Le Dicotiledoni sono una classe delle Angiosperme che comprende piante a fiore nel cui seme l’embrione è fornito di due cotiledoni. Le altre principali caratteristiche della maggior parte delle Dicotiledoni sono:
- i verticilli sterili (calice, corolla) del fiore sono variabili (per lo più quattro o cinque o loro multipli).
- I fasci cribro-vascolari del fusto sono disposti ad anello tutto intorno al fusto.
- I granuli pollinici sono hanno tre solchi.
- Le radici si sviluppano dalla radichetta embrionale che permane durante tutto il ciclo vitale.
- Le nervature principali delle foglie sono reticolate.
Le Dicotiledoni sono suddivise in molti ordini, ma generalmente sono più noti i nomi delle famiglie; alcune famiglie praticamente fanno riferimento a un solo genere molto comune, per esempio:
- Acantacee (acanto; pianta coltivata soprattutto per scopi ornamentali, è tipica dei luoghi poco assolati della zona mediterranea; le larghe foglie pennate e lobate, suggerirono il motivo ornamentale del capitello corinzio).
Particolare della foglia di acanto (Acanthus montanus)
- Aceracee (acero; presenta foglie in genere lobate e caduche, chiome folte, tronco diritto e corteccia liscia, frutti a disamare (due samare affiancate). Alcune specie producono legni particolarmente adatti all’ebanisteria)
- Actinidiacee (kiwi; oggi largamente coltivato anche in Europa; il frutto che porta lo stesso nome è ricco di vitamina C ed è gradito per il suo gusto).
- Aquifoliacee (leccio; arbusto sempreverde alto fino a 10 m, con chioma piramidale, corteccia liscia grigia e rami verdastri, spontaneo in Italia; le foglie vivono per un intero anno e non si rinnovano tutte contemporaneamente).
- Araliacee (edera; pianta rampicante, sempreverde, ha foglie coriacee, variegate e, per mezzo di radici aeree, si abbarbica su qualsiasi sostegno).
- Begoniacee (begonia; una pianta molto comune a scopo ornamentale con fiori semplici o doppi variamente colorati).
Begonia elatior
- Bombacacee (baobab; tipica pianta tropicale dei climi aridi che raggiunge dimensioni gigantesche, con tronco di 10 m circa di diametro; originaria dell’Africa centrale, ha grande chioma e frutti commestibili, raggiungendo anche la ragguardevole età di 400 anni).
- Bromeliacee (ananas; è coltivato, per scopi alimentari, ornamentali e per la produzione di alcuni tipi di fibre, in tutte le regioni tropicali da dove vengono esportati i frutti. Le foglie sono provviste di spine e al centro di esse si trova l’infiorescenza. Il frutto è una grossa pigna ovale dalla polpa di colore giallo, il cui peso può arrivare fino a 5 kg; al centro della polpa, un fusto fibroso non commestibile. Il succo ha una profumazione caratteristica, è leggermente acidulo, ma gradevole al gusto. L’ananas contiene la bromelina, enzima sulfidrilico che, oltre a controllare i fenomeni infiammatori, ha un’azione proteolitica, cioè di digestione delle proteine).
- Campanulacee (campanula; pianta erbacea che cresce spontanea nelle zone temperate).
- Cannabacee (luppolo; pianta erbacea perenne, originaria dell’Europa e dell’Asia, molto diffusa in Germania e Gran Bretagna, ma cresce spontanea anche in Italia. La luppolina, estratta dalle brattee, viene utilizzata per aromatizzare la birra).
Luppolo
- Capparacee (cappero; suffrutice perenne e spontaneo, diffuso in Europa, in Asia, in Africa e nelle regioni aride e rocciose dell’area mediterranea. Cresce spontaneamente sulle rocce e sui muri e ha fiori bianco-rosa e le gemme commestibili, ancora chiuse nel fiore, sono conservate sotto sale o aceto e utilizzate in gastronomia. Nell’antichità era noto per le sue proprietà officinali).
