La melanina (dal termine greco μέλας, melas, nero) è un pigmento scuro ad azione fotoprotettiva che viene elaborato da particolari cellule note come melanociti (anche melanofori). Più propriamente si dovrebbe parlare di melanine dal momento che esistono diversi tipi di tale pigmento. Negli esseri umani sono presenti più forme di melanina, le più frequenti sono l’eumelanina, la feomelanina e la neuromelanina.
Le varie forme di melanina sono sostanze insolubili, sia nell’acqua che negli acidi; la loro formazione avviene tramite ossidazione enzimatica dell’aminoacido tirosina.
Negli esseri umani la melanina è presente nella pelle, nei capelli, nel midollo, nelle ghiandole surrenali, nel tessuto pigmentato che si trova sotto l’iride ecc.
Come forse è noto, la melanina è la sostanza che, più di altre, contribuisce a determinare il colore della pelle, quest’ultimo è influenzato dalla tipologia e dalla distribuzione del pigmento melaninico; è dalla melanina che dipendono essenzialmente le varie colorazioni della pelle che caratterizzano le varie razze; anche i fattori genetici individuali hanno un ruolo di una certa importanza nel determinare il grado di pigmentazione della pelle; le principali diversità citogenetiche tra un soggetto e l’altro sono relative alle dimensioni, alla forma, al numero e alla distribuzione dei melanociti della cute (melanosomi).
La distribuzione della melanina a livello cutaneo è legata anche alla regione corporea (certe zone del corpo sono meno pigmentate) e all’età (com’è noto, la pelle dei bambini risulta meno protetta dalle radiazioni ultraviolette).
In alcune persone, il quantitativo di melanina a livello epidermico è bassissimo o addirittura nulla; questa condizione è nota come albinismo.
La formazione di melanina tende ad aumentare in risposta a stimoli esterni; il più importante di questi è, come noto, l’esposizione ai raggi ultravioletti.

La formazione di melanina tende ad aumentare in risposta a stimoli esterni; il più importante di questi è, come noto, l’esposizione ai raggi ultravioletti.
Melanina – Funzioni
La principale funzione della melanina è di tipo protettivo; essa, infatti, difende il genoma dagli insulti che possono arrivare dai raggi ultravioletti; di fatto, un po’ grossolanamente, agisce da filtro assorbendo, e in parte respingendo, le radiazioni solari. La melanina è in grado di neutralizzare con una certa efficacia la produzione di radicali liberi indotta dall’esposizione ai raggi ultravioletti prevenendo in tal modo l’invecchiamento della pelle e l’insorgere di alcune malattie a carattere degenerativo.
Le varie forme
Come accennato nella prima parte dell’articolo, sono tre le principali forme di melanina: l’eumelanina, la feomelanina e la neuromelanina.
L’eumelanina è la tipologia di melanina maggiormente presente nel corpo umano e si trova in maggiore abbondanza nei soggetti di pelle scura; queste persone si abbronzano più facilmente e sono maggiormente protetti dai raggi ultravioletti; le persone con minori quantitativi di eumelanina sono più suscettibili alle scottature da raggi solari e alla comparsa di lentiggini.
L’eumelanina è presente nei capelli grigi, neri, biondi e marroni. Esistono due tipi di eumelanina, quella nera e quella bruna.
La feomelanina è un pigmento presente nella pelle e nei capelli di soggetti con pelle chiara e pelle scura, ma sono i primi coloro in cui questo pigmento è generalmente più abbondante. Di norma la feomelanina è più abbondante nel sesso femminile ed è per questo motivo che, in linea generale, la pelle delle donne è solitamente più rosata di quella degli uomini. La feomelanina è poi particolarmente abbondante nelle persone con i capelli rossi. Le maggiori concentrazioni di feomelanina si trovano nelle mucose. Esistono due tipi di feomelanina, quella rossa e quella gialla.
La neuromelanina è un pigmento scuro presente neuroni nigrostriali del peduncolo cerebrale dell’uomo. La struttura della neuromelanina non è attualmente noto, così come non è del tutto noto il ruolo di tale sostanza.
Alcuni autori, basandosi sulla capacità di tale pigmento di legare sostanze estranee e di trattenerle per lungo tempo, ritengono che la neuromelanina protegga le cellule circostanti da sostanze potenzialmente nocive, rilasciandole in seguito molto lentamente e in una forma priva di tossicità.
È tuttora oggetto di controversia il ruolo svolto dalla neuromelanina nell’induzione del morbo di Parkinson e di altre patologie neurodegenerative; ci si chiede, infatti, se la diminuzione della sua concentrazione sia causa o effetto osservabile nelle patologie sopraccitate.
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