Tutti gli esseri viventi, esseri umani compresi, hanno dei bisogni (mancanza di un qualcosa che risulti necessario oppure opportuno o anche soltanto desiderato). Caratteristica dei bisogni è quella di generare uno stato di insoddisfazione che spinge gli uomini a procurarsi dei mezzi che permettano loro di porre fine o, perlomeno limitare, il senso di insoddisfazione. Riuscire a ottenere ciò di cui si necessita porta a uno stato di appagamento che, però, è destinato a terminare lasciando il posto a nuove sensazioni di mancanza, in una sorta di ciclo perpetuo.
Alcuni dei bisogni che gli esseri umani avvertono sono fondamentali (o primari, necessari per la vita e la sopravvivenza dell’individuo, per esempio bere, mangiare, dormire ecc.), altri sono accessori (o secondari, non necessari alla sopravvivenza, ma importanti per il miglioramento della qualità della vita); un’altra importante distinzione dei bisogni è quella fra bisogni individuali (o personali, avvertiti solo da singolo e determinati in via esclusiva dalle peculiarità della persona) e bisogni collettivi (o pubblici, avvertiti dalla persona in quanto facente parte di una collettività e, di norma, comuni alla maggioranza delle persone).
L’esistenza dei bisogni e la necessità di soddisfarli portano allo sviluppo delle varie attività umane, che sono molteplici (attività politica, sportiva, religiosa ecc.); l’attività umana che ha come scopo primario quello di soddisfare i vari bisogni dell’uomo tramite lo scambio di beni e di servizi viene denominata attività economica; quest’ultima, in altri termini, può essere definita come quell’insieme di azioni che vengono svolte dagli esseri umani per la produzione di beni e servizi (definibili, nel loro insieme, come prodotti) necessari alla soddisfazione dei vari bisogni, personali o pubblici che siano, rispettando un criterio di economicità (copertura dei costi necessari).
I beni (oggetti materiali) possono essere considerati come entità economiche soltanto nel caso in cui non siano gratuiti ovvero ottenibili soltanto grazie a uno scambio (l’aria è il tipico esempio di bene gratuito perché non necessita di scambio alcuno), requisito fondamentale per la definizione di attività economica; diverso è il caso dei servizi (prestazioni immateriali) che, per loro natura, sono sempre e comunque entità economiche.
L’attività economica viene classicamente divisa in 4 fasi:
- produzione
- consumo
- risparmio
- investimento.
La produzione, la fase più importante, è un’attività che, combinando prodotti già esistenti (per esempio, acqua e farina per produrre il pane), permette di ottenere nuovi beni o servizi oppure accrescere l’utilità di beni o servizi già esistenti; i prodotti utilizzati nel processo di produzione sono denominati fattori produttivi. Quando si ha una trasformazione materiale dei beni si parla di produzione diretta. Si ha invece produzione indiretta quando avviene il trasferimento dei beni nello spazio (la cosiddetta distribuzione) e nel tempo (conservazione). La produzione indiretta è detta anche attività commerciale.

La produzione è la parte più importante dell’attività economica
Il consumo è quella fase dell’attività economica che consiste nell’utilizzo dei beni e dei servizi che sono stati prodotti; i soggetti che soddisfano i propri bisogni tramite questo utilizzo sono detti consumatori. Il consumo di beni e servizi può essere considerato come il motore principale dell’intero sistema economico.
Il risparmio è un atto con il quale un soggetto rinuncia all’utilizzo immediato di prodotti disponibili in vista di un consumo o di una produzione futuri.
L’investimento è un’attività che consiste sostanzialmente nell’impiego, a scopo di produzione, di quanto si è precedentemente risparmiato.
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