Il cubismo è un movimento artistico nato in Francia agli inizi del XX sec. come superamento del limite delle due dimensioni imposte dalla tela. Nacque da un incontro, nel 1907 a Parigi, tra Picasso e Braque, incontro che diede inizio a un rapporto di collaborazione tra i due. Il loro obiettivo era mostrare la realtà da tutti i punti di vista possibili per l’occhio umano, in un colpo solo: rappresentare la tridimensionalità su un piano bidimensionale.
Apollinaire fu colui che elaborò la teoria fondante il cubismo: disgregare spazi e forme con la sovrapposizione di dettagli dell’oggetto visto da diverse angolazioni e prospettive. Il risultato è quello di cogliere immediatamente l’intero oggetto nello spazio senza che l’osservatore debba chiedersi come sarebbe apparso l’oggetto da un altro punto di vista.
Non mancarono esponenti di questa corrente artistica anche in Italia: il più famoso fu Gino Severini.
Il movimento si divide in tre periodi. Nel cubismo formativo (1907-1909) si ha la riduzione delle forme e la loro riduzione a pari volumi, ma non c’è ancora una scomposizione. Ne è un esempio il dipinto Les demoiselles d’Avignon di Picasso. Con il cubismo analitico (1909-1912, un suo precursore fu Cézanne) si ha la scomposizione geometrica e cromatica della scena con le forme primarie del cono, del cilindro e della sfera e con l’utilizzo del colore puro, secondo un processo definito analitico-induttivo. Nell’ultimo periodo (cubismo sintetico) prevale la scelta di giustapporre o sovrapporre parti distinte di una rappresentazione, spesso utilizzando il collage e il papier collé, con le composizioni di oggetti a visioni polioculari dello stesso oggetto.

Ballerina in blu è l’opera più famosa del cubismo italiano di Gino Severini
Cubismo analitico
Il cubismo analitico consiste nella scomposizione di un oggetto nelle sue forme primarie (cono, cilindro, sfera) per poi ricostruirle sulla tela in un ordine diverso da quello originario: i cubisti riorganizzano la realtà nello spazio pittorico moltiplicando i punti di vista di accesso a essa. Tale scomposizione spesso porta l’oggetto a diventare quasi irriconoscibile. Il volume diventa l’elemento fondamentale dell’opera d’arte, sostituendosi al colore, che era stato l’elemento dominante nell’impressionismo e nell’espressionismo: qui i colori dominanti sono solo l’ocra e il grigio.
Esempi di opera di cubismo analitico sono Violino e brocca di Braque e Pipa, bicchiere e bottiglia di Picasso.

Pipa, bicchiere e bottiglia di Picasso è un esempio di cubismo analitico
Cubismo sintetico
Il cubismo analitico subì un’evoluzione verso il cubismo sintetico quando gli artisti si resero conto che la scomposizione estrema dei soggetti poteva facilmente condurre verso l’astrattismo, perdendo ogni rapporto con la realtà. Per evitarlo, iniziarono a inserire nelle loro opere concreti elementi di realtà, come lettere, numeri, tessuti, texture o pezzi di oggetti concreti (per esempio le venature del legno, la corda di una sedia), utilizzando soprattutto la tecnica del collage e degli stencil. In questo modo le scomposizioni ricostruite diventano più complesse e materiche, costituite sia da volumi isolati, sia da concreti riferimenti alla realtà degli oggetti rappresentati, che così non viene persa. Furono sempre Picasso e Braque a porre le basi per questa tecnica, sviluppata poi appieno dallo spagnolo Juan Gris.
Un esempio di opera di questa tecnica è la Natura morta con sedia impagliata di Picasso.

Con Violino e chitarra Picasso inizia a sperimentare il cubismo sintetico
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