Il futurismo nasce in Italia a seguito della pubblicazione, nel 1909, del Manifesto del futurismo di Tommaso Marinetti. I fondamentali della pittura futurista sono la relazione dinamica del soggetto con lo spazio (per questo i punti di vista vennero aumentati), il rifiuto della prospettiva, l’eliminazione dei legami con il passato, temi come la velocità e la forza. I futuristi si ispirarono al cubismo per la rappresentazione da più punti di vista, utilizzando la stessa tecnica con uno scopo diverso, cioè quello di rappresentare un soggetto nelle varie fasi del movimento, anziché un soggetto fermo osservato da tutti i lati. La tecnica pittorica, inoltre, fu tratta dai divisionisti: i piccoli e rapidi tratti accostati e sovrapposti sono lo strumento migliore per rappresentare il movimento.
Ciascun membro del futurismo diede una sua interpretazione del “dinamismo”; memore degli insegnamenti del cubismo, Boccioni lo sviluppò ricorrendo a geometrie irregolari che sovrappose a linee di forza (così fece per Elasticità); Carrà fu fedele al plasticismo della pittura; Balla utilizzò un metodo sperimentale per frammentare il movimento per poterne mostrare i singoli momenti e i singoli passaggi. Antonio Sant’Elia fu l’unico architetto futurista, ma lasciò solo teorie, manifesti e bozzetti di una città futurista, dinamica e veloce.

La città che sale di Umberto Boccioni è uno dei quadri più emblematici del futurismo
Il pittore e scultore Umberto Boccioni firmò il Manifesto dei pittori futuristi dopo essersi stabilito a Milano. Tra le sue prime opere c’è La città che sale, visione di un impeto tumultuoso e irrefrenabile nell’attività frenetica della città di Milano. Qualche anno più tardi iniziò a dedicarsi anche alla scultura; la sua opera più celebre è Forme uniche nella continuità dello spazio, spesso utilizzata anche come icona del movimento futurista per la forza, l’energia e la sensazione di movimento che sprigiona.
Giacomo Balla, inizialmente pittore divisionista, aderì in seguito al movimento futurista. Si applicò negli studi del movimento e sull’alterazione delle forme durante il moto. L’evoluzione e l’avanzamento di questi studi sono riscontrabili in alcune tele come, per esempio, Dinamismo di un cane al guinzaglio, in cui la concretezza dei corpi si perde a beneficio del movimento dei soggetti, rappresentato in successione e perfettamente comprensibile.
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