- Caprifoliacee (sambuco; arbusto originario dell’Eurasia che raggiunge i 5 m di altezza, è utilizzato in pasticceria e in erboristeria).
Una pianta di sambuco rosso (Sambucus racemosa)
- Caricacee (papaya; originaria dell’America tropicale e oggi coltivata nei Paesi caldi di tutto il mondo per il frutto che ha lo stesso nome).
- Cariofillacee (garofano; genere di piante erbacee perenni o biennali, diffuse nella regione mediterranea, in Cina e in Giappone. La specie più nota, dal classico fiore rosso, è coltivata in molte varietà).
- Convolvulacee (convolvolo; genere di piante erbacee che possono essere perenni o annuali; generalmente sono rampicanti con fiori campanulati).
- Droseracee (drosera, genere con numerose specie di piante carnivore; i peli ghiandolari sulla superficie delle foglie secernono una sostanza mucillaginosa che trattiene i piccoli invertebrati; poi le foglie con denti a pettine si chiudono a scatto quando la preda è stata bloccata).
Particolare della Drosera aliciae
- Ebenacee (kaki; albero originario della Cina e del Giappone; è ampiamente coltivato in Europa e può raggiungere i 10 m di altezza. I frutti sono commestibili e particolarmente dolci e gustosi a maturazione; il legno, liscio e molto resistente, viene utilizzato nell’industria tessile per la confezione di bobine e spolette e nella costruzione di attrezzature sportive).
- Genzianacee (genziana; genere di piante erbacee, diffuse nelle regioni alpine e temperate. Ne esistono oltre 500 specie).
- Geraniacee (geranio; pianta erbacea perenne, con fiori a cinque petali, che comprende più di 700 specie. Il geranio comune è coltivato nei giardini e sui balconi, a scopo ornamentale, e diffuso nelle regioni temperate; ha un fusto spesso e un forte odore pungente).
Particolare del fiore di un geranio imperiale.
- Grossulariacee (ribes; nome comune dei cespugli del genere Ribes a fogliame caduco o persistente distribuito geograficamente nelle regioni fredde o temperate dell’emisfero settentrionale. Alcune specie sono importanti per la riproduzione del frutto, una bacca contenente molti semi. In frutticultura si coltivano forme provenienti da incroci spontanei o artificiali).
- Hydrangeacee (ortensia; pianta arbustiva con fiori di colore bianco o roseo; originaria dell’Asia e dell’America, è utilizzata a scopo ornamentale).
I fiori della specie di ortensia Hydrangea paniculata
- Ippocastanacee (ippocastano; albero che raggiunge i 40 m di altezza; i semi sono utilizzati in medicina per l’estrazione di principi attivi).
- Juglandacee (noce; cresce spontaneamente in Asia e nei Balcani. Il tronco può raggiungere i 20 m di altezza e le foglie sono pennato-composte; i frutti sono drupe (noci) costituite da un seme commestibile (gheriglio), stretto tra due gusci legnosi (endocarpo) avvolti dal mallo. La noce tradizionalmente è simbolo di fortuna; i romani facevano piovere noci sugli sposi, usanza ancor viva a Modica (Sicilia) fino agli inizi del XX sec; in Belgio le ragazze erano solite mescolare noci piene a noci vuote: chi pescava una noce piena si sarebbe ben presto sposata).
- Linacee (lino; genere di piante erbacee composto da circa 200 specie. Tra di esse vi è quella, originaria dell’Egitto, che presenta un fusto eretto, alto quasi 1 m, fiori azzurro-blu e frutti ricchi di sostanze oleose e che viene coltivata nelle varietà da seme e da fibra nelle regioni caldo aride).
