Dopo il concilio di Trento, la Chiesa mostrò un nuovo interesse per l’arte come strumento utile a rinnovare il sentimento religioso dei fedeli. In questo contesto culturale nacque a Bologna, sul finire del ‘500, l’Accademia degli Incamminati, fondata da Annibale, Agostino e Ludovico Carracci. L’Accademia rilanciò lo studio dei grandi maestri rinascimentali, ma con una chiave di lettura nuova, improntata sul disegno e libera dai modelli convenzionali del manierismo. Annibale Carracci è tutt’oggi considerato uno dei più grandi tra gli artisti bolognesi.
Le prime opere di Annibale Carracci hanno come punto d’interesse gli oggetti d’uso quotidiano, semplici e modesti. Successivamente si mostrò interessato ai lavori del Correggio dal quale trasse ispirazione stilistica. Insieme al fratello Agostino collaborò poi alla decorazione della Galleria Farnese i cui affreschi raffigurano scene mitologiche d’ispirazione ovidiana. Carattere inusuale per l’epoca, ma poi ripreso largamente nel corso del ‘600, è la rappresentazione delle architetture che creano un’illusione spaziale nell’osservatore. Evidente comunque l’interesse che Annibale Carracci ebbe per il classicismo dandogli però una lettura naturalistica per rendere le immagini coinvolgenti al punto che l’osservatore si sentisse partecipe della scena osservata.
Ludovico Carracci fu il direttore dell’Accademia. Sostenitore dell’ideologia della controriforma, espresse le sue convinzioni ideologiche anche nell’arte. La tela Madonna col Bambino e i santi Francesco e Giuseppe ne è un esempio: tra i soggetti è in atto una comunicazione non verbale, fatta di sguardi e gestualità affinché anche l’osservatore sia coinvolto dalla silenziosa e sacra conversazione.
Agostino Carracci si espresse con una pittura dai caratteri volutamente opposti a quelli del manierismo e che risentì piuttosto dell’influsso della tradizione veneziana.

Venere e Satiro con due amorini di Annibale Carracci, conservato agli Uffizi
I seguaci dei Carracci
Numerosi furono i seguaci dei Carracci, grazie anche all’Accademia degli Incamminati che a loro faceva capo e che fece da punto di incontro, al pari di una vera e propria scuola.
Guido Reni fu studente all’Accademia e partecipò alla ripresa del naturalismo in chiave classica, in linea con l’attività dei Carracci. Gli venne commissionata la decorazione per due sale del Vaticano da papa Paolo V, ma, in verità, tra i suoi lavori più importanti ricordiamo la Strage degli Innocenti, dipinto in cui l’artista ha volutamente dato una caratterizzazione emotiva soltanto ai volti delle madri e dei fanciulli, lasciando i volti dei carnefici privi di espressività e nell’ombra per sottolineare la loro disumanità, e Atalanta e Ippomene, tela raffigurante la ninfa Atalanta che viene sconfitta nella corsa da Ippomene a causa di un tranello, in cui i colori cupi e scuri del cielo si ritrovano anche nel terreno; solo i corpi quasi danzanti dei soggetti principali sono dipinti in colori tenui tanto che sembrano staccarsi, separarsi dal resto della scena.
Giovanni Francesco Barbieri, conosciuto come il Guercino, aderì sin da giovane alla poetica naturalistica dei Carracci. Tra le sue opere maggiori citiamo il San Guglielmo d’Aquitania e il Cristo che appare alla Maddalena; entrambe queste opere presentano l’attenzione per il cromatismo e l’uso di contrasti di luce propri dello stile del Guercino, insoliti tratti artistici per un appartenente alla corrente carraccesca.
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