Niacina (nota anche come vitamina B3) è un termine generico con il quale si indicano due sostanze: l’acido nicotinico (che sarebbe la niacina propriamente detta) e la nicotinammide (anche niacinammide). È una vitamina idrosolubile appartenente al cosiddetto complesso vitaminico B. Viene anche detta vitamina PP, dall’inglese Pellagra Preventing, ovvero antipellagra.
A cosa serve la niacina?
La niacina agisce biologicamente sotto forma di due coenzimi, la NAD (nicotin adenin dinucleotide) e la NADP (nicotin adenin dinucleotide fosfato). La niacina è coinvolta in diversi processi quali, per esempio, il metabolismo energetico, la sintesi del DNA e il funzionamento del sistema nervoso.
La niacina presenta caratteristiche di stabilità decisamente superiori ad altre vitamine del complesso vitaminico B, essendo resistente al calore, all’ossidazione e alle basi.

Formula strutturale della niacina (acido nicotinico)
Assorbimento della niacina
La niacina è assorbita a livello dell’intestino, dopo un processo di idrolisi, sotto forma di nicotinammide e acido nicotinico; tali sostanze vengono poi cedute ai vari tessuti. Viene immagazzinata soprattutto a livello epatico. Oltre che per via alimentare, la vitamina B3 può essere sintetizzata a partire da uno degli aminoacidi essenziali, il triptofano.
Il fabbisogno di niacina e triptofano viene espresso come NE, acronimo di “Niacina Equivalenti”; convenzionalmente si considera che 60 mg di triptofano corrispondano a un 1 mg di niacina. La vitamina B3 in eccesso viene escreta per via renale.
Dove si trova la niacina negli alimenti?
La vitamina B3 è presente in molti alimenti, ma in alcuni di essi è presente sotto una forma non disponibile. Di seguito un elenco di alcuni alimenti contenenti buone quantità di vitamina B3:
- Lievito di birra (secco) – 38
- Crusca di frumento – 29,6
- Fegato (equino) – 14,7
- Fegato (suino) – 14,5
- Arachidi (tostate) – 14
- Acciuga (fresca) – 14
- Fegato (bovino) – 13,5
- Fegato (ovino) – 13,1
- Pollo (petto, senza pelle, saltato in padella) – 11,6
- Fagiano – 11,3
- Lievito di birra (fresco) – 11,2
- Faraona (petto, senza pelle, al forno) – 11
- Tacchino (fesa, senza pelle, saltata in padella) – 10,8
- Tonno (sottolio, sgocciolato) – 10,4
- Tonno (in salamoia, sgocciolato) – 10
- Caffè (tostato) – 10
- Sarda – 9,7
- Salmone (affumicato) – 8,8
- Tonno (fresco) – 8,5
- Pollo (petto, senza pelle, crudo) – 8,3
- Pollo (intero, senza pelle, arrosto) – 8,2
- Cuore (bovino) – 8,2.

Alimenti ricchi di vitamina B3
Fabbisogno giornaliero di niacina
Secondo le raccomandazioni europee il fabbisogno giornaliero di niacina viene considerato in 6,6 mg ogni 1.000 kcal assunte attraverso l’alimentazione. Altre fonti suggeriscono invece introiti ben superiori, fino ad arrivare a circa 50 mg/die). Ovviamente i livelli raccomandati subiscono variazioni a seconda dell’età, del sesso e delle condizioni di salute del soggetto.
Una dieta equilibrata è in grado di fornire un quantitativo sufficiente di vitamina B3; per tale motivo, in un soggetto sano, l’integrazione di tale sostanza non è necessaria.
Benefici riconosciuti
La vitamina B3 ha riconosciuti effetti ipolipemizzanti (l’assunzione in dosi elevate diminuisce i livelli plasmatici di colesterolo LDL e trigliceridi e alza quelli di colesterolo HDL, il cosiddetto colesterolo buono), se utilizzata a tale scopo i dosaggi prescritti sono generalmente superiori ai 250 mg/die con incrementi settimanali fino ad arrivare, in determinate situazioni, a dosaggi di 2 g/die. Tali assunzioni hanno valore farmacologico per cui dovranno essere messe in atto tutte le precauzioni del caso; potrebbero infatti verificarsi sintomi da sovradosaggio.
Un’integrazione di vitamina B3 può essere presa in considerazione in determinate situazioni (persone anziane, soggetti che svolgono professioni particolarmente faticose o che praticano attività sportiva a intensità medio-alta, soggetti colpiti da malattie croniche logoranti, persone con ustioni estese o con lesioni di particolare gravità, soggetti che abusano di alcol o sostanze stupefacenti).
Come nel caso di altre vitamine che fanno parte del complesso vitaminico B, una soluzione interessante per chi non vuole ricorrere a un integratore può essere quella di servirsi di lievito di birra in scaglie.
Controindicazioni ed effetti collaterali
L’assorbimento di vitamina B3 può essere ridotto dal fumo di sigaretta.
La quantità di niacina presente nell’organismo può venire ridotta da un introito eccessivo di carboidrati oppure in seguito all’assunzione di farmaci antibiotici.
L’integrazione di niacina è controindicata nel caso si stia seguendo una terapia farmacologica a base di statine, nel caso le funzioni epatiche siano compromesse e in caso di ulcera peptica.
La niacina può avere interazioni con diverse tipologie di farmaco (potenzia l’effetto ipotensivo dei farmaci beta-bloccanti, l’effetto delle statine e della guanetidina). La niacina inoltre riduce gli effetti dei farmaci antidiabetici.
L’uso di un integratore di niacina nel caso di soggetti affetti da gotta, diabete ed epatopatie deve essere valutata dal medico curante.
Tra gli effetti collaterali dell’assunzione di niacina vengono segnalati vasodilatazione con conseguente eritema, cefalea, iperemia, nausea, vomito, problemi a livello gastrointestinale, iperglicemia, iperuricemia, ittero.
L’assunzione di nicotinammide può diminuire la clearance della carbamazepina.
i tenga inoltre conto, in caso di effettuazione di esami di laboratorio, che l’assunzione di vitamina B3 in forti dosi può far sì che la concentrazione di catecolamine urinarie risulti erroneamente elevata che la rilevazione della glicosuria può restituire dati erroneamente elevati nel caso si utilizzino determinati reagenti.
Carenza di niacina
La carenza di niacina è la causa di una patologia nota come pellagra, una malattia caratterizzata da una sintomatologia detta delle 3 D (dermatite, diarrea e demenza). Il termine pellagra deriva da pelle agra (ruvida) e lo si deve a un medico italiano, Francesco Frapolli che lo utilizzò per indicare la particolare sindrome che colpiva le popolazioni la cui alimentazione era basata prevalentemente sul mais (il mais contiene sì vitamina B3, ma in una forma che non è assorbibile dall’organismo).
Altre due patologie correlate alla carenza di vitamina B3 sono la malattia di Hartnup e la schizofrenia.