Lo iodio è un elemenco chimico (alogeno), molto diffuso in natura, ma presente in percentuali ridotte (meno di un milionesimo in peso nella crosta terrestre). Quasi tutti gli esseri viventi contengono tracce di iodio. Allo stato puro è un solido di colore scuro che sublima a temperatura ambiente, formando un vapore di colore violaceo (il suo nome deriva dal greco e significa “violetto”). I minerali veri e propri di iodio sono abbastanza rari (marshite, CuI, e iodoargirite, AgI). Si trova in piccola quantità come ioduro nelle acque marine ed è più abbondante in alcuni depositi salini come il nitro del Cile in cui si trova come iodato di sodio. Poco solubile in acqua, lo è invece molto nelle soluzioni di acido iodidrico e di ioduro di potassio a cui si addiziona. È molto solubile in alcol ed etere, nel solfuro di carbonio e nel cloroformio. Chimicamente è simile agli altri alogeni, anche se è il meno elettronegativo del gruppo.
La forma elementare venne scoperta dal chimico francese Bernard Courtois nel 1811, a partire da ceneri di alghe marine. Il nome gli fu dato (1813) da Gay-Lussac.
Indice
Iodio – Proprietà chimiche
Ha un basso punto di fusione, appena sopra i 100 °C.
- Simbolo: I
- Numero atomico: 53
- Serie – Alogeni
- Gruppo, periodo: 17 (VIIA), 5
- Densità – 4940 kg/m³
- Peso atomico: 126,90447 u
- Configurazione elettronica: [Kr]4d10 5s2 5p5
- Struttura cristallina: ortorombica
- Stato della materia: solido
- Punto di fusione: 113,70 °C
- Punto di ebollizione: 184,3 °C
- Calore di fusione: 7,824 kJ/mol
- Elettronegatività: 2,66 (Scala di Pauling)
- Calore specifico: 145 J/(kg·K)
- Conducibilità elettrica: 8,0×10−8/m·Ω
- Conducibilità termica: 0,449 W/(m·K)
Iodio – Composti principali
Ioduro di potassio KI – Sale di potassio dell’acido iodidrico, solido incolore o bianco, con molteplici usi medici soprattutto legati all’esposizione alle radiazioni e ai problemi di tiroide.
Isotopi – Questo elemento ha 30 isotopi in natura, ma solo I-127 è stabile e molto abbondante.
Applicazioni
In medicina viene utilizzato come disinfettante per ferite (tintura di iodio) o per l’intestino e nelle disfunzioni tiroidee caratterizzate da carenza di iodio. Viene usato anche in radiologia quale mezzo di contrasto. Serve per preparare gli ioduri, in particolare lo ioduro di potassio, usato in farmacia, e lo ioduro d’argento usato in fotografia. Degno di nota anche il suo utilizzo come catalizzatore nella produzione industriale di acido acetico e di alcuni polimeri.

Lo iodio in forma solida ha un aspetto lucente, scuro e metallico, mentre in forma gassosa è violetto o nero
Biologia
Di notevole importanza sono le sue funzioni biologiche. La quantità di iodio contenuta nell’organismo umano è 40 mg circa, il 60% dei quali nella tiroide (il rimanente nelle ovaie, nel sangue, nei muscoli). Nella tiroide è contenuto nella triiodotironina (T3) e nella tiroxina (T4), due ormoni che influenzano il metabolismo.
Lo iodio è un micronutriente troppo spesso sottovalutato; si deve infatti considerare che un suo deficit è fonte di notevoli problemi tant’è che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera la carenza iodica uno dei più importanti problemi di salute pubblica. Da un punto di vista clinico la carenza di iodio causa ipotiroidismo, gozzo, rischio di aborto, cretinismo.
Iodio e alimentazione – Fra gli alementi più ricchi di iodio si ricordano il pesce marino, i molluschi, le alghe marine, il latte vaccino e le uova. Va tenuto in debita considerazione il fatto che la cottura riduce il contenuto di iodio nei cibi; si possono infatti registrare perdite fino al 20% per quanto riguarda la frittura, del 23% per quel che concerne la grigliatura e del 58% nel caso di bollitura.
Alcuni alimenti (cavolo, rapa, manioca, cipolla e noci) contengono sostanze gozzigene, cioè in grado di bloccare l’assorbimento di iodio. La cosa deve essere tenuta ben presente da tutti coloro che per esempio usano le noci come uno degli elementi lipidici principali (per esempio i sostenitori della dieta a zona).
Le dosi raccomandate sono 150 mcg e, per la donna, 200 mcg durante l’allattamento e 175 mcg in gravidanza. In caso di carenza è possibile integrare lo iodio utilizzando sali iodati, eventualmente iposodici.
Il nostro Paese non è esente dal problema della carenza di iodio; la soluzione al problema è stata identificata con il sale iodato. Il sale da cucina infatti è un alimento stabilmente consumato da larghissimi strati della popolazione generale e la sua iodurazione non è particolarmente costosa. Il sale iodato (eventualmente nella sua versione iposodica) può essere utilizzato anche da tutti coloro che hanno una bassa produzione di ormoni tiroidei in seguito a un rallentamento metabolico dovuto all’età e/o a regimi alimentari ipocalorici. Per approfondire: Sale iodato.
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