ricevuti).

Si spenga il cellulare. Se, per motivi molto particolari, è necessario tenerlo acceso, si dovranno informare in anticipo le persone esaminatrici spiegando il perché di questa necessità.

Se ci si sente agitati, è necessario cercare di rilassarsi il più possibile rilassando i muscoli che si sentono più tesi e respirando lentamente e profondamente.

Comportamento in sala d’attesa

Come comportarsi in sala d’attesa? Può sembrare strano, ma per molti il “colloquio” inizia qui; si faccia attenzione alla postura e non si mostri impazienza guardando troppo spesso l’orologio; è giusto rilassarsi, ma senza mettersi eccessivamente comodi; si inganni l’attesa leggendo qualche rivista relativa al settore in cui opera l’azienda oppure un giornale o una rivista non troppo “leggeri”.

Come affrontare un colloquio di lavoro

Per molti aspiranti lavoratori il “colloquio” inizia in sala d’attesa: attenzione alla postura e a non mostrarsi troppo “impazienti”

Il colloquio di lavoro

Una volta invitati a entrare nella stanza del colloquio si saluti l’esaminatore e gli si tenda per primi la mano; la stretta di mano deve essere decisa, ma non troppo energica; assolutamente da evitare la mano floscia.

Prima di sedere si aspetti di essere invitati a farlo. Si dovrebbe stare seduti in modo composto; si eviti di accavallare le gambe, di incrociare le braccia e di tenere le mani in tasca. Consigliabile inclinarsi leggermente verso la persona che abbiamo di fronte.

Non si deve essere agitati, non si giocherelli con i capelli, con gli abiti o con la cancelleria; non si tamburelli sulla scrivania e non ci si agiti troppo sulla sedia.

Quando il nostro interlocutore parla lo si guardi negli occhi, ma senza fissarlo ossessivamente; nel caso in cui vi siano più esaminatori, si dovrà rivolgere lo sguardo a quello che sta parlando; mentre siamo noi a parlare, si dovranno guardare a turno i vari esaminatori.

Quando l’esaminatore parla si mostri che si sta ascoltando con attenzione (si possono fare cenni di assenso o di diniego a seconda di ciò che l’interlocutore sta affermando).

Si faccia attenzione alle espressioni non verbali dell’esaminatore; possono darci un’idea dell’andamento del colloquio e permetterci di correggere il tiro nel caso si abbia l’impressione che le cose non filino per il verso giusto.

Quando si risponde a una domanda, il tono di voce deve essere chiaro; meglio un tono lievemente più alto (senza esagerare) che uno basso.

Vanno evitati i monosillabi (sì/no), ma non si deve essere nemmeno eccessivi in senso contrario; in altri termini: essere logorroici non è una strategia consigliabile; occorre sempre una certa misura, sintetici senza essere… laconici.

Non si deve mai dare l’impressione di recitare una specie di “commedia”; se si ha bisogno di tempo per dare una certa risposta, si rifletta un attimo e poi si inizi a parlare.

Quando l’esaminatore parla non lo si interrompa mai, ma la partecipazione al colloquio dovrebbe essere brillante; se il momento è opportuno si facciano domande e si chiedano spiegazioni.

La sincerità paga; inutile inventarsi cose che non conoscono; non è un peccato mortale dire “non lo so”, anche se si dovrebbe fare in modo da ridurre il più possibile questa evenienza.

È molto probabile che l’esaminatore faccia domande inusuali e personali; non ci si mostri stupiti o impreparati; gli esaminatori fanno queste domande proprio per testare le capacità di reazione degli esaminandi agli imprevisti.

Nel caso in cui il proprio curriculum vitae mostri dei punti deboli, è controproducente inventarsi scuse o giustificazioni; si riconosca il “difetto” e si faccia capire che si hanno tutte le intenzioni di migliorare le proprie lacune.

Ci saranno fatte domande su eventuali esperienze lavorative precedenti; si può essere relativamente sinceri; in altri termini: si evitino critiche pesanti ai precedenti datori di lavoro, anche se non tutto è filato liscio in passato.

Non si dovrebbe mai dare l’impressione di elemosinare un posto di lavoro; si dovrebbe piuttosto dare l’impressione di essere venuti in questa determinata azienda perché si ritiene di essere in grado di poter offrire una valida collaborazione avendo in cambio una contropartita economica.

Le domande del selezionatore

Ogni colloquio di lavoro può fare storia a sé, ma molte domande fatte dai selezionatori sono comuni. Di seguito esamineremo quelle che più frequentemente vengono poste.

Tipica la richiesta di parlare di sé e di illustrare i propri obbiettivi nel mondo del lavoro.

Immancabile le domande sulle migliori qualità e sui maggiori difetti personali.

Altra domanda comune è quella sul come ci si muove nel caso si debba prendere una decisione di una certa importanza.

Inevitabili le domande sugli hobby, sulle attività extralavorative, sui gusti musicali, cinematografici, letterari ecc.

