La gioia di vivere è un dipinto di Henri Matisse del 1906, che esprime il periodo di stile fauvista vissuto dall’artista ed è uno dei pilastri dell’arte moderna. La tela monumentale fu esposta per la prima volta al Salon des Indépendants del 1906, dove i suoi colori saturi e le distorsioni spaziali provocarono polemica e indignazione. Le critiche si rivolsero in particolare alle linee di contorno molto spesse, ai colori antinaturalistici e al tema poco chiaro. L’ispirazione arrivò da Gauguin, dall’arte primitiva e da quella orientale, ma nel quadro si colgono anche citazioni di Cézanne (le bagnanti) e di Manet (la posa delle due donne al centro richiama quelle della Colazione sull’erba).

Gioia di vivere, courtesy of www.HenriMatisse.org
Nel dipinto, donne e uomini nudi saltellano, suonano musica e ballano in un paesaggio pastorale intriso di colori vividi. Sullo sfondo centrale dell’opera c’è un gruppo di figure molto simile al gruppo raffigurato nel suo dipinto La danza. I nudi sono macchie dalle forme ipersemplificate ma armoniose e fluide, e dai colori antinaturalistici, dai rosa troppo accessi, agli azzurri, ai gialli. Le forme e i colori degli esseri umani nel dipinto scivolano senza soluzione di continuità in quelli del paesaggio, creando una fusione tra uomo e natura che esprime un forte primitivismo. Anche il paesaggio, infatti, presenta forme sintetizzate e colori innaturali, che spesso condivide con quelli dei corpi umani. Non c’è alcuna ispirazione reale per il paesaggio.
In alcune aree dell’opera, la tecnica è leggermente puntinista e per questo motivo critiche molto taglienti arrivarono dal maestro del puntinismo Paul Signac, che pure aveva in precedenza apprezzato l’arte di Matisse: definì i colori di questo dipinto “ripugnanti” e troppo pastosi.
La scelta di colori antinaturalistici è un tratto distintivo di Matisse, che usa i colori a suo piacimento per esprimere con maggiore forza le idee alla base delle sue opere: in questo caso i gialli esplosivi e i colori pastello sono le tinte più adatte a esprimere la gioia di vivere. Il giallo cadmio, però, un colore all’epoca nuovo, in questa tela è soggetto a un deterioramento progressivo dovuto all’interazione del solfuro di cadmio con l’anidride carbonica, che fa deviare la tinta verso il bianco o il marrone.
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