Raccolta differenziata è un’espressione utilizzata per indicare un sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani (RSU) che è basato, in prima battuta, sulla selezione che i cittadini operano sulle varie tipologie di rifiuti. A tale scopo i vari Comuni predispongono contenitori di diversi colori nei quali i cittadini devono introdurre i rifiuti secondo criteri stabiliti. Al di là delle inevitabili diversità tra zone e zone, il concetto è sempre lo stesso: fornire al cittadino gli strumenti più idonei per conferire nel modo più corretto i rifiuti che egli stesso produce. Ecco quindi che i vari comuni predispongono varie tipologie di contenitori piazzandoli a seconda degli spazi disponibili, della densità urbana e delle varie necessità.
Com’è noto, la raccolta differenziata dei rifiuti è regolata per legge, ma le modalità di intervento sono diverse non solo da regione a regione, ma addirittura da Comune a Comune.
Nel nostro Paese la raccolta differenziata dei rifiuti è di introduzione relativamente recente, ma in altri Paesi europei, in particolar modo quelli del Nord (Austria, Danimarca, Germania ecc.), è una realtà consolidata da moltissimi anni; tanto per fare un esempio: in tempi in cui in Italia ancora non si parlava di raccolta differenziata, nel territorio austriaco, in certi casi, già si differenziava la raccolta di rifiuti anche all’interno di una stessa categoria (in alcune zone dell’Austria il vetro viene raccolto suddividendolo per colore: bianco, verde e marrone)!
Gestione rifiuti – Un po’ di storia
Fino a non moltissimi anni fa, la quasi totalità dei rifiuti era destinata alle discariche.
La crescente produzione di rifiuti (uno degli inevitabili effetti dell’antropentropia) imponeva comunque un intervento legislativo che regolamentasse una materia che per troppo tempo era stata sottovalutata. Il problema fondamentale risiedeva nel fatto che le politiche gestionali dei rifiuti erano eccessivamente concentrate sul problema “smaltimento” senza una visione lungimirante della questione.
La raccolta dei rifiuti avveniva pressoché totalmente in modo indifferenziato destinando la maggior parte di essi all’interramento in discarica senza che venissero prese minimamente in considerazione politiche di riciclaggio e recupero energetico.
L’Italia iniziò a recepire le prime direttive CEE relative alla gestione dei rifiuti nei primi anni ’80 con il D.P.R. 915/82, ma i molti “buoni propositi” che il decreto prevedeva (raccolta differenziata e riciclo di almeno la metà di quanto recuperato) erano disattesi dalle varie proroghe ai termini previsti dalla legge.
La vera svolta legislativa in questo settore può essere considerata il cosiddetto “decreto Ronchi” (D.P.R. 22/97), decreto che, recependo tre direttive CEE (91/156/CEE e 91/689/CEE e 94/62 CE), adeguava la normativa italiana a quella europea. Gli scopi fondamentali della legislazione in materia di rifiuti possono essere sommariamente riassunti in quattro punti:
- organizzazione dei vari servizi inerenti ai rifiuti
- riduzione dei quantitativi di rifiuti da destinare alle discariche
- implementazione della cosiddetta “politica delle 4 R” (riduzione, riutilizzo, riciclaggio e recupero)
- riduzione della produzione e riutilizzo degli imballaggi.
Il decreto Ronchi è stato poi abrogato e sostituito dal successivo D.P.R. 152/2006 che all’art. 183 definisce così la raccolta differenziata:
“la raccolta idonea a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee, compresa la frazione organica umida, destinate al riutilizzo, al riciclo ed al recupero di materia. La frazione organica umida deve essere raccolta separatamente o con contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti biodegradabili certificati”.
Il decreto 152/2006 definiva anche gli obiettivi percentuali relativi alla raccolta differenziata:
- almeno il 35% entro il 31 dicembre 2006
- almeno il 40% entro il 31 dicembre 2007
- almeno il 45% entro il 31 dicembre 2008
- almeno il 50% entro il 31 dicembre 2009
- almeno il 60% entro il 31 dicembre 2011
- almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012.
Nel 2019 (ultimi dati certi disponibili), gli obiettivi fissati con il decreto del 2006 sono stati raggiunti solo da 7 regioni: Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Marche, Emilia Romagna, Sardegna e Friuli Venezia Giulia.
Raccolta differenziata: per l’Italia luci e ombre
Il fatto che esista una regolamentazione legislativa in materia è sicuramente importante, ma all’atto pratico non offre certo la garanzia che tutto si svolga secondo le previsioni. Che non tutto funzioni per il meglio lo dimostrano le notevoli differenze che nel nostro Paese sussistono in questo settore fra Nord, Centro e Sud. Se alcune regioni del Nord sono state in grado di raggiungere (e talvolta superare) gli obiettivi previsti dalla legge, altrettanto non può dirsi del Centro né tantomeno del Sud dove la situazione è a dir poco disastrosa; la parte finale della classifica vede nell’ordine: Lazio, Basilicata, Puglia, Calabria, Molise e Sicilia.
