L’impressionismo nacque in Francia nella seconda metà dell’800 e si esaurì all’incirca all’inizio del Novecento. I presupposti che portarono allo sviluppo di questo nuovo modo di concepire e fare arte vennero senza dubbio da Corot, dalla scuola di Barbizon, dal realista Courbet e dal romantico Delacroix. Gli impressionisti volevano rappresentare la caducità della luce e i suoi effetti su colori e forme, in scene quotidiano della vita moderna: i soggetti prediletti di questi artisti erano infatti paesaggi e attività tipiche della vita quotidiana del loro tempo.
L’antesignano dell’impressionismo fu Manet, i cui lavori suscitarono pareri decisamente negativi da parte della critica, che li considerava “scandalosi” ed eccessivamente innovativi, con il suo superamento del realismo in direzione di qualcosa che doveva ancora essere definito, una visione influenzata dall’occhio dell’artista ma ancora legata a composizioni strutturali tradizionali. Negli impressionisti, le linee e le strutture tendono invece per lo più a svanire.

La Colazione sull’erba fu ispirata a Manet dalla vista di un gruppo di ragazze che facevano il bagno nella Senna ad Argenteuil
Nel 1874, artisti come Degas, Monet e Renoir esposero alcune delle loro opere al di fuori del Salone ufficiale (ovvero quello dell’Accademia delle Belle Arti di Parigi), col quale si posero così in aperta polemica. In una pubblicazione, gli impressionisti, per spiegare il loro distacco dall’arte accademicamente riconosciuta, precisarono la principale caratteristica del loro stile: “trattare un soggetto per i valori tonali e non per il soggetto in sé: ecco che cosa distingue gli impressionisti dagli altri pittori”. Il termine “impressionismo” deriva proprio da un dipinto esposto in questa mostra, Impression. Soleil Levant di Monet, e indica la rappresentazione di un'”impressione”, cioè di un momento preciso e fugace, fermato sulla tela da pennellate rapide e decise, come spontanee. Il termine fu inizialmente usato come dispregiativo da un giornalista che commentò la mostra, ma dopo pochi anni il nuovo stile iniziò a incontrare il favore dei collezionisti e la parola “impressionismo” diventò l’etichetta per definirlo.

Impression. Soleil levant, il dipinto di Monet da cui nacque la denominazione degli impressionisti
A quella prima mostra indipendente partecipò anche un artista italiano, il pugliese Giuseppe De Nittis, il più ardito tra i pochi impressionisti italiani. Fra gli altri, Giovanni Boldini e Federico Zandomeneghi.

Monet: Il ponte di Argenteuil (fonte: Wikimedia Commons)
Gli impressionisti dipingevano, come detto, en plein air, all’aria aperta, con pennellate rapide e veloci per cogliere la luce e l’atmosfera dell’istante che volevano catturare, riproporre e immortalare. Il metodo pittorico non era stabilito dettagliatamente; molto dipendeva da ciò che l’artista percepiva; era questo a causare differenze stilistiche, il modo in cui il pittore percepiva l’ambiente in cui era immerso e che voleva riprodurre: la centralità dell’occhio dell’artista era ciò che allontanava l’impressionismo dal realismo.

Renoir: La colazione dei canottieri (fonte: Wikimedia Commons)
Oltre ai pittori già nominati, un altro noto impressionista fu Camille Pissarro, che partecipò al processo di sviluppo del movimento impressionista e realizzò, dopo un periodo in cui si avvicinò al divisionismo, una serie di quadri aventi per tema i paesaggi cittadini osservati in momenti diversi della giornata, con una luce differente. Così fece per il Pont Royal, per esempio. Insieme a lui, anche Paul Cézanne anticipò alcuni sviluppi del postimpressionismo.
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