La Maja vestida è un dipinto del pittore spagnolo Francisco Goya realizzato tra il 1800 e il 1805. È una versione vestita della precedente Maja desnuda: i due quadri si trovano affiancati al Museo del Prado di Madrid. Non c’è certezza sulla sua commissione, ma alcuni documenti testimoniano la presenza nel quadro nella collezione del nobile politico spagnolo Manuel Godoy, proprio come la versione nuda. Tuttavia, negli stessi anni Godoy aveva ereditato tutta la collezione artistica della duchessa d’Alba Maria Cayetana, presunta amante di Goya, perciò non è escluso che i due quadri fossero stati realizzati inizialmente per lei. Tanto più che ci sono alcune somiglianze fisiche con la duchessa, ma anche con l’amante di Godoy Pepita Tudó.

La Maja vestida di Goya è ritenuta da alcuni studiosi una “copertura” per la Maja desnuda, da esporre all’occorrenza
In ogni caso, nel 1807 il nuovo re Ferdinando VII, che non vedeva più di buon occhio Godoy, lo espulse dal governo e sequestrò la sua collezione di dipinti, esponendo la Maja vestida nell’Accademia reale e tenendo la Maja desnuda in una stanza nascosta, perché giudicata sconveniente.
La Maja vestida non è in realtà tanto meno sensuale di quella desnuda: la veste bianca che la ricopre è così aderente da evidenziare i fianchi, il seno e l’incavo tra le gambe al punto da lasciare lo stesso poco all’immaginazione, e lo sguardo della donna è malizioso e sfrontato quanto nel primo dipinto, con un sorrisetto trattenuto sul volto. Il bianco dell’abito richiama perfettamente il colore candido e quasi traslucido della versione priva di abiti.
Questa Maja, però, è abbigliata in un modo che non appartiene del tutto alle majas, le donne del popolo: la fascia sui fianchi è un vezzo di seta e le scarpe a punta affusolate sono tipiche delle signore benestanti. Questo aspetto, unito al sorriso furbo della donna e alla sua sensualità, rende ambiguo il ritratto, come se fosse un travestimento. Rispetto alla sua controparte nuda, questa versione ha un viso più tondo e più truccato, e i capelli acconciati in modo più ordinato. Dal punto di vista dello stile, invece, le pennellate qui sono più rapide e leggere, con un effetto più sfumato e casuale, e i colori sono molto più accesi. Nell’altro dipinto c’era una maggiore precisione e attenzione ai dettagli, come si nota in maniera palese nella resa degli orli dei cuscini. Anche lo sfondo qui è più piatto, perché non è più necessaria quella luminosità che dava risalto al corpo nudo.
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