La Morte della Vergine (1606) è un dipinto di Caravaggio che oggi fa parte della collezione permanente del Louvre. La commissione per questo dipinto arrivò da Laerzio Cherubini, avvocato pontificio, per la sua cappella nella chiesa carmelitana di Santa Maria della Scala a Trastevere. Caravaggio era ormai a Roma da circa quindici anni e aveva acquisito una notevole fama. La raffigurazione della morte della Vergine, però, suscitò scalpore tra i contemporanei e fu respinta dalla parrocchia in quanto ritenuta non idonea. Non era la prima volta che capitava per un’opera di Caravaggio, in molte scelte anticonformista.
Il pittore ricevette infatti l’accusa di violazione del decoro, perché la Vergine defunta era estremamente realistica, segnata dalla morte come qualsiasi donna normale, non idealizzata. La pelle cerea, il ventre gonfio, il braccio mollemente abbandonato, le caviglie esposte: si pensò che Caravaggio avesse usato come modello una prostituta trovata morta annegata nel fiume Tevere. Non c’è stato un dogma cattolico definito intorno alla questione della morte e dell’assunzione in Cielo di Maria fino al Novecento, perciò ai tempi di Caravaggio era diffusa la convinzione che la Vergine non potesse soffrire o essere intaccata dalla malattia, e fosse stata assunta in Cielo da viva: la maggior parte delle rappresentazioni andavano in questa direzione e il dipinto di Caravaggio è quasi un unicum.
Su consiglio di Rubens, che lo elogiava come una delle migliori opere del Caravaggio, il dipinto fu acquistato da Vincenzo Gonzaga, duca di Mantova. La collezione del duca fu venduta a Carlo I d’Inghilterra nel 1627. Dopo la sua esecuzione, il Commonwealth inglese mise in vendita la sua collezione e il dipinto fu acquistato da un collezionista, che nel poi lo vendette a Luigi XIV per la Collezione reale francese. Dopo la Rivoluzione francese l’opera divenne proprietà dello Stato.
Le figure nel dipinto sono quasi a grandezza naturale e Caravaggio ha evidentemente tralasciato del tutto l’iconografia tradizionalmente utilizzata per indicare la santità della Vergine. In questo corpo abbandonato alla morte non rimane nulla della rispettosa rappresentazione che si trova nei dipinti devozionali. La santità della Vergine si distingue solo dalla sua aureola filiforme. La composizione è disposta attorno alla Vergine, nucleo centrale del dipinto. Attorno alla Vergine sono prostrati Maria Maddalena e gli apostoli. Altri si trascinano dietro di loro. La massa compatta del gruppo e la postura delle figure guidano lo sguardo dello spettatore verso il corpo abbandonato. Il dolore si esprime non attraverso l’aspetto del viso ma nel gesto di nascondere i visi: un dolore silenzioso.

Francobollo dedicato alla Morte della Vergine di Caravaggio
Un drappo teatrale di stoffa rosso sangue incombe nella parte superiore della tela: un motivo comune nella pittura di deposizione, qui utilizzato per aumentare l’effetto drammatico della scena. Il rosso infatti richiama la veste della Vergine, ed è l’unico colore acceso del dipinto, creando un forte gioco di contrasti, accentuato dalla luce. Il pittore utilizza le sfumature di luce e ombra per modellare i volumi degli oggetti, delle figure e dei vestiti. Questo processo accentua la presenza fisica della Vergine, colpita da una luce abbagliante. L’artista crea l’illusione della profondità attraverso una serie di zone più chiare: dalla nuca di Maria Maddalena in primo piano al volto di Maria, alle mani e alle teste degli apostoli.
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