Se dal curriculum emergono una o più storie lavorative precedenti, verranno quasi sicuramente poste domande sui successi conseguiti e sugli eventuali fallimenti. Verrà anche chiesto perché si cerca un lavoro e quale sia quello che si considera come “ideale”.

Verranno poste domande sulla propria capacità di interagire con le altre persone (“Quali sono le cose che più la fanno discutere con i colleghi o con gli altri in generale?”).

Facendo riferimento alle ultime esperienze professionali, si sarà interrogati sul motivo di determinate scelte lavorative e sui pregi e sui difetti dell’impiego precedente.

Ovviamente saranno inevitabili le domande su colleghi e datori di lavoro (domande alle quali occorre rispondere, come detto, con una certa circospezione).

Nel caso il rapporto di lavoro precedente sia terminato con un licenziamento, ce ne verranno sicuramente chieste le ragioni.

Nel caso non si abbiano precedenti lavorativi, verranno sicuramente fatte domande sulle esperienze scolastiche, ovvero su come si è scelto un determinato percorso di studio, su quali erano le materie in cui si eccelleva e quelle in cui si era più scarsi.

Nel caso in cui il nostro percorso di studi mostri un’interruzione, ce ne verranno chiesti i motivi.

Relativamente al lavoro per quale ci siamo presentati al colloquio, ci verranno fatte varie domande; fra le più comuni ricordiamo: “Cosa sa della nostra azienda?”; “Perché ha cercato proprio noi?”; “Perché ritiene di poter essere in grado a svolgere questa professione?”; “Cosa pensa di poter offrire in più rispetto ad altri aspiranti a questo posto?”; “Ritiene di avere una sufficiente esperienza in questo settore?”; “A quanto ammontava il suo stipendio precedente?”.

Le domande potrebbero essere ovviamente molte altre, ma quelle riportate in precedenza sono sicuramente fra le più frequenti e, sapendo rispondere con convinzione a esse, non si dovrebbe trovare una particolare difficoltà a rispondere ad altri quesiti.

Come si sarà notato, alcune domande sono più ostiche di altre; se ci chiedono perché si sono interrotti gli studi o perché si è stati licenziati è perché il nostro interlocutore vuol farsi un’idea della nostra onestà; a queste domande si deve rispondere in modo onesto e obbiettivo, senza dare l’impressione di giustificarsi per qualcosa.

Cosa dire a un colloquio di lavoro

Ovviamente anche noi possiamo avere domande da porre ai nostri interlocutori. Normali per esempio sono quelle sugli obbiettivi aziendali e sulle modalità e sui tempi del loro raggiungimento.

E lo stipendio? Molti aspiranti lavoratori non sanno se è opportuno o no fare domande sullo stipendio. Su questa questione non tutti si trovano d’accordo perché la domanda, in effetti, appare delicata.

La domanda è certamente lecita, ma esiste effettivamente il rischio di porla in modo sbagliato o nel momento non opportuno. Che fare dunque?

Nel caso sia previsto più di un colloquio è consigliabile aspettare l’ultimo.

Se è previsto un solo colloquio, si può fare la domanda relativa all’aspetto economico quando, dopo aver fatto tutte le domande relative alla posizione che si andrebbe a occupare, l’esaminatore ci chiederà se abbiamo altri quesiti.

Si può porre la domanda anche dopo che il nostro interlocutore ci ha chiesto quanto guadagnavamo con il precedente impiego.

Se di questione economica non si parla durante il colloquio, è opportuno attendere la fine dell’incontro (si eviti però di porre la domanda dopo che l’incontro è dato per concluso).

Colloquio di lavoro

Colloquio di lavoro: è opportuno o no fare domande sullo stipendio?

Dopo il colloquio

Una volta terminato il colloquio di lavoro ci si ricordi di congedarsi dall’interlocutore salutando e ringraziando per il tempo che ci è stato dedicato.

È umano voler conoscere l’esito del colloquio, ma è consigliabile evitare di “chiedere com’è andata” e attendere che sia l’azienda a richiamarci. Al più si può domandare quanto tempo si dovrà attendere per avere una risposta.

Nel caso non si abbiano notizie per un mese, si potrà fare una telefonata o inviare un’e-mail chiedendo informazioni.

Un congedo con la tipica frase: “Le faremo sapere” non è generalmente segno di un colloquio andato benissimo, ma non si può dirlo con certezza. Trascorso il tempo necessario si potrà indagare.

A prescindere dal suo esito, un colloquio di lavoro va sempre considerato un’esperienza utile per la nostra crescita e, anche se non andato a buon fine, ci aiuterà a non ripetere determinati errori. È sempre quindi utile, una volta terminato un colloquio, ripassare mentalmente tutte le sue fasi cercando di capire quali sono stati i punti deboli e i punti di forza. Ci sarà utile in vista di altre occasioni.

 

Indice materie – Economia

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