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Tiziano Vecellio

Tiziano Vecellio, pittore noto semplicemente come Tiziano, fu tra i più importanti esponenti della scuola veneziana rinascimentale, che diventò titolare di una grossa bottega al punto da essere un imprenditore oltre che un artista. Allievo dei fratelli Bellini e poi di Giorgione a Venezia, iniziò la sua carriera studiando e sviluppando la pittura “di tono” e avvicinandosi all’arte di Mantegna e Raffaello. La sua impronta stilistica si basava sul primato del colore, di cui fece sempre un uso molto personale, piuttosto che su quello del disegno, prediletto ad esempio da Michelangelo.

Alcune delle sue prime opere sono così vicine allo stile di Giorgione da renderne incerta l’attribuzione, poi Tiziano si allontanò dalla staticità di Giorgione in direzione di rappresentazioni più dinamiche e drammatiche e dai colori più intensi, come emerge dalla sua prima committenza documentata, i Miracoli di sant’Antonio da Padova in quest’ultima città. Si fece così conoscere ed entrò nei circoli intellettuali veneziani, dove ricevette le prime commissioni private, di carattere raffinato ed elitario e spesso di ispirazione filosofica, come l’allegoria dell’Amor sacro e Amor profano.

Tiziano diventò in breve pittore ufficiale della Serenissima, ma dimorò in seguito presso altre diverse corti, a Ferrara, a Mantova e a Urbino. La sua fama arrivò fino all’imperatore Carlo V, che volle farsi ritrarre da lui.

In linea con lo stile realista, a Venezia realizzò la Pala Pesaro, composizione su più livelli che rinnova la rappresentazione della Sacra conversazione; Tiziano infatti abbandonò la tradizionale visione frontale: la Vergine e il bambino sono disposti su un basamento di una colonna di un edificio classico, in alto, a destra della scena; più sotto i santi, poi i devoti e, infine, inginocchiati in primo piano, i committenti dell’opera, dettaglio insolito e innovativo per l’epoca.

Tiziano si dedicò molto anche al tema mitologico, che sviluppò spesso in chiave sensuale. Celebre dipinto è quello della Venere di Urbino. La dea viene rappresentata semidistesa, completamente nuda e con lo sguardo languido rivolto all’osservatore: la divinità si fa donna. Il cagnolino ai piedi di Venere è dipinto con straordinario realismo e simboleggia la fedeltà coniugale, monito per la moglie del duca di Urbino il quale commissionò l’opera. Un altro simbolismo sta nella domestica che osserva la bambina intenta a frugare in un cassettone, è di buon auspicio per la maternità. Il dipinto racchiude la sintesi di ciò che fu la donna rinascimentale: amore, avvenenza e fecondità.

A Roma Tiziano approfondisce le sue tecniche di colorazione, i cui risultati sono evidenti nella Danae, ed esegue un gran numero di ritratti per i Farnese, al tempo la famiglia del papa.

Nell’ultima fase della sua carriera, Tiziano diede vita a un linguaggio pittorico realista, comunicativo e intenso grazie al magistrale utilizzo del colore materico, denso, a pennellate grossolane. La luce si fa più cupa e più contrastata e la drammaticità si accentua: emblematico di questa svolta è il Martirio di san Lorenzo. Questa nuova direzione può essere un effetto dell’ondata di sconvolgimento culturale generata dalla nascente Riforma protestante.

Tiziano Vecellio

L’opera più celebre di Tiziano è la Venere di Urbino, che richiama la Venere dormiente di Giorgione

Tiziano – Biografia

  • 1488-1490 (datazione incerta) – Nasce a Pieve di Cadore, presso Belluno, ma si stabilisce presto a Venezia, dove si forma prima presso un miniaturista, poi nella bottega dei Bellini.
  • 1507 circa – Incontra Giorgione, da cui assorbe molto e con cui collabora ai primi lavori importanti.
  • 1511 – Si rifugia a Padova durante la peste e riceve la prima commissione importante per un ciclo su sant’Antonio, che inizierà a farlo conoscere.
  • 1513 – Viene nominato pittore ufficiale della Serenissima.
  • 1518 – Viene chiamato a Ferrara per decorare lo studiolo del duca Alfonso d’Este.
  • 1523 – Diventa protagonista della renovatio urbis voluta dal nuovo doge di Venezia per dare nuovo splendore alla città con grandi opere artistiche e urbanistiche.
  • 1525 – Si sposa, ma la moglie muore dopo pochi anni di parto, causando un periodo di inattività per il pittore.
  • 1533 – Incontra e ritrae Carlo V.
  • 1536 – Lavora per i Della Rovere, nuovi signori di Urbino.
  • 1545 – Si reca a Roma ospite di papa Paolo III Farnese e si confronta con Michelangelo.
  • 1548 – Torna a Venezia, dove ormai altri artisti si sono affermati sulla scena, e imprime una svolta al proprio stile.
  • 1576 – Muore di peste a Venezia.
Tiziano

Tiziano fu un grande ritrattista e durante il soggiorno a Roma ritrasse il papa Farnese e molti suoi familiari

Tiziano – Opere

Per approfondimenti, cliccare sulle opere in grassetto.

  • San Marco in trono – 1510
  • Miracoli di sant’Antonio da Padova – 1511
  • Tre età dell’uomo – 1512
  • Amor sacro e Amor profano – 1514
  • Assunta – 1516
  • Pala Pesaro – 1519
  • Bacco e Arianna; Omaggio a Venere – 1520
  • Ritratto di Carlo V con il cane – 1533
  • Venere di Urbino – 1538
  • Danae – 1545
  • Martirio di san Lorenzo – 1564
  • Pietà – 1576

 

Indice materie – Arte – Tiziano

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