René Magritte fu un pittore belga protagonista del surrealismo europeo insieme a Salvador Dalì. Le esperienze dei diversi surrealisti, però, si differenziano molto fra loro, infatti i loro dipinti sono immediatamente riconoscibili per l’uso di simbologie differenti. L’essenza del surrealismo di Magritte è la trasformazione della realtà, su cui il pittore agisce per mostrarne l’aspetto misterioso e onirico, presente nel quotidiano di ciascuno, e insinuare dubbi. Per questa caratteristica, Magritte era noto con il soprannome “le saboteur tranquille”, “il disturbatore silenzioso”. I suoi soggetti sono apparentemente realistici e di uso comune, ma vengono rappresentati con qualche dettaglio fuori posto, disturbante, che insinua nuovi significati, spesso appartenenti a sfere semantiche lontane da quella dell’oggetto nella sua dimensione normale. L’esempio emblematico di questo modo di fare arte è il quadro in assoluto più noto di Magritte, Il tradimento delle immagini, che rappresenta una semplice pipa con sotto la scritta “Questa non è una pipa”.
Tuttavia, Magritte non nacque come surrealista: i suoi esordi furono futuristi e cubisti, fino a che non conobbe le opere della pittura metafisica di Giorgio de Chirico e decise di deviare verso un’arte delle idee più che delle cose. Inoltre, lavorava come grafico in ambito musicale e pubblicitario, e questo si riflette nelle linee nette e nell’uso delle sagome e delle immagini in serie nelle sue opere. Continuò a svolgere questo lavoro anche dopo aver iniziato a sipingere, perché fino a poco prima della sua morte le sue opere non furono apprezzate. La sua prima opera surrealista fu Il fantino perduto.
Le opere di questo artista sono caratterizzate da tonalità fredde, atmosfere oniriche, spostamenti di senso e di funzione dei soggetti rappresentati, che generano così un effetto di straniamento e disorientamento nello spettatore. In questo modo, Magritte vuole sottolineare la differenza tra realtà e rappresentazione: quest’ultima può cambiare tutto, facendo apparire estraneo ciò che nella realtà è familiare, far convivere gli opposti (per esempio il cielo diurno e il paesaggio notturno, come in L’impero delle luci).
Magritte visse un grave trauma infantile quando, a soli quattordici anni, perse la madre: questa si suicidò in un fiume e fu ritrovata con la camicia da notte avvolta sulla testa, immagine che sembra tornare in alcune opere dell’artista (come Gli amanti) sebbene lui abbia sempre negato qualsiasi tipo di legame con quella vicenda.
Durante il periodo della dominazione nazista, lo stile di Magritte deviò verso un postimpressionismo, per poi tornare al surrealismo nell’ultima fase della sua produzione.

Francobollo celebrativo dell’opera più famosa di Magritte, Il tradimento delle immagini
Magritte – Biografia
- 1898 – Nasce a Lessines, in Belgio, in una famiglia della piccola borghesia.
- 1912 – Si trasferisce con la famiglia a Charleroi dopo il suicidio della madre e intraprende studi classici.
- 1916 – Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bruxelles.
- 1922 – Si sposa e inizia a lavorare come grafico.
- 1925 – Vede l’opera Canto d’amore di De Chirico e cambia radicalmente stile pittorico.
- 1927 – Tiene la sua prima mostra personale a Bruxelles, ma la critica non lo apprezza e lui si trasferisce a Parigi.
- 1930 – Torna a Bruxelles e diventa fulcro del gruppo di surrealisti locali, trasformando la sua casa in un luogo d’incontro.
- 1940 – Si trasferisce nel sud della Francia a causa dell’invasione nazista, e sperimenta uno stile postimpressionista.
- 1965 – Vede infine arrivare la fama a partire da una rassegna su di lui ospitata dal MoMa di New York.
- 1967 – Muore a Bruxelles, a causa di un cancro.
Magritte – Opere
Per approfondimenti, cliccare sulle opere in grassetto.
- Il fantino perduto – 1925
- Il doppio segreto – 1927
- Il falso specchio; Gli amanti – 1928
- Il tradimento delle immagini – 1929
- La voce dei venti – 1931
- Le affinità elettive – 1933
- La condizione umana – 1935
- La riproduzione vietata – 1937
- Golconda – 1953
- Il figlio dell’uomo; L’uomo con la bombetta – 1964
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