Tra i livelli informativi previsti dalla procedura per la stima di FA (Fattore Antropentropico), quello relativo all’uso/copertura del suolo riveste indubbiamente il ruolo più importante, al punto che la valutazione di alcune sue specifiche caratteristiche (copertura geografica, scala, unità areale minima mappata UMM, categorie previste) ha di fatto limitato il dominio dell’analisi alle sole sei regioni italiane che dispongono di dati di qualità accettabile e confrontabile (le regioni virtuose).
Una base-dati di uso del suolo non è che un modello, una rappresentazione necessariamente semplificata, dell’utilizzo del suolo in un preciso istante temporale, basato sull’interpretazione di dati telerilevati (fotografie aeree e immagini satellitari) e sull’eventuale integrazione con banche-dati tematiche; creato e gestito in ambienti GIS, si tratta normalmente di un modello di tipo vettoriale, composto da primitive di tipo poligono (e linea, talvolta), con relativo database di attributi associato.
Per l’intero territorio nazionale è disponibile il dataset CORINE Land Cover (di seguito CLC), dal nome di un famoso programma varato nel 1985 dal Consiglio della Comunità Europea con lo scopo di dotare l’Unione Europea, gli Stati associati e i paesi limitrofi di informazioni territoriali omogenee sullo stato e l’evoluzione dell’ambiente, nonché di fornire supporto per lo sviluppo di politiche comuni, controllarne gli effetti, proporre eventuali correttivi.
La prima realizzazione del programma risale al 1990 (CLC90), mentre gli aggiornamenti successivi si riferiscono all’anno 2000 (Image & CORINE Land Cover 2000, con 33 Paesi aderenti) e 2006 (CLC2006, 38 Paesi partecipanti); tutti i dataset CLC sono basati su una legenda organizzata gerarchicamente in 3 livelli e composta da 44 voci, ma hanno caratteristiche inadatte (scala nominale 1:100000, Unità Minima Mappata pari a 25 ha) per analisi ad alta scala.
Negli ultimi dieci anni una buona parte delle regioni italiane ha sentito l’esigenza di sistematizzare i dati di uso/copertura del suolo a supporto della gestione del proprio territorio, producendo datasets vettoriali con caratteristiche variabili in quanto a scala, UMM e categorie di alto livello, ma basandosi comunque sulla legenda CLC; in pratica:
- definendo categorie aggiuntive di IV e V livello coerenti con i primi tre livelli CLC, adattandole alle peculiarità del territorio;
- utilizzando processi e dati telerilevati di qualità tale da ottenere scale nominali comprese tra 1:5000 e 1:25000, e UMM comprese tra 0,15 ha e 1,5 ha;
- producendo talvolta coperture vettoriali di tipo lineare, a integrare quelle poligonali CLC-like, per meglio rappresentare elementi reali che risulterebbero trascurati da UMM basse, ma comunque finite.
L’impostazione CLC, in assenza di un coordinamento nazionale, ha dunque facilitato il confronto tra i dati delle regioni “virtuose” e ha permesso di definire una procedura comune per la stima del fattore FA a partire da informazioni di qualità ritenuta simile e accettabile.
Nella tabella sottostante sono sintetizzate le caratteristiche dei dati di uso del suolo acquisiti ed elaborati per il Progetto ACI.