L’Ultima cena è uno delle opere più famose di Tintoretto, è un dipinto a olio su tela eseguito nel 1592-1594 e ospitato nella basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia. Tintoretto ha rappresentato più volte l’ultima cena durante la sua carriera artistica. I suoi primi dipinti per la chiesa di San Marcuola (1547) e per la chiesa di San Felice (1559) rappresentano la scena in prospettiva frontale, con le figure sedute a un tavolo posto parallelamente al piano pittorico. Ciò segue una convenzione osservata nella maggior parte dei dipinti dell’ultima cena, di cui il dipinto murale di Leonardo da Vinci della fine del 1490 a Milano è probabilmente l’esempio più noto.

Ultima cena di Tintoretto nella chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia
Questo dipinto di Tintoretto, opera dei suoi ultimi anni, si discosta drasticamente da questa formula compositiva. Il centro della scena non è occupato dagli apostoli, ma da personaggi secondari, come una donna che porta un piatto e i servi che prendono i piatti dalla tavola. La tavola alla quale siedono gli apostoli si allontana nello spazio su una ripida diagonale. Inoltre, la pittura di Tintoretto presenta un uso più personale della luce, che sembra venire sia dal soffitto che dall’aureola di Gesù. Una schiera di angeli si libra sopra la scena.
L’Ultima cena di Tintoretto si avvale di espedienti manieristi nella sua composizione complessa e radicalmente asimmetrica. Nel suo dinamismo e nell’enfasi sul quotidiano (l’ambiente è simile a una locanda veneziana) il dipinto indica la strada verso il barocco. Il tentativo di coinvolgere gli spettatori era in linea con gli ideali didattici della Controriforma.
Tintoretto dipinse un’altra opera con lo stesso titolo; la tela (nella cattedrale di San Martino a Lucca) fu realizzata nel 1594, anno della morte, a più di sessanta anni di età e con l’aiuto del figlio Domenico.

Ultima cena di Tintoretto nella cattedrale di San Martino a Lucca
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