Con energie rinnovabili si indica un modo di produrre energia che si basa su fonti, appunto, rinnovabili, cioè che sono naturalmente reintegrate in una scala temporale umana. Per essere precisi, sono le fonti o le materie prime che sono rinnovabili, mentre l’energia, generalmente elettrica, è solo il risultato della trasformazione di tali materie prime. In genere, si associa alle energie da fonti rinnovabili il concetto di sostenibilità ambientale. Esempi di fonti rinnovabili sono la luce del sole, il vento e l’acqua, nella forma del mare, dei fiumi o dei laghi, di cui si sfruttano, rispettivamente, le maree o l’energia sprigionata convogliando il flusso di acqua in canali o sfruttando le cascate. Da tutti questi esempi si capisce che tali fonti si rinnovano costantemente in un periodo temporale di ore, giorni o mesi, ma non certo in centinaia o migliaia di anni, necessarie per esempio, per creare le riserve di petrolio o carbone, che sono dette pertanto fonti non rinnovabili. Per le loro caratteristiche di sostenibilità le energie rinnovabili sono quindi indicate spesso come una scelta ambientalista e contrapposta alle forme più tradizionali e non rinnovabili, basate sullo sfruttamento di petrolio, gas, carbone o sostanze radioattive.
Le energie rinnovabili: quali sono
La fonte rinnovabile più antica è l’acqua e l’energia corrispondente è quella idroelettrica. Se un flusso di acqua viene fatto cadere da un’altezza o convogliato da turbine in tubi, si può trasformare la variazione di energia potenziale o di pressione in energia elettrica. In Italia, esistono più di cinquecento dighe di grandi dimensioni.
L’energia solare sfrutta i raggi del sole, più precisamente le radiazioni elettromagnetiche dei raggi solari, per produrre energia elettrica (usando i pannelli fotovoltaici) o calore, tipicamente per riscaldare l’acqua (usando i pannelli solari, tipici degli impianti solari termici). I pannelli fotovoltaici sono usati per costruire impianti di energia fotovoltaica di grandi dimensioni oppure possono essere installati sul tetto di case, nel caso di edilizia residenziale, come energia rinnovabile nelle utenze domestiche.
L’energia eolica sfrutta il movimento del vento: l’energia cinetica delle masse di aria in movimento viene convertita in energia elettrica. Si tratta di una delle energie rinnovabili più utilizzate, anche se il suo sfruttamento è possibile solo in aree particolari della Terra. Per esempio, in Italia gli impianti eolici sono concentrati nel Sud e nelle isole, generalmente in prossimità delle coste. Per un approfondimento su questo tipo di energia rinnovabile, si consulti la pagina del sito relativa appunto all’energia eolica.
L’energia geotermica è forse il tipo di energia rinnovabile meno conosciuta. Essa si basa sul calore degli strati più interni della Terra, in grado di generare vapore. Questo, a sua volta, è convertito in energia elettrica o termica. Questo tipo di energia si presta molto bene agli impianti di teleriscaldamento. Per un approfondimento su questo tipo di energia rinnovabile, si consulti la pagina del sito relativa appunto all”energia geotermica.
Tramite le biomasse (con il termine si indica un insieme di organismi animali o vegetali presenti in una certa quantità in un dato ambiente come quello acquatico o terrestre) è possibile ottenere biocarburanti. Per un approfondimento su questo tipo di energia rinnovabile, si consulti la pagina del sito relativa appunto alle biomasse.

