Il Gruppo del Laocoonte è una scultura ellenistica rinvenuta in una vigna sul colle Oppio a Roma nel 1506 ed esposta al pubblico ai Musei Vaticani. Si tratta molto probabilmente della stessa statua che fu elogiata dal principale scrittore d’arte romano, Plinio il Vecchio, e rappresenta un famoso episodio dell’Eneide: il sacerdote troiano Laocoonte e i suoi figli Antifante e Timbro mentre vengono attaccati dai serpenti marini che li divoreranno. Si tratta dell’azione divina di Atena, che desiderava la vittoria degli Achei sui Troiani e intervenì quando il sacerdote cercò di impedire l’ingresso del cavallo di Troia in città. Le figure sono quasi a grandezza naturale e il gruppo è alto poco più di due metri, probabilmente una copia in marmo di un originale bronzeo.

Il Gruppo del Laocoonte fu acquistato da papa Giulio II subito dopo il suo ritrovamento, e da allora rimase sempre in Vaticano, tranne che nel periodo in cui fu sottratto all’Italia da Napoleone ed esposto al Louvre
Plinio attribuisce l’opera, ai suoi tempi nel palazzo dell’imperatore Tito, a tre scultori greci dell’isola di Rodi: Agesandro, Atenodoro e Polidoro, ma non ne dà una data o un committente. L’idea che si tratti di un’opera originale del II secolo a.C ha pochi o nessun sostenitore, ma alcuni ritengono che possa essere un’opera originale del periodo successivo (I secolo d.C) che ha continuato a prediligere lo stile pergamenico di circa due secoli prima. In entrambi i casi fu probabilmente commissionato per l’abitazione di un facoltoso romano, forse di famiglia imperiale.
Tipici dell’arte ellenistica sono le pose contorte dei corpi, tesi e vibranti nella lotta, e i volti distorti da emozioni drammatiche, che esprimono appieno la sofferenza: molto diverso dalle composte e impassibili statue dell’età classica. Il gruppo del Laocoonte è indubbiamente uno dei migliori esempi del barocco ellenistico.
Sebbene per lo più in ottime condizioni per essere una scultura rivenuta in scavi, al gruppo mancano diverse parti e l’analisi suggerisce che sia stato rimaneggiato in tempi antichi e abbia subito numerosi restauri da quando è stato riportato alla luce.
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