La vitamina B2 (anche lattoflavina, riboflavina o vitamina G) è una vitamina appartenente al cosiddetto complesso vitaminico B. La vitamina B2 è stata identificata verso la fine degli anni ’30 da Paul György*, un medico ungherese.
La vitamina B2 agisce biologicamente sotto forma di due coenzimi, la FAD (flavina adenina dinucleotide) e la FMN (flavina mononucleotide); tali coenzimi, tra le altre cose, intervengono in diverse reazioni relative al metabolismo dei macronutrienti (carboidrati, proteine e grassi). La conversione della vitamina B2 nelle due forme sopracitate avviene secondo questo schema:
Riboflavina + ATP –> FMN + ADP
FMN + ATP –> FAD + PPi (pirofosfato).
Vitamina B2 – A cosa serve
Le principali funzioni della vitamina B2 sono quelle di favorire l’utilizzazione energetica dei macronutrienti assunti con l’alimentazione, la conservazione dell’integrità del sistema nervoso, della cute e degli occhi; la riboflavina promuove inoltre uno sviluppo e una crescita regolari, ha effetto antimalarico e può avere una certa efficacia in alcuni tipi di malattie infettive, nella gastrite e in alcune patologie epatiche.
Assorbimento
La vitamina B2 viene assorbita in modo rapido dal tratto gastrointestinale. Buona parte di essa (circa il 60%) si lega alle proteine plasmatiche e viene distribuita ai vari tessuti dell’organismo, ma non viene immagazzinata se non in minima parte. A livello ematico la vitamina B2 è presente sia in forma libera sia sotto forma di flavina mononucleotide (FMN); il trasporto avviene attraverso le immunoglobuline A, G e M.
Gli organi che contengono riboflavina in maggior quantità sono il cuore, il fegato e l’intestino. La quantità in eccesso viene escreta principalmente attraverso le urine dove è possibile ritrovarla sotto forma libera (in ragione del 60-70%) o degradata (30-40%). Dal momento che, come accennato in precedenza, i depositi nell’organismo di riboflavina non sono particolarmente importanti, le quantità di riboflavina espulse con le urine riflettono il grado di assunzione dietetico di tale vitamina. La quantità di riboflavina espulsa attraverso le feci è trascurabile e si ritiene che tale quantitativo sia dovuto ai processi metabolici della flora intestinale.
Nonostante alcune fonti segnalino l’utilità della vitamina B2 nella stimolazione della crescita di capelli, nel miglioramento della vista, nella protezione dallo stress e addirittura come anticancerogeno, non vi sono evidenze scientifiche tali da giustificare tali affermazioni.
Vitamina B2 – Dove si trova
La vitamina B2 si trova in molti alimenti sia vegetali che animali. Di seguito un elenco di alcuni alimenti contenenti buone quantità di vitamina B2 (mg/100 g):
- Lievito di birra (secco) – 4,2
- Fegato (bovino) – 3,3
- Fegato (suino) – 2,98
- Fegato (equino) – 2,88
- Rene (bovino) – 2,25
- Latte (di vacca, in polvere, parzialmente scremato) – 1,8
- Latte (di vacca, in polvere, scremato) – 1,8
- Lievito di birra (fresco) – 1,65
- Latte (di vacca, in polvere, intero ) – 1,31
- Cuore (suino) – 1,27
- Cuore (equino) – 0,91
- Cuore (bovino) – 0,89
- Cuore (ovino) – 0,8
- Pappa reale – 0,75
- Maiale (leggero, bistecca, cruda) – 0,7
- Germe di frumento – 0,61
- Radicchio verde – 0,53
- Soia (secca) – 0,52
- Camembert – 0,52
- Maiale (leggero, bistecca, saltata in padella) – 0,5
- Pecorino – 0,47.
La vitamina B2 non è particolarmente solubile in acqua ed è abbastanza stabile al calore; per tali motivi la cottura inattiva al massimo il 20% del quantitativo globale di vitamina B2. La riboflavina è però una sostanza che se esposta alla luce è sottoposta a una reazione fotolitica che, provocando il distacco del radicale ribitolo, è causa della perdita dell’azione vitaminica (è per questo motivo che il latte perde una buona parte di vitamina B2 se viene esposto alla luce solare).

