I papaveri è un dipinto di Monet del 1873, realizzato ad Argenteuil, appena fuori Parigi, dove l’artista si era trasferito per dipingere en plein air, alla maniera tipica degli impressionisti. Oggi si trova al Musée d’Orsay a Parigi.
L’opera è ambientata in una campagna immersa in un accecante pomeriggio estivo, reso magistralmente dalla luce chiarissima che colpisce qualsiasi cosa senza scampo e opacizza i colori. Questi infatti sono per lo più tenui e delicati, dalle tonalità pastello. In questo scenario, una donna e un bambino fanno una passeggiata in mezzo ai campi, tra un prato spoglio e uno punteggiato di papaveri. Le macchie rosso intenso dei papaveri ravvivano la tavolozza del dipinto insieme alle punte di giallino, e rendono la profondità del campo, diventando più indistinti in lontananza. Anche in primo piano, tuttavia, la forma dei papaveri non è distinguibile nel dettaglio: Monet dipinse l’impressione dei papaveri, più che i fiori veri e propri.

L’opera I papaveri di Monet partecipò alla prima mostra impressionista tenutasi nel 1874 nello studio del fotografo Nadar a Parigi
Non c’è alcuna traccia di disegno nel quadro, il colore è steso direttamente sulla tela con le tipiche pennellate rapide e grossolane di Monet. Nonostante l’assenza di disegno, la composizione del quadro appare ordinata, divisa in tre sezioni: il cielo, quasi completamente coperto da impalpabili nuvole bianche e separato dalla linea dell’orizzonte tratteggiata con gli alberi dal prato; prato a sua volta diviso nella metà spoglia e in quella con i papaveri. Le due figure a passeggio sono la moglie del pittore, Camille, e il figlio Jean, e la loro presenza arricchisce di movimento il paesaggio, mentre la brillantezza dei loro copricapi rende evidente l’intensità della luce estiva. Altre figure indistinte si trovano sulla sommità della collina dei papaveri, e contribuiscono alla resa della profondità e delle distanze nel loro rapporto con le figure in basso. I personaggi dei dipinti di Monet non hanno quasi mai dei lineamenti, perché sono solo accessori dei suoi paesaggi, perciò al pittore non interessa la loro caratterizzazione psicologica.
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