Un esempio all’avanguardia: la raccolta differenziata personalizzata
Anche se c’è ancora molta strada da fare per implementare al meglio la raccolta differenziata, non sono mancati nel nostro Paese esempi virtuosi.
Un’eccellenza nella gestione dei rifiuti è sicuramente rappresentata dal Comune di Trento (non a caso il Trentino Alto Adige risulta da anni come la regione migliore relativamente alla gestione dei rifiuti). Lo slogan scelto a suo tempo dal comune di Trento (A Trento la differenziata bussa alla porta) si è rivelata una scelta vincente.
L’amministrazione trentina ha giustamente puntato su una sensibilizzazione del cittadino non solo sulla questione della raccolta differenziata, ma anche e soprattutto sul problema della riduzione dei rifiuti, problema che può essere risolto solo sviluppando correttamente la coscienza ambientale del singolo cittadino.
Nel Comune trentino le utenze (si distingue fra case e condomini, “personalizzando” la dotazione di contenitori e sacchetti) sono chiamate a utilizzare contenitori personali con i quali devono differenziare le diverse tipologie di rifiuto che saranno successivamente esposte nei punti di raccolta convenzionati; una volta che i gestori del servizio di raccolta hanno provveduto allo svuotamento, i contenitori devono essere ritirati dai cittadini. L’obiettivo principale è quello di far partecipare nel modo migliore tutti gli attori che sono coinvolti nel sistema di gestione dei rifiuti al fine di ridurre al minimo il residuo non riciclabile, la categoria che comporta i costi maggiori in termini ambientali ed economici.
A seconda della tipologia di rifiuto (organico, sfalci e potature, carta e cartone, imballaggi leggeri, vetro, residuo) vi sono istruzioni precise e modalità che cambiano a seconda della tipologia di utenza (utenze singole, condomini, utenze non domestiche). Un breve cenno va fatto per quanto riguarda la frazione organica, frazione che può essere gestita in modo autonomo attraverso la tecnica del compostaggio (praticamente si trasformano i rifiuti organici in terriccio fertile), una tecnica che, ove sia possibile effettuarla, riduce la frazione di rifiuti destinata alla raccolta.
Da qualche anno, sono diversi i paesi e le città italiane che hanno impoletato il sistema di raccolta differenziata porta a porta.
Raccolta differenziata: qualche consiglio utile su come smaltire correttamente i rifiuti
Come smaltire? Esistono tantissimi tipi di rifiuti e se per molti di essi è facile individuare il giusto contenitore, per altri si possono avere dubbi. Ecco alcune indicazioni di massima basate sul “colore” dei contenitori; fino ad alcuni anni fa infatti non esisteva una standardizzazione del colore per la raccolta differenziata, mentre nel 2013 è stata emessa la norma UNI 840-1:2013 che affronta il tema della codifica dei colori nei rifiuti. La norma specifica le dimensioni e i requisiti di progettazione dei contenitori mobili a due ruote per rifiuti e riciclo, con capacità fino a 400 l, utilizzabili con dispositivi di sollevamento a pettine. Lo schema è il seguente:
- Verde – Vetro (o multimateriale con prevalenza vetro) – Tipo di trattamento: riciclabile
- Blu – Giornali, riviste, cartone (o multimateriale con prevalenza carta) – Tipo di trattamento: riciclabile
- Giallo – Imballaggi di plastica (o multimateriale con prevalenza plastica) – Tipo di trattamento: riciclabile
- Marrone – Rifiuti organici (parte umida) – Tipo di trattamento: riciclabile
- Turchese – Metalli (alluminio ecc.) – Tipo di trattamento: riciclabile
- Grigio – Secco indifferenziato – Tipo di trattamento: non riciclabile.
Si deve però ricordare che potrebbero esserci variazioni nei colori dei contenitori a seconda dei vari Comuni.

Il 18 marzo si celebra la Giornata Mondiale del Riciclo, istituita nel 2018 dalla Global Recycling Foundation.
Raccolta differenziata: una strada in salita
Indubbiamente la raccolta differenziata rappresenta un notevole passo avanti nella gestione dei rifiuti, una scelta praticamente obbligata e doverosa sia dal punto di vista economico che da quello ambientale, ma lo scopo di questo articolo non è spingerla oltre ogni ottimismo: la raccolta differenziata, perlomeno allo stato attuale, non consente poi di risparmiare tantissimo o di salvare l’ambiente perché ancora tante sono le difficoltà per implementarla al meglio, ma, aspettando i perfezionamenti, è indubbiamente un eccellente strumento per formare la coscienza ambientale dei cittadini.