San Girolamo nello studio è un dipinto a olio su tavola di Antonello da Messina realizzato tra il 1474 e il 1475 e oggi conservato alla National Gallery di Londra. Raffigura la conoscenza umana, naturale e divina ed è ricco di simboli.
Il quadretto ritrae san Girolamo, noto per i suoi insegnamenti sulla morale cristiana, al lavoro nel suo studio, visto attraverso una finestra ad arco che ricorda quelle di un monastero gotico. Lo studio è un vano rialzato inserito in una stanza molto più ampia. Come in molte altre opere del pittore messinese, la scena ordinata è arricchita da una miriade di dettagli e oggetti quotidiani dipinti alla maniera della scuola fiamminga contemporanea: libri, animali, ceramiche, ecc., tutti dipinti con accuratezza e realismo. I libri aperti sugli scaffali sembrano disposti in questo modo per misurare la profondità della rientranza. Gli animali includono un gatto, una pernice (simbolo della Verità di Cristo) e un pavone (simbolo della Chiesa e dell’onniscienza divina), in primo piano; un leone invece si intravede in ombra a destra, ed è tipicamente associato a san Girolamo: si trovava nel deserto quando un leone zoppicante andò dal santo per farsi curare e restò poi con lui fino alla morte.

San Girolamo viene sempre rappresentato con un libro in mano, perché è noto per aver tradotto per primo la Bibbia in latino
La scena è concepita in modo che i raggi luminosi coincidano con l’asse prospettico, che converge sulla figura del santo: la luce è più intensa sul busto e sulle mani di san Girolamo. Tipico della maniera fiamminga è anche l’uso di più fonti di luce: qui proviene dall’arco centrale quella principale, che converge sulla figura del santo, poi fonti di luce secondarie arrivano dalle aperture sulla partete di fondo, in alto e in basso. Nonostante la complessità, la luce riesce a produrre un effetto unitario, collegando le diverse parti del pannello, grazie anche alla solida costruzione prospettica. Un paesaggio verdeggiante si rivela attraverso le finestre di entrambi i lati dello studio, e quella di destra è preceduta da una serie di arcate che danno un grande senso di profondità.
La presenza della cornice esterna è un espediente compositivo per oggettivare lo spazio della rappresentazione, allontanandolo e distinguendolo dallo spettatore. Il pavimento geometricamente piastrellato appare come un vero e proprio tour de force prospettico, con un gioco di luci e ombre che varia a seconda della fonte di illuminazione che lo colpisce.
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