Fare ogni tanto un bilancio personale della propria vita è importante, sia dal punto di vista esistenziale sia dal punto di vista economico.
A tutti è noto che ogni persona che voglia seguire una corretta alimentazione non può prescindere dalla valutazione del proprio peso corporeo. È invece sorprendente come molte persone non conoscano che in modo approssimativo il loro patrimonio e pretendano comunque di avere un’ottima strategia di gestione del patrimonio stesso.
Questa approssimazione non è causata solo da scarse conoscenze di economia, ma può derivare anche da una psicologia decisamente ottimistica o dall’indecisione su scelte di vita fondamentali.
Un patrimonio può essere scisso in una quota dinamica e in una quota statica, ognuna delle quali va interpretata in modo pratico piuttosto che classicamente teorico.
Se definiamo come patrimonio ideale quello che dovrebbe essere sottinteso al tenore di vita del soggetto, confrontandolo con quello reale abbiamo notevoli indicazioni del nostro stato economico (non solo sul valore assoluto, ma anche sulla stabilità della nostra situazione).
Se il soggetto ha un patrimonio reale inferiore a quello ideale, sta vivendo (per sua scelta o no) una situazione potenzialmente critica. Ciò può dipendere:
- da una carenza oggettiva: il patrimonio reale non è per esempio sufficiente a garantire una liquidità e un fondo imprevisti sufficienti.
- Errori operativi: per esempio si investe troppo in situazioni difficilmente smobilizzabili che rendono la quota dinamica reale decisamente sottodimensionata.
La quota dinamica
Uno degli errori più devastanti che si possano commettere nel gestire il bilancio personale è considerare solo la liquidità del proprio patrimonio, cioè la disponibilità di mezzi a brevissimo termine.
Molti ritengono che debba rimanere liquida solo quella parte del patrimonio che serve appunto alle spese a brevissimo termine (tre-sei mesi).
“Perché dovrei considerare il caso di una grave malattia improvvisa? Per eventi poco probabili non resta che disinvestire ciò che ho investito”. La posizione sembra ragionevole, ma l’esperienza insegna che esistono eventi ben più probabili di una gravissima malattia e che le persone sottovalutano sistematicamente, salvo contattare il proprio promotore finanziario e scoprire che i “soldi che ora servono” causano la smobilizzazione in secca perdita di investimenti precedenti.
Vediamo alcuni di questi “eventi improbabili”:
- il matrimonio di un figlio
- la sistemazione lavorativa di un figlio
- la sostituzione dell’auto
- una ristrutturazione della casa
- una vacanza improvvisa.
Molti genitori cadono dalle nuvole o sono decisamente impreparati quando vengono messi di fronte alla necessità di aiutare un figlio. A volte si tratta solo di aggiustamenti (la casa per l’eventuale futuro matrimonio era stata già acquistata), altre volte di vere e proprie emergenze che fanno correre il rischio di dissanguare l’intero patrimonio.
Anche nel caso di un incidente che abbia distrutto la nostra macchina, lasciandoci fortunatamente illesi, o di seri e improvvisi lavori alla nostra casa, saremo costretti a ricorrere a cifre non marginali.
L’ultimo caso, quello della vacanza improvvisa, può sembrare uno sfizio, ma accade più frequentemente di quanto si pensi che ci sia un’occasione irripetibile di avere un interessante aumento della qualità della vita a fronte di un esborso di qualche migliaia di euro.
Dovrebbe essere ormai chiaro che è possibile definire come quota dinamica del nostro patrimonio
la somma della liquidità per il brevissimo termine più un fondo imprevisti.
Tale fondo non è che debolmente influenzato dall’ammontare complessivo del proprio patrimonio; non inferiore a 10.000 euro, può arrivare a 50.000 per un patrimonio di un milione di euro. Tali cifre sono il giusto compromesso fra disponibilità economica, probabilità dell’imprevisto e la sua gestione.
La liquidità
In un bilancio personale quale dimensione deve avere la riserva di liquidità per il brevissimo termine?
Dipende dallo stile di vita. Premesso che questo dovrebbe essere comunque realistico, non è possibile tararlo solo in base al proprio patrimonio, perché può darsi che il patrimonio sia piccolo o praticamente nullo, ma lo stipendio (guadagno) mensile sia medio-alto; è il caso di tanti giovani con una promettente carriera.
Senza entrare nei dettagli, un modo di esprimere la liquidità necessaria è di legarla alle spese mensili medie:
(1) la liquidità necessaria è pari alle spese di almeno tre mesi.
