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Classificazione tassonomica

Nella classificazione tassonomica, a partire dal XVII sec., le piante formavano il Regno Vegetale che comprendeva anche alghe, funghi, batteri e licheni. Dal XX sec., i funghi e i batteri e, in parte le alghe, vennero scorporati e i licheni vennero riconosciuti come organismi formati dalla simbiosi di un’alga e di un fungo.

Oggi si considerano due domini (Eucarioti e Procarioti), il primo dei quali diviso in cinque regni (Animali, Piante, Funghi, Cromisti e Protozoi o Protisti) e il secondo in due regni (Archei -o Archeobatteri– e Batteri). Le alghe per esempio sono state suddivise in vari ambiti tassonomici e oggi sono considerate “piante” le sole alghe verdi.

La tassonomia è la scienza che definisce i taxa. Un taxon (plurale taxa) è un raggruppamento di organismi, distinguibili dagli altri per una caratteristica comune e che possono essere organizzati grazie alla sistematica in una gerarchia, arrivando a una classificazione scientifica.

Il concetto di tassonomia parte da organismi distinguibili. Fino alla fine del secolo scorso, la distinguibilità aveva come fattore discriminante la morfologia. Oggi ci si sta orientando verso la genetica, introducendo concetti come quello di clade (un gruppo costituito da un antenato singolo comune e da tutti i discendenti di quell’antenato).

Per capire le difficoltà che un utente può incontrare nella classificazione botanica si consideri che attualmente può trovare ben tre termini per identificare una famiglia:

  1. Un nome molto noto, per esempio Labiate, frutto delle classificazioni fino al 1980 circa. Tale nome è spesso ancora ammesso dai botanici (nomen conservandum)
  2. Un nome che fa riferimento alla classificazione Cronquist (1981-1988), per esempio le Labiate sono indicate come Lamiacee.
  3. Un nome “nuovo”, derivante dalla classificazione APG IV (2016). Per esempio, lo scalogno secondo la classificazione Cronquist apparterrebbe alla famiglia delle Liliacee, mentre secondo quella APG alla famiglia delle Amarillidacee.
classificazione tassonomica

Lo svedese Carl von Linnè (il cui nome fu latinizzato in Carl Linnaeus, conosciuto in Italia come Linneo) è stato il creatore dell’attuale nomenclatura scientifica delle specie viventi

Sembrerebbe logico riferirsi alla recentissima classificazione APG, ma le cose non sono così semplici. Purtroppo, il lavoro dell’Angiosperm Phylogeny Group non è ancora del tutto chiaro e nessuna classificazione può dirsi definitiva. Per questo, le classificazioni spesso procedono affiancate. Data la complessità e la non univocità dei risultati, continuano a essere usati raggruppamenti spesso basati su distinzioni morfologiche e riproduttive perché offrono una rapida comprensione delle differenze fra le varie piante.

Verrà pertanto impiegato questo approccio per studiare la suddivisione del Regno Vegetale, anche privilegiando i “vecchi” nomi (come Labiate) rispetto a quelli nuovi (comunque citati). Professionalmente i botanici continuano a usare il latino, per esempio Eukaryota per Eucarioti, Plantae per Vegetale ecc.(da notare che il concetto di divisione è analogo al tipo della classificazione zoologica. Per unificare la terminologia i due concetti sono sinonimi di phylum). Spesso è molto più comodo usare il termine corrente italiano, per esempio Ombrellifere anziché Umbelliferae.

Approfondimenti

Il nome botanico

Indice materie – Botanica – Classificazione tassonomica

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