In molti tipi di carne si trovano buone quantità di vitamina B2 (riboflavina)
Dose efficace
Secondo quanto indicato dal National Research Council il fabbisogno di vitamina B2 può essere calcolato in funzione delle calorie che vengono introdotte con la dieta; secondo diversi studi un quantitativo corretto corrisponde a 0,6 mg/1.000 kcal. Altre fonti raccomandano invece livelli ben più elevati (dai 5 ai 50 mg/die). Ovviamente i livelli raccomandati subiscono variazioni a seconda dell’età, del sesso e delle condizioni di salute del soggetto.
Una dieta equilibrata è in grado di fornire un quantitativo sufficiente di riboflavina; per tale motivo, in un soggetto sano, l’integrazione di tale vitamina non è necessaria.
Le cose cambiano nel caso di soggetti che abusano di alcol, sostanze stupefacenti oppure sono fumatori (ovviamente, prima di assumere integratori vitaminici, tali soggetti dovrebbero ripensare al loro stile di vita…).
Un’integrazione di riboflavina può inoltre essere considerata in particolari categorie di soggetti (persone anziane, soggetti sportivi o individui che svolgono professioni particolarmente pesanti, soggetti con malattie croniche logoranti oppure reduci da interventi chirurgici, donne che assumono contraccettivi orali oppure estrogeni, donne in stato interessante o che allattano e soggetti con ustioni particolarmente gravi). Una soluzione particolarmente interessante per coloro che non vogliono ricorrere agli integratori vitaminici è il ricorso al lievito di birra in scaglie.
Carenza
L’ariboflavinosi, ovvero la carenza di vitamina B2 (fenomeno tra l’altro abbastanza raro in Italia), può essere causa di disturbi a livello cutaneo e mucoso (bruciore alle labbra, glossite, stomatite, desquamazione cutanea, dermatite seborroica) e a livello oculare (danni corneali, spiccata fotosensibilità, occhi arrossati); inoltre possono verificarsi altri tipi di disturbi quali tremori, capogiri, insonnia, prurito e difficoltà nell’apprendimento. Si deve rilevare infine che una carenza di vitamina B2 può essere causa dell’inibizione della conversione della vitamina B6 nelle sue forme coenzimatiche, inibizione che può conseguentemente essere causa di pellagra.
Tra gli effetti non dimostrati della carenza di riboflavina vengono segnalate forme di lieve anemia (che potrebbero essere causate, perlomeno parzialmente, da disturbi nel metabolismo dell’acido folico), acne, emicrania, cefalea e letargia.
Vitamina B2 – Effetti collaterali e interazioni
Tra gli effetti collaterali dell’integrazione di vitamina B2 vengono segnalati la colorazione giallo-scura delle urine e, ma molto raramente, nausea e vomito.
L’assorbimento di vitamina B2 è inibito dall’alcol, mentre altre sostanze ne riducono la biodisponibilità (caffeina, saccarina, teofillina, triptofano, vitamina C ecc.).
Si deve tenere conto che l’elaborazione dei cibi può diminuire notevolmente il quantitativo di riboflavina contenuto negli alimenti; se la riboflavina viene mescolata al bicarbonato di sodio viene distrutta. L’azione della vitamina B2 è diminuita nel caso si assumano farmaci antidepressivi triciclici, fenotiazina e probenecid.
La vitamina B2 può ridurre l’attività di alcuni farmaci antibatterici quali la streptomicina, l’eritromicina, la tirotricina e la carbomicina. Si tenga inoltre conto, in caso di effettuazione di esami di laboratorio, che l’assunzione di vitamina B2 in forti dosi può far sì che la concentrazione di catecolamine urinarie risulti erroneamente elevata che la rilevazione dell’urobilinogeno può risultare falsamente positiva.
* György identificò la riboflavina nel 1927 e si rese conto che il latte aveva concentrazioni abbastanza elevate di tale vitamina (tant’è che inizialmente la si chiamò lattoflavina, più tardi venne scoperto che tale sostanza legava una catena formata da ribitolo e la si chiamò riboflavina). Fu isolata nel 1932 da Theodor Wagner-Jauregg e sintetizzata da R. Kuhn (in seguito insignito del Nobel per la chimica), E. Weygand e P. Karrer nel 1934.