Il tungsteno è un elemento del gruppo dei metalli di transizione che in natura è poco rappresentato e presente solo in wolframati, mai libero. Questo metallo ha infatti due nomi ammessi: inizialmente fu chiamato tungsteno perché il termine in svedese deriva significa “pietra pesante, poi quando fu isolato dai chimici spagnoli Delhuyar a partire dal minerale wolframite fu denominato wolframio (significa “sporcizia di lupo” ed è il nome dato originariamente dai minatori al minerale nerastro che, presente nei filoni di stagno, ne diminuiva il pregio).
Il metallo ha un colore tra l’argenteo e il grigio acciaio, è molto duro e pesante e può essere lavorato in vario modo. Presenta stabilità all’ossidazione a freddo, mentre si trasforma nell’ossido corrispondente se viene scaldato all’aria.
Indice
Proprietà chimiche
Dopo il carbonio è l’elemento che ha il più alto punto di fusione, 3.422 °C, il più elevato in assoluto tra i metalli.
- Simbolo: W
- Numero atomico: 74
- Serie: Metalli di transizione
- Gruppo, periodo: 6 (VIB), 6
- Densità: 19250 kg/m³
- Durezza: 7,5
- Peso atomico: 183,84 u
- Configurazione elettronica:[Xe]4f145d46s2
- Struttura cristallina: cubica a corpo centrato
- Stato della materia: solido
- Punto di fusione: 3149 °C
- Punto di ebollizione: 5382 °C
- Calore di fusione: 35,4 kJ/mol
- Elettronegatività: 2,36 (Scala di Pauling)
- Calore specifico: 130 J/(kg·K)
- Conducibilità elettrica: 1,89×107S/m
- Conducibilità termica: 174 W/(m·K)
Tungsteno – Composti principali
Ossido WO3 – Polvere gialla che si trova in natura sotto forma di idrati e viene usata per creare materiali ignifughi, pigmenti e vetri elettrocromici.
Cloruro WCl5 – Solido blu-verde leggermente solubile e altamente reattivo.
Isotopi – Questo elemento in natura ha 4 isotopi stabili, W-182, W-183, W-184, W-186, ma l’isotopo W-180 seppur radioattivo ha un’emivita (tempo di decadimento) così lunga da poter essere considerato stabile.
Applicazioni
In forma pura ha un largo impiego in applicazioni elettriche e i suoi composti sono ampiamente utilizzati a livello industriale, soprattutto in ambito minerario e petrolifero. L’esempio più caratteristico del suo utilizzo è la produzione dei filamenti delle lampade a incandescenza (dovuto all’altissimo punto di fusione), ma le sue leghe sono impiegate anche nell’industria aerospaziale e nella produzione di armi da fuoco. Quest’ultimo uso lo ha reso particolarmente noto e diffuso a partire dalla seconda guerra mondiale.

Wolframite, il principale minerale contenente tungsteno (o wolframio)
Tungsteno – Le leghe
La densità e la durezza del tungsteno vengono sfruttate in leghe pesanti, per esempi l’acciaio per utensili, le leghe con cobalto e cromo per la produzione di strumenti da taglio e abrasivi.
Biologia
Il tungsteno non ha un ruolo nell’organismo umano, ma non è tossico e può causare un’irritazione agli occhi e alla pelle.
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