Il Crocifisso di Cimabue in Santa Croce è un crocifisso ligneo del 1285, dipinto a tempera, attribuito al pittore e mosaicista fiorentino Cimabue. Si tratta di uno dei due grandi crocifissi a lui attribuiti, l’altro è quello di San Domenico ad Arezzo. L’opera fu commissionata dai frati francescani di Santa Croce ed è costruita da una complessa disposizione di cinque assi di legno principali e otto accessorie. È una delle prime opere d’arte italiane a rompere con lo stile bizantino del tardo medioevo ed è rinomata per le sue innovazioni tecniche e iconografiche.
La doratura e la monumentalità della croce la legano alla tradizione bizantina. La posa statica di Cristo riflette questo stile, mentre l’opera nel complesso incorpora aspetti più nuovi e più naturalistici. L’opera, infatti, presenta una rappresentazione realistica e fisicamente imponente della passione al Calvario: Cristo è mostrato quasi nudo, i suoi occhi sono chiusi, il suo volto senza vita e sconfitto. Il suo corpo crolla in una posizione inarcata, contorta da un’agonia prolungata. Dominano le tonalità chiare, con una punta di verde nel corpo di Cristo che accentua l’aspetto cadaverico. Il contrasto principale è dato dalle zone scure dei capelli e della barba di Cristo, che servono a far risaltare maggiormente i lineamenti del suo volto e a posizionare la testa come punto focale.

Il Crocifisso di Cimabue dopo i danneggiamenti dell’alluvione, solo in parte compensati dal restauro
Rappresentazione grafica della sofferenza umana, il dipinto è di fondamentale importanza nella storia dell’arte e ha influenzato numerosi pittori da Michelangelo, a Caravaggio e Velázquez. L’insistenza sull’umanità di Cristo è dovuta anche alla committenza francescana, che promuoveva valori come la povertà e la semplicità e la vicinanza dell’uomo al modello di Cristo.
Il crocifisso di Cimabue si trova nella Basilica di Santa Croce a Firenze dalla fine del Duecento e al Museo dell’Opera Santa Croce dal restauro resosi necessario in seguito all’alluvione dell’Arno nel 1966. Rimane tuttavia in cattive condizioni nonostante gli sforzi di conservazione.
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