Notte stellata è un dipinto a olio su tela di Vincent van Gogh, tra i più noti in assoluto dell’arte occidentale e considerata il capolavoro di questo pittore. Dipinto nel giugno 1889, raffigura la veduta dalla finestra rivolta a est della stanza di Van Gogh nella clinica per malattie mentali a Saint-Rémy-de-Provence, poco prima dell’alba, con l’aggiunta di un villaggio immaginario. Il quadro si trova oggi nella collezione permanente del Museum of Modern Art di New York.
Dopo il litigio con Gauguin e l’automutilazione dell’orecchio, Van Gogh accettò di ricoverarsi in una clinica per malati mentali: si trattava però di una clinica di lusso, con pochi ospiti, che fornì al pittore anche una stanza da usare come studio per dipingere, e questo fece sì che il periodo trascorso in quel luogo fu estremamente produttivo dal punto di vista artistico per Van Gogh.

Il cielo della Notte stellata di Van Gogh richiama quello della Terrazza del caffè la sera dello stesso autore
La vista della Notte stellata è quella della finestra della camera da letto di Van Gogh nella clinica, che aveva dipinto in numerosissime variazioni in diversi momenti della giornata e in diverse condizioni meteorologiche. Nella sua camera da letto realizzava gli schizzi, che poi dipingeva nella stanza adibita a studio. L’elemento pittorico che unisce tutti questi dipinti è la linea diagonale discendente da destra a sinistra, che raffigura le dolci colline delle Alpi marittime. In quindici delle ventuno versioni compaiono i cipressi, che in Notte stellata sono in primo piano.
Questo è l’unico notturno della serie di vedute dalla finestra della sua camera da letto. La genesi del dipinto emerge in una lettera che all’inizio di giugno Vincent scrisse a Theo: “Questa mattina ho visto la campagna dalla mia finestra molto tempo prima dell’alba con nient’altro che la stella del mattino, che sembrava molto grande”. Quindi la stella più luminosa del dipinto, proprio alla destra del cipresso dello spettatore, è in realtà Venere (“stella del mattino”). Gli studiosi hanno verificato che effettivamente nella data della lettera Venere era visibile da Arles. La luna, invece, è probabilmente idealizzata, la sua rappresentazione non è astronomicamente corretta perché in quel momento era in fase calante. Il contrasto tra i blu profondi e il giallo/bianco degli astri è incredibilmente scintillante. Il villaggio che compare nel quadro, infine, non era sicuramente visibile dalla finestra di Van Gogh, che quindi lo ha rappresentato sulla base di schizzi precedenti.
Van Gogh tuttavia all’epoca sembrò non apprezzare questo dipinto, definendolo troppo espressionista, perché è il risultato di un’interiorizzazione della natura: una visione onirica che esprime il senso di solitudine e di vertigine dell’animo tormentato di Van Gogh. Il turbinio emotivo diventa concreto e visibile grazie alle pennellate rapide sinuose che creano movimenti vorticosi, orizzontali nel cielo e verticali nel cipresso, che sembra una fiamma crepitante.
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