- Magnoliacee (magnolia; genere di piante ornamentali arboree o arbustive, usate anche in profumeria. Spontanee in America centrosettentrionale e in Asia, sono caratterizzate da grandi fiori, dal profumo intenso, che possono comparire anche prima delle foglie).
- Mirtacee (eucalipto; originario dell’Australia, può raggiungere altezze notevoli. È caratterizzato da un gradevole profumo balsamico. Dalle foglie di alcune specie si ricavano un olio ed estratti utilizzati in farmacia).
- Peoniacee (peonia; cespuglio con grandi fiori di colore rossastro, viene coltivata a scopo ornamentale).
- Papaveracee (papavero; le specie di papavero sono moltissime e sono diffuse sia nelle zone temperate sia in quelle subtropicali; nel territorio italiano cresce spontaneamente una specie dal caratteristico colore rosso, detto rosolaccio. Altre varietà sono coltivate a scopo ornamentale; dai frutti del papavero da oppio, molto diffuso in Asia, si estrae un olio alimentare mentre dai frutti non maturi si ricava l’oppio).
Papavero (Papaver rhoeas)
- Piperacee (pepe; arbusto rampicante di origine asiatica, coltivato in zone a clima tropicale, per la raccolta dei frutti, utilizzati come spezie in cucina; il pepe nero si ottiene dai frutti immaturi essiccati, il pepe verde dai frutti freschi, il pepe bianco dai frutti maturi).
- Platanacee (platano; albero alto fino a 30 m, originario del Mediterraneo e dell’Asia Minore che viene coltivato a scopo ornamentale).
- Punicacee (melograno; arbusto originario dell’Asia minore, raggiunge i 5 m di altezza; il frutto, la melagrana era già apprezzato da ebrei, egizi, fenici, greci e romani ed era citato anche nella Bibbia; veniva utilizzato anche per altri fini oltre a quello alimentare, per esempio per ricavare cuoio dalla scorza interna).
- Ranunculacee (ranuncolo; pianta erbacea con fiori di colore bianco o giallo e diffusa in varie specie, Apuleio la chiamava erba scellerata a causa della tossicità dovuta all’anemonina che impone l’essicazione della pianta prima di usarla come foraggio).
- Rubiacee (caffè; pianta sempreverde, che può raggiungere i 10 m di altezza, originaria dell’Africa tropicale. Vive fra gli 800 e i 2.000 m d’altezza in terreni umidi con temperature fra i 15 e i 25 °C. Se ne conoscono quaranta specie, di cui la Coffea arabica è quella più diffusa e coltivata: offre un caffè dolce e meno cremoso, al contrario della robusta da cui si produce un caffè più forte con circa il doppio di caffeina. Il frutto, di colore rosso scuro, è prodotto a iniziare dai tre ai cinque anni di vita della pianta; racchiude due noccioli all’interno dei quali si trova un seme (chicco di caffè). I frutti non maturano allo stesso momento (a esclusione delle piantagioni brasiliane dove il clima consente una maturazione contemporanea e quindi una raccolta automatizzata). Il seme viene liberato dalla cuticola che lo avvolge, stagionato e quindi torrefatto. Ogni pianta fornisce circa 2.000 bacche all’anno dalle quali si ricavano circa 500 g di caffè. Inizialmente le bacche rosse venivano mangiate intere o spappolate, mischiate con grasso animale; successivamente si passò agli infusi. Fra il XIII e il XIV sec. la bevanda si diffuse in tutto l’oriente islamico. Il caffè arrivò a Venezia con navi turche e già con Clemente VIII si hanno le prime richieste di bandire la bevanda del diavolo. Dal XVIII sec. gli olandesi a Giava e i francesi nei Caraibi iniziarono la coltivazione, facendo nascere l’industria del caffè).
- Sapindacee (litchi; tipico della Cina, i frutti si mangiano freschi o seccati).
