Le Rosacee sono una famiglia di piante Dicotiledoni comprendente circa di 5.000 specie di quasi 100 generi di erbe, arbusti e alberi, tra cui molti di grande importanza per l’economia umana (alimentari, ornamentali, medicinali, agricole e industriali). Le Rosacee si trovano su tutto il pianeta, con l’eccezione dell’Antartide e hanno una grande varietà di strutture.
La rosa è il genere che dà il nome alla famiglia delle Rosacee. Si tratta di un genere di piante arbustive, a crescita spontanea, diffuse nelle regioni a clima temperato dell’emisfero boreale. Coltivate con scopi ornamentali e cosmetici (estrazione di essenze profumate) fin dall’antichità (attestate nell’antico Egitto, circa 4.000 anni a C.), sono note in circa 150 specie e numerose varietà ibride. Erette o rampicanti, dispongono di fusto dotato di spine, fiori in corimbi (infiorescenza simile al grappolo, ma con i peduncoli dei fiori di lunghezza diversa in modo che i singoli fiori raggiungano tutti la stessa altezza) o singoli, con cinque petali nelle varietà selvatiche e assai di più in quelle coltivate. Il colore può variare dal bianco al rosso, al rosa, al giallo; nella coltivazione è stato ottenuto anche il blu; il profumo ha una fragranza molto delicata. La riproduzione delle rose si ottiene per talea, margotta o per innesto (come portainnesto viene utilizzata la rosa canina o la rosa chinensis). L’olio essenziale (olio di rosa) che se ne ricava viene impiegato in profumeria per la produzione di acqua di rose e come componente per i profumi. Il frutto è ricco di vitamina C. Nei Paesi orientali, si usano i petali di rosa anche nelle preparazioni alimentari (confetture, gelatine e petali di rosa canditi). Tra le varietà di rose si annoverano specie selvatiche (rosa sarmentosa di San Giovanni, rosa di macchia o canina, rosa comune), specie coltivate (rosa gallica, rosa odorata, rosa centifolia, diffusa in Francia e in Italia, rosa indica o chinensis, da cui sono derivate le numerosissime rose Thea ecc.), specie ibride (tutte quelle derivate dalla rosa Thea, caratterizzate da un’ampia gamma di colori, profumo accentuato e fioritura continua durante tutta la primavera, rose nane, con dimensioni che vanno da 7 a 30 cm di altezza, rose rampicanti) e altre specie (rosa rugosa, di origine giapponese, che viene usata nelle siepi e produce frutti utilizzati per ottenere infusi e sciroppi ricchi di vitamina C e rosa banksiae, o della Cina, rampicante e unica rosa senza spine, spesso utilizzata per la decorazione delle siepi dei giardini).
Il biancospino è un arbusto spontaneo, spinoso, a fiori bianchi, frutti rossi e legno giallo, duro e compatto. Cresce nelle siepi e nei boschi. Alcune varietà sono coltivate a scopo ornamentale. I fiori di biancospino ancora in boccio sono utilizzati in medicina per preparare infusi ed estratti sedativi, da utilizzare per la cura delle disfunzioni cardiache di origine nervosa.

Pianta di biancospino durante la fioritura
Molte Rosacee sono piante da frutto. Il melo è un albero deciduo di dimensioni che possono superare di poco i 10 m, con una chioma densa ed espansa e apparato radicale superficiale; è coltivato nelle zone temperate. È originario del mar Nero e del mar Caspio. La mela è un falso frutto (frutto che si origina dalla trasformazione non soltanto dell’ovario ma anche di altri organi del fiore come ricettacolo, sepali o petali) dal quale si estrae, per fermentazione, il sidro. La mela ha forma sferica, ovale, spesso asimmetrica e di dimensioni molto variabili. La buccia è liscia o rugginosa, di colore verde, giallo o rosso con macchie e striature. La polpa è bianca o giallognola, soda e succosa, di sapore dolce o acidulo, a volte farinosa. Vi sono mele da tavola con diversi periodi di maturazione e mele da sidro diffuse nei Paesi nordici e in Francia. Le mele sono molto usate in cucina, si mangiano sia crude che cotte e se ne estraggono vari succhi. A differenza di altra frutta, la mela non contiene molta vitamina C.
Il pero ha caratteristiche simili al melo come dimensioni e diffusione; alcune specie asiatiche sono sempreverdi. La pera è il frutto del pero. Si conoscono circa mille varietà di pere (ai tempi dei romani erano solo quaranta); esistono varietà estive (come le William) e invernali (come le abate o le kaiser).
Il pesco è un albero originario della Cina, coltivato per la raccolta dei frutti (pesche). Può raggiungere un’altezza di 5 m, ha foglie lanceolate, fiori rosa, frutti tondi e commestibili, con buccia verde o gialla più o meno sfumata di rosso, ricoperta di peluria o glabra. La polpa è bianca, gialla o aranciata, succosa e di solito aderente al nocciolo. Il nocciolo è legnoso, quasi sempre appuntito, attraversato da profondi solchi e contiene un solo seme o mandorla.
Il susino europeo (prugno europeo) è un albero di piccole dimensioni (al massimo 6-8 m) originario dell’Asia; i crociati lo portarono in Francia dalla Siria; produce i frutti noti col nome di susina o prugna. Le susine si dividono in euroasiatiche (dette spiccagnole, con il nocciolo ben staccato dalla polpa) e giapponesi (con polpa più succosa). La pruina, una patina cerosa, conferisce alla buccia il tipico effetto brinato.
L’albicocco è un albero importato dalla Cina (era l’ideogramma dell’imperatore Yu il Grande) e caratterizzato da foglie lanceolate e da frutti gustosi e di color arancione; può superare i 10 m d’altezza. Gli arabi lo diffusero poi in Spagna, in Sicilia e nell’Africa del Nord. Il frutto è l’albicocca; matura da giugno a fine luglio, con polpa che nei frutti di migliore qualità cede leggermente se premuta. Le albicocche sono ricche di vitamina A.