In un bilancio personale il patrimonio può suddividersi in una quota statica e in una dinamica.
La quota statica è la quota la cui disponibilità, teoricamente, resta immutata nel medio-lungo periodo. Tale quota è ulteriormente suddividibile.
La quota personale
Si tratta di tutto ciò che serve per il nostro tenore di vita: casa, auto, computer, cellulare ecc. Tecnicamente si può suddividere in tre sottoquote: quota a fondo perduto, quota essenziale e quota aggiuntiva.
La quota a fondo perduto è rappresentata da tutti quegli oggetti economici che praticamente hanno perso il loro valore oppure sono comunque invendibili perché servono alla gestione: nel bilancio non si considerano, vengono valorizzati a zero. Si pensi a un mobile che ha dieci anni oppure al vecchio cellulare: non si deve essere troppo ottimisti e pensare che ogni oggetto di nostra proprietà abbia un valore (o peggio, che tale valore sia alto) perché spesso il riuscire a venderlo è impossibile o comporta una perdita di tempo tale che, monetizzata, riduce a zero il suo valore; in altri casi ci è impossibile venderlo e sostituirlo in altro modo avanzando della liquidità.
Altri oggetti, come la casa o l’auto, conservano sempre un determinato valore (anzi, alcuni, come la casa, possono addirittura aumentarlo): costituiscono la quota essenziale del bilancio personale.
Il fenomeno dell’illusione economica che abbiamo introdotto per la quota a fondo perduto è però particolarmente grave per la quota essenziale. Se si sovrastima il valore di mercato della propria casa o della propria auto, è come se ci si pesasse con una bilancia truccata che ci fa pensare di essere più magri. Infatti la causa della sovrastima è sempre di natura psicologica, la volontà di sentirci più ricchi, di soddisfare un nostro desiderio.
Analizzando la quota essenziale di molte persone, si scopre che proprio essenziale non è, anche riferendoci al loro attuale tenore di vita. Se, per esempio, ho acquistato un’auto da 50.000 euro quando il mio lavoro e il mio tenore di vita sono allineati con un’auto da 25.000 euro, ecco che 25.000 euro proprio essenziali non sono. Chiameremo quota aggiuntiva quella parte della quota personale che è valorizzabile, ma non si può considerare essenziale. Figurativamente è quella quota che si potrebbe eliminare senza avere un grave scadimento della qualità della vita.
La quota investibile
Con la quota personale forma la quota statica ed è quella che dovrebbe essere oggetto degli investimenti finanziari, dai più semplici ai più complessi. Il condizionale è d’obbligo perché è opportuno mettere in guardia anche e soprattutto dai danni causati dall’investire quote che non sarebbero razionalmente investibili! Anzi, le regole più importanti della gestione del bilancio personale sono proprio quelle che definiscono, senza facili ottimismi, la quota investibile.

Un bilancio personale è il primo passo per una corretta gestione dei propri soldi
Le regole per il bilancio personale
Se il soggetto sa valutare correttamente il suo patrimonio (cioè sa fare un corretto bilancio personale) e sa valutare la quota dinamica e quella statica con le loro varie componenti, è possibile dare delle regole fondamentali per poter avere la massima efficienza finanziaria.
Parlando della quota dinamica, abbiamo già visto che
(1) la liquidità necessaria è pari alle spese di almeno tre mesi.
Ovviamente ciò è possibile solo se il tenore di vita è “retto” dal proprio patrimonio. Moltissime persone non rispettano la (1), soprattutto per motivi di apparenza: per avere un tenore di vita migliore (per esempio una casa più grande o per “potersi permettere” questo o quello) hanno il conto sempre a zero (se non in rosso!).
(2) La quota dinamica deve avere la massima liquidabilità.
Una volta c’era un’alternativa, quella fra il conto bancario e il materasso; da molti anni si sono affiancati altri strumenti (conti online) che portano a definire come massimamente liquidabile ogni cifra che possa essere ritirata nell’arco massimo di tre mesi (quindi un conto online con deposito bloccato per sei mesi o un anno non rientra in questa tipologia).
(3) La quota a fondo perduto deve essere percentualmente minimizzata.
Questa regola del bilancio personale deve intendersi relativa al totale del patrimonio. Riempirsi di gadget tecnologici, di oggetti personali e particolari ecc., quando il proprio patrimonio è modesto, non è certo una buona strategia.