Centrale idroelettrica
Le energie non rinnovabili
Le energie non rinnovabili sono sostanzialmente petrolio, carbone, gas naturali e sostanza radioattive. Fin dall’antichità si conoscevano le proprietà del petrolio di infiammarsi, ma fu solo a metà dell’Ottocento che s’intuì il grande valore economico per la generazione di energia. Secondo la teoria scientifica più accreditata, il petrolio è generato dalla decomposizione di organismi unicellulari marini (animali e vegetali) sepolti nel sottosuolo per centinaia di milioni di anni, con un processo che risale addirittura al Paleozoico. Più recente è invece la formazione del carbone, che si può far risalire a poco meno di 400 milioni di anni fa. Per quanto riguarda i gas naturali, il più noto è il metano; Alessandro Volta fu tra i primi a studiarne le proprietà d’infiammabilità e a suggerire un suo possibile utilizzo per la creazione di una lucerna. Infine, alla base dell’energia nucleare vi è lo sfruttamento delle riserve di elementi radioattivi, primo tra tutti l’uranio.
A causa dell’elevato numero di anni necessari per creare le riserve di carbone, petrolio e gas naturali e della disponibilità finita in natura, negli ultimi anni si è sviluppata una notevole discussione sull’opportunità di continuare a sfruttare questo tipo di fonti. Sul fatto poi che siano destinate a esaurirsi, ciò è motivo di dibattito controverso; i più pessimisti sostengono addirittura che i giacimenti di petrolio si esauriranno nel 2050. Altri invece sostengono che saranno via via sostituiti da nuovi giacimenti, raffinando le tecniche di ricerca ed estrattive.
Le energie rinnovabili in Italia
Secondo i dati GSE 2020, le fonti rinnovabili hanno coperto un quinto dei consumi complessivi di energia (20,4%). Questo dato non deve essere confuso con la percentuale che ha coperto i consumi di energia elettrica (38%, ma nel 2021 c’è stato un calo al 36,4%).
La domanda da porsi è: come è possibile che da venti anni si parla di energie rinnovabili e la percentuale è ancora così bassa rispetto alle non rinnovabili? Difficoltà tecnologiche e costi (cioè bilancio costi/benefici) sicuramente, ma il tutto appare in controtendenza con la tanto annunciata “transizione ecologica”, un maldestro tentativo di cercare di liberare l’Europa dalla sudditanza dal petrolio e dal gas naturale, almeno finché idrogeno e fusione nucleare non permetteranno veramente di abbandonare le non rinnovabili. Per capire il parziale flop delle rinnovabili, una semplice analogia.
L’analogia delle rinnovabili – In una foresta (mondo) vive un uomo che deve procurarsi il cibo (energia) per vivere. Per cacciare gli animali (sostenere aziende, muovere veicoli ecc.), può farlo usando un fucile (carbone, petrolio ecc.) oppure una fionda (energie rinnovabili come fotovoltaico, eolico ecc.). Il fucile però fa rumore e genera inquinamento acustico (inquinamento ambientale), la fionda no. Ben presto (l’uomo è intelligente) l’uomo si accorge che la fionda non è ancora abbastanza evoluta per garantirgli tutto il cibo di cui ha bisogno e torna a usare anche il fucile (vedasi Germania che, in seguito alla guerra russo-ucraina, riapre le centrali nucleari e quelle a carbone).
Energie rinnovabili veramente sostenibili?
Le energie rinnovabili sono sostenibili? Purtroppo, la risposta non è facile perché nessuna di loro può garantire la sostituzione delle non rinnovabili senza contemporaneamente creare problemi ambientali.
Secondo la definizione classica, la risposta alla precedente domanda sarebbe positiva, ma se si analizza il problema da un punto di vista ambientale si scopre che molte energie rinnovabili non lo sono; per esempio, grandi impianti fotovoltaici consumano larghe distese di suolo, di fatto non rendendo rinnovabile quel suolo che distruggono. Analogamente, le centrali idroelettriche sono “sostenibili” solo perché numericamente poche, ma ognuna di loro altera il territorio in modo irreversibile. Anche l’energia eolica resta sostenibile finché non modifica pesantemente l’ambiente, provocando per esempio problemi alla migrazione degli uccelli.
Probabilmente solo la piena disponibilità del nucleare pulito (quello da fusione) potrà porre un freno alla non sostenibilità delle rinnovabili.