La pittura metafisica è una delle avanguardie artistiche che si svilupparono in Italia alla conclusione della Prima guerra mondiale. La pittura metafisica puntava a rappresentare l’essenza degli oggetti al di là della loro realtà fisica, quindi separati e isolati dal resto dell’ambiente per renderli più nitidi: il risultato fu quello di ricreare atmosfere oniriche, ammalianti e sospese in cui manichini (soggetti protagonisti di questa avanguardia) immobili sono privi di ogni aspetto psicologico o di qualsivoglia dramma umano; l’intento era quello di rendere su tela l’ambiguità della realtà utilizzando oggetti e forme familiari ma anomale o con un alone magico. Il nome “metafisica” deriva infatti dalla branca della filosofia che mira a definire l’essenza delle cose oltre ciò che è percepibile con i sensi.

Le muse inquietanti, di Giorgio De Chirico
Giorgio De Chirico fu il fondatore della pittura metafisica e il primo a usare questo termine per parlare di arte. Le sue visioni, i suoi enigmi, i famosi manichini sono posti in uno spazio atemporale, che non rispetta le normali leggi prospettiche e trasmette un’impressione di inquietante silenzio. L’influenza del cubismo si intravede nelle forme che sono o ricordano volumi geometrici e hanno una valenza poco chiara all’interno delle composizioni (si veda come esempio Le muse inquietanti). Non mancano i riferimenti a figure dell’arte classica, ricontestualizzate: le uniche figure antropomorfe, oltre ai manichini, sono statue di personaggi mitologici.
Giorgio Morandi aderì alla pittura metafisica di De Chirico (prima si interessò anche al cubismo). La sua tecnica seguì un’evoluzione: inizialmente usò cromie intense e tratti leggeri, poi passò a colori più leggeri. La sua ispirazione derivava da pochi oggetti d’uso comune, come bottiglie o vasi, e questa fu una costante durante tutta la sua carriera. Oltre alla riproduzione di questi semplici oggetti (Natura morta con fruttiere), si dedicò anche alla pittura di paesaggi che ben si sposavano con la sua ricerca di sobrietà e di equilibrio formale.
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