(4) Nella quota statica personale la parte essenziale deve essere poco deperibile.
In altri termini, deve perdere poco valore. Acquistare un’auto o una casa che si sanno essere poco rivendibili non è certo un buon affare.
(5) La quota aggiuntiva deve essere minima per i beni che perdono valore.
Consideriamo le auto sul mercato. Possiamo sostanzialmente suddividerle in tre grosse fasce:
- A, fino a 15.000 euro
- B, fino a 35.000 euro
- C, oltre 35.000 euro.
La scelta fra A e B può dipendere da molti fattori (numero dei familiari, numero e comodità dei posti a sedere, bagagliaio, km all’anno, tipologia d’uso più frequente ecc.), ma sicuramente chi sceglie C ha molte difficoltà a giustificare una tale auto, soprattutto se non è usata per scopi particolari, essendo cioè la classica auto personale o familiare.
Una percentuale di utenti contravverrà alla (5) anche scegliendo un’auto di classe B quando andava benissimo un’auto di classe A; la scelta è stata fatta per apparenza, non ha nessuna giustificazione economica. Contravvenire alla (5) vuole semplicemente dire che nella quota statica aggiuntiva mettiamo delle risorse che potevano essere utilizzate per la parte investibile. Ciò che è più grave è che questa parte, deperendo il bene, andrà persa.
Un esempio particolarmente illuminante di come la gente dirotti male i propri soldi su beni deperibili è quello di Carlo. In banca ha solo 6.000 euro, vive in affitto, ma ha uno stipendio che gli consente di arrivare esattamente alla fine del mese. Non ha granché, ma vive in equilibrio. Purtroppo ha un incidente e la carrozzeria della sua auto è danneggiata; la colpa è sua e il danno è di 2.000 euro. Che fare? Si ripara il danno o si va in giro con la macchina danneggiata, ma perfettamente funzionante?
Una risposta economicamente saggia è che la macchina non si ripara. Non è una risposta convincente?
La riparazione è un errore perché Carlo a priori decide di allocare una cifra percentualmente pazzesca rispetto al suo patrimonio. Un 33% per la macchina è da apparente.
Per capirlo si supponga che Berluscozzi, noto riccone, abbia un patrimonio mobile di 1.000.000.000 di euro. S’invaghisce di una velina e decide di dirottare 333.333.333 euro (il 33% del suo patrimonio) per comprare 10.000 auto per la sua amata. Per i prossimi 30 anni circa, lei (se gli sarà fedele) potrà usare una macchina al giorno e poi buttarla dalla scogliera di Portofino (non temano gli ambientalisti, lo staff di Berluscozzi provvederà a recuperarla e a rottamarla), gioendo del puff nel mare. Vabbè la velina, ma è un comportamento saggio?
(6) La quota aggiuntiva può essere significativa per i beni che acquistano o non perdono valore.
In un bilancio personale può essere una strategia saggia dotarsi di una casa più grande piuttosto che acquistare come investimento un piccolo immobile. Nel caso della (6) la quota aggiuntiva è vista come un investimento a tutti gli effetti.
(7) Nella valutazione dei propri investimenti si devono considerare solo la quota aggiuntiva (6) e la quota investibile.
Sono sicuro che, arrivati a questo punto, tutti concorderanno che la (7) è più che ragionevole; peccato che la gran parte dei miei lettori, se applica questo articolo alle proprie condizioni, scoprirà che non avrà nulla da investire.
Vediamo un esempio di bilancio personale.
Paolo e Anna, 35 anni, un figlio; entrambi lavorano e il loro tenore di vita è tale da essere gestito con i due stipendi, anzi ogni anno riescono a risparmiare 10.000 euro. Vivono in un appartamento di proprietà di 100 mq alla periferia di una città di provincia, hanno due auto di classe A. Hanno attualmente sul conto 30.000 euro e vogliono fare il bilancio della loro situazione.
- quota dinamica (fondo imprevisti): 20.000 euro
- quota dinamica (massima liquidità, 3 mensilità di entrambi): 9.000 euro
- quota statica essenziale (valore odierno delle due auto + valore di un bilocale da 70 mq): 160.000 euro
- quota statica aggiuntiva (differenza fra la loro casa e il bilocale “minimo”): 60.000.
Praticamente hanno investito 60.000 euro in una casa leggermente più grande dei loro bisogni minimi e ne possono investire (quota investibile) solo 1.000 (30.000-29.000)!!!