La Madonna Rucellai è una tavola dipinta a tempera raffigurante la Vergine col Bambino in trono e angeli del pittore senese Duccio di Buoninsegna. Si tratta della più grande tavola del XIII secolo esistente. Fu commissionata nel 1285 dalla confraternita dei Laudesi di Firenze per decorare la loro cappella nella chiesa domenicana di Santa Maria Novella, ma deriva il suo nome dall’adiacente cappella della famiglia Rucellai, dove fu trasferita per questioni di spazio. Nell’Ottocento, poi, fu spostata nella Galleria degli Uffizi per una migliore conservazione.

Dettaglio della Madonna Rucellai di Duccio di Buoninsegna
Nel XVI secolo lo storico dell’arte Giorgio Vasari attribuì erroneamente la Madonna Rucellai a Cimabue, contemporaneo di Duccio, nelle sue Vite de’ più eminenti pittori, scultori e architetti. Questo errore è rimasto affermato per secoli, finché nel 1889 lo storico Franz Wickoff non riscoprì il documento del contratto per la commissione della tavola del 1285, che indicava chiaramente Duccio come unico esecutore, e confrontò l’opera con una Maestà di Cimabue, evidenziando le differenze stilistiche.
Quel documento ha una grande importanza storica anche perché è il più antico pervenuto nel suo genere ed è molto specifico sulle richieste dei committenti. Sebbene il contratto richiedesse a Duccio di utilizzare a sue spese un costoso blu oltremare, realizzato con lapislazzuli macinati, i restauratori che si occuparono del pannello nel 1989 stabilirono che il pigmento della veste della Vergine fosse il sostituto più economico, l’azzurrite. Nel corso dei secoli, i pigmenti blu infatti si sono scuriti notevolmente e la pittura di fondo è diventata più visibile. Un restauro più recente ha rettificato questi problemi, migliorando notevolmente l’unità tonale e il sottile naturalismo dell’opera.
L’iconografia del dipinto era determinata dalle esigenze dei mecenati e dell’ordine domenicano a cui faceva capo la chiesa. I membri dei Laudesi si incontravano nella cappella per cantare le lodi alla Vergine: serviva un’immagine di Maria che facesse da punto focale per quelle devozioni. I tondi sulla cornice rappresentano apostoli, santi e membri di spicco dell’ordine domenicano, inclusi i santi Domenico e Tommaso d’Aquino. Lo stile ha diverse influenze gotiche, nell’uso del colore e nelle linee del panneggio, negli intarsi che decorano il trono.
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