- Simarubacee (ailanto; originario dell’Australia e di aree tropicali asiatiche). L’ailanto è ricordato principalmente per essere una delle piante alloctone (il termine è opposto ad autoctone, cioè piante che vivono nel luogo geografico in cui hanno avuto origine) più invasive che si conoscano, con una diffusione molto rapida a spese di altre specie vegetali. Il termine ailanto deriva dal cinese e significa “albero così alto da toccare il cielo”, ed è per questo che è noto anche come albero del Paradiso.
- Sterculiacee (cacao; albero sempreverde, alto fino a 10 m, originario delle zone forestali dell’America tropicale; produce frutti dalla forma di bacca ovoidale allungata, che contengono dai venti ai trenta semi. La pianta viene coltivata per la mandorla racchiusa nei semi in quanto, sottoposta a torrefazione e macinazione, produce il cacao usato nell’industria dolciaria; dai semi, inoltre, si ricava il burro di cacao, un grasso vegetale che rende il cioccolato plastico e morbido).
- Teacee (tè; pianta arbustiva, alta 1,5 m circa, ma può arrivare fino a dodici, già coltivata in Cina e in Giappone -per i giapponesi fu Buddha a scoprire il potere corroborante del tè dopo una faticosa meditazione- fra il IV e l’VIII sec. Da lì si diffuse in India -la leggenda racconta che il santone Darma riuscì a compiere il voto di non dormire sette anni, masticando foglie di tè-, in Indonesia e a Ceylon. In Europa arrivò solo nel XVII sec., grazie alla Compagnia delle Indie orientali e alla regina portoghese Caterina di Braganza che ne diffuse l’uso presso la nobiltà. In Gran Bretagna si diffuse nel XVIII sec., grazie anche a molte celebri caffetterie, come quella di Thomas Twining. La pianta del tè è coltivata per le sue foglie dalle quali si ottiene per infusione l’omonima bevanda. Le foglie, lisce e lucide, contengono caffeina (o teina, 2-4%), catechine (fino al 10%, talvolta indicate come tannino) e sostanze aromatiche e vengono raccolte al terzo anno di vita della pianta. La lavorazione del tè tradizionale (tè nero) prevede disidratazione (8-18 ore), accartocciamento, fermentazione (a temperatura ambiente da quarantacinque minuti a tre ore), torrefazione (si arriva al 3% di umidità) e setacciatura finale per allontanare i detriti rimasti. La qualità del tè dipende dalla maturità delle foglie: tanto più sono giovani tanto più il tè è migliore. Il tè verde è un tipo di tè che non subisce alcuna fermentazione). Oltre al tè, della stessa famiglia fanno parte anche oltre 250 specie di piante ornamentali, le camelie, originarie dell’Himalaya e di alcune zone di Cina e Giappone, e coltivate per la bellezza dei loro fiori di tante forme e colori.
- Ulmacee (olmo; pianta arborea, un tempo usato come tutore della vite, è adesso utilizzato come pianta ornamentale per giardini e parchi e per il legno pregiato. Le foglie sono ovali seghettate e acute, i fiori piccoli e a petali e i frutti a samara).
- Urticacee (ortica; caratterizzata dalle foglie lanceolate e urticanti; le ortiche sono utilizzate in profumeria e come piante medicinali per le proprietà diuretiche e antinfiammatorie intestinali).
- Valerianacee (valeriana; pianta erbacea perenne, cresce nelle zone temperate, viene utilizzata in farmacia per le sue proprietà sedative).
- Verbenacee (verbena; pianta erbacea perenne, originaria del Mediterraneo, viene utilizzata in erboristeria per le sue proprietà digestive e depurative).
- Violacee (viola; genere di piante erbacee, presente in più di 400 specie. Tra queste la viola mammola ha fiori bianchi, rosa o viola molto profumati dai quali si estrae l’essenza usata in profumeria e foglie a forma di cuore. La viola del pensiero ha fiori policromatici con petali bianchi o gialli sfumati di violetto).
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