Vitamina B6 è una terminologia generica con la quale si identificano 3 diversi composti: piridossina, piridossale e piridossamina.
La vitamina B6 è una vitamina idrosolubile la cui forma attiva, il piridossal fosfato, entra in numerose reazioni enzimatiche a livello cerebrale, cutaneo ed epatico. È fondamentale per sintetizzare la serotonina e la norepinefrina (due importanti neurotrasmettitori) ed entra nel processo di formazione della mielina, la membrana che avvolge, proteggendole, le fibre nervose.
La scoperta della vitamina B6 risale al 1935 e la denominazione è dovuta al fatto che fu il sesto fattore che apparteneva al gruppo vitaminico B a essere descritto. Talvolta, invero raramente, viene anche chiamata vitamina Y.
La vitamina B6 è stabile al calore, resiste agli acidi e agli alcali, ma si degrada alla luce e in presenza di sostanze ossidanti o di alcol.
Assorbimento della vitamina B6
L’assorbimento della vitamina avviene a livello intestinale. Viene trasportata dal plasma (e si lega all’albumina) e dagli eritrociti (e si lega all’emoglobina); per la gran parte, viene depositata a livello epatico e, in seguito, viene trasportata dal plasma agli altri tessuti.
Alcuni fattori quali il potere adsorbente delle fibre alimentari, la presenza di suoi analoghi (per esempio la piridossina glicosilata), determinati trattamenti tecnologici, possono limitarne la biodisponibilità. L’eccesso viene eliminato per via renale.

Formula strutturale della Vitamina B6
Fabbisogno, carenza e interazioni della vitamina B6
Il fabbisogno giornaliero viene stimato mediamente in circa 1,7 mg; nelle gestanti e nelle nutrici viene raccomandato un incremento di circa il 30% della dose consigliata normalmente. Una piccola parte di vitamina B6 viene fornita dalla flora batterica dell’intestino.
Se una leggera deficienza di vitamina B6 è di comune riscontro, deficit più marcati possono verificarsi in coloro che abusano di bevande alcoliche, nei soggetti affetti da cirrosi epatica, ipertiroidismo, sindromi da malassorbimento e uremia. Deficit possono verificarsi inoltre in coloro che assumono isoniazide (un antibiotico antitubercolare) e nelle donne che fanno uso di contraccettivi orali.
Fra i sintomi della carenza di vitamina B6 vengono riportati la mancanza di appetito, la diarrea, il vomito, neuropatia periferica ecc.
Un iperdosaggio da vitamina B6 è una condizione alquanto rara dal momento che si dovrebbero assumerne notevoli quantitativi (dai 3 ai 4 g al giorno) per un periodo di tempo di alcuni mesi. La conseguenza più grave sarebbe una neuropatia periferica tra l’altro regredibile con la sospensione dell’assunzione.
Possono verificarsi interazioni in caso di uso concomitante di prodotti erboristici o supplementi dotati di attività estrogeno-simile.
Dove si trova la vitamina B6
Una leggera deficienza di vitamina B6 è abbastanza diffusa nella popolazione nonostante le fonti alimentari di tale vitamina siano piuttosto numerose; tra queste ricordiamo le carni, le frattaglie, alcuni prodotti ittici, leguminose, verdure (in particolar modo carote, nei piselli e spinaci), nel latte, nei prodotti caseari, nelle uova e nei cereali poco raffinati. Viene maggiormente fornita dai prodotti di origine animale dal momento che in quelli di origine vegetale è legata a composti che ne inibiscono la disponibilità.

Alimenti ricchi di vitamina B6
Usi terapeutici ed effetti dimostrati
In alcuni casi la vitamina B6 viene prescritta per usi terapeutici in dosi non minimali (fino a 500 mg al giorno) in patologie o condizioni quali le polinevriti, i crampi, la sindrome delle gambe senza riposo ecc.
Fra gli effetti dimostrati dell’assunzione di vitamina B6 vi sono l’efficacia nel trattamento dell’anemia sideroblastica ereditaria, nella prevenzione degli effetti avversi dovuti all’assunzione di cicloserina (un antibiotico ad ampio spettro), nel trattamento delle deficienze e delle neuriti provocate da ridotto introito alimentare, nel trattamento delle convulsioni nei neonati piridossino-dipendenti (la dipendenza del neonato può essere dovuta o un eccessivo uso di vitamina da parte della madre durante il periodo dalla gravidanza oppure da un deficit genetico di piridossina).
Fra le proprietà ipotizzate, ma non ancora dimostrate, ricordiamo i benefici nei disturbi del movimento, nella gestione dell’asma, nei disturbi dell’attenzione, nei disturbi cardiovascolari, nel trattamento dell’iperomocisteinemia (in associazione o no con acido folico), nella sindrome del tunnel carpale ecc. Alcuni la consigliano nella prevenzione del mal di testa e della stanchezza e per la cura della pelle.