Pianta di albicocco con frutti
Il ciliegio è un albero con fiori bianchi, foglie ovali e dentate. Originario dell’Asia Minore, alto fino a 20 m, è coltivato per i frutti carnosi, rossi e dolci (ciliegie), e per il legno, ottimale per mobili, strumenti musicali e pipe. Il ciliegio da frutto deriva dalla varietà dolce (ciliegio dolce) e dalla varietà più amara (ciliegio amareno o acido). Il ciliegio dolce, dall’altezza non superiore ai 15 m, ha frutti piccoli con lunghi peduncoli e foglie pendule, mentre l’amareno, più basso, ha frutti più grossi e succosi e foglie lucide e lisce. Originari probabilmente dell’Europa meridionale e centrale, entrambi questi alberi hanno fiori di colore bianco. Le ciliegie sono utilizzate come frutta fresca o per la preparazione di liquori e confetture. In Italia sono principalmente diffuse due tipi di ciliegie: i duroni, più grandi e scuri, e le tenerine, più chiare e piccole. Tra le varietà ornamentali si ricorda il lauroceraso, i cui frutti (e, in misura minore, le foglie) sono però tossici per la presenza di acido cianidrico.
Il mandorlo è una pianta arborea diffusa nell’area mediterranea, ma originaria dell’Asia. Ha fusto che raggiunge anche 8 m di altezza, foglie lanceolate, frutti (drupe) con semi oleosi (mandorle), fiori bianchi e rosa. Poiché è il primo albero a fiorire, segnando la fine dell’inverno, per gli ebrei era il simbolo della vita nuova. Per i cristiani è l’albero della vergine Maria, e San Giuseppe è spesso ritratto nei dipinti medievali mentre regge un ramo di mandorlo fiorito, simbolo della paternità solo putativa di Gesù. Il frutto del mandorlo è una drupa verde, a forma ovoidale con endocarpo legnoso contenente uno o due semi oleosi commestibili, di sapore dolce o amaro secondo la varietà. Le mandorle vengono consumate fresche o abbrustolite. Sono utilizzate per la produzione di dolciumi (confetti, torrone, pasta di mandorle), bibite (latte di mandorle) o per l’estrazione dell’olio, usato in cosmesi per le proprietà emollienti o con acqua e zucchero per preparare l’orzata. Le mandorle amare sono usate in medicina e in profumeria.
Il nespolo del Giappone è un albero da frutto coltivato a scopo ornamentale e per il suo frutto (nespola). Non va confuso con il nespolo comune o germanico, di più antica coltivazione in Europa, ma oggi raramente coltivato e commercializzato. La nespola del Giappone, di forma ovoidale, color giallo-arancio, polpa gradevole di sapore acidulo, con semi bruni molto grossi, si raccoglie in primavera e si consuma fresca.
Altre Rosacee che producono frutti commestibili sono il cotogno e il sorbo.

Le sorbe sono i frutti del sorbo domestico
Fra le Rosacee arbustive o erbacee importanti per l’alimentazione la prima citazione va alla fragola, comune in luoghi ombrosi e nei boschi delle zone temperate, ha foglie trifolate con fiori bianchi e piccoli acheni neri (i veri frutti) sul ricettacolo commestibile, rosa e carnoso. I romani apprezzavano particolarmente la fragola e grazie al suo profumo intenso la chiamarono fragrans. Le fragole venivano consumate specialmente nel periodo delle festività in onore di Adone; secondo la leggenda, infatti, alla morte di Adone, Venere pianse lacrime che, cadute a terra, si trasformarono in piccoli cuori rossi (appunto le fragole). Ne esistono varie specie a frutto piccolo e a frutto grosso (in realtà si tratta di un falso frutto). Tipica specie europea è la fragola di bosco.
Appartiente alle Rosacee anche il lampone, una pianta arbustiva diffusa nei boschi delle colline e delle montagne dell’Europa centrosettentrionale. Ha fusto dotato di piccoli aculei e foglie imparipennate. Dà fiori bianchi e frutti che assumono il nome comune della pianta e che consistono in drupe rosse e dolci, impiegate per il consumo diretto o per la produzione di conserve. Dello stesso genere del lampone è il rovo, una pianta arbustiva spinosa i cui frutti (more) non devono essere confusi con quelli del gelso.
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