La solubilità è la massima quantità di soluto in grammi che, a una data temperatura, può essere disciolta in 100 g di solvente; per esempio, per il sale nell’acqua a 20 °C è di 37g/100 ml.
Se la soluzione contiene una quantità di soluto inferiore alla sua solubilità, è detta insatura; se si supera la solubilità, una certa dose di soluto non si scioglie e si deposita sul fondo: la soluzione è satura.
Se la soluzione è raffreddata, si può notare che una parte del soluto si deposita sul fondo (precipitazione) finché la soluzione ridiventa satura alla nuova temperatura. Se il processo avviene in modo lento, si può evitare la precipitazione, la soluzione resta sovrasatura, un equilibrio instabile che può essere rotto semplicemente con uno scuotimento o con l’inserimento di un cristallo di soluto, favorendo la precipitazione.
Temperatura e solubilità – Generalmente la solubilità dei solidi nei liquidi aumenta con la temperatura, solo in rari casi diminuisce all’aumentare della temperatura (per esempio nel solfato di cesio o nel carbonato di litio).
La solubilità dei gas nei liquidi diminuisce all’aumentare della temperatura.
Pressione e solubilità – Per la solubilità di gas in liquidi occorre tenere conto anche della pressione e vale la legge di Henry: a temperatura costante la quantità di un gas che non reagisce con il solvente disciolta in un dato volume di liquido è proporzionale alla pressione (p) del gas nella fase gassosa sovrastante la soluzione:
C=k·P
dove C è la concentrazione del soluto, p la pressione e k la costante di Henry che dipende sia dal soluto che dal solvente.
Se il gas reagisce con il solvente, in genere la solubilità è maggiore di quella espressa dalla legge di Henry.

Soluzione insatura, satura e